16/01 - CONDANNATO PER L’OMICIDIO DI SIMPATIZZANTI DELL’UNIÓN
PATRIÓTICA UN MILITARE CHE FU PRIGIONIERO DELLA GUERRIGLIA
<
http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/3735-1601-condannato-per-lomicidio-di-simpatizzanti-dellunion-patriotica-un-militare-che-fu-prigioniero-della-guerriglia.html>
Il sergente Pedro José Guarnizo Ovalle, che per più di cinque anni
è stato detenuto delle FARC come prigioniero di guerra, è stato
condannato a 33 anni di carcere dal Tribunale Superiore del Meta per
la sua partecipazione all’assassinio di 4 contadini nel quadro del
genocidio politico realizzato dal terrorismo di Stato contro
l’Unión Patriótica.
La sentenza è stata proferita il 14 dicembre, dopo che nel processo
di secondo grado il
militare era stato assolto, grazie alla testimonianza di numerosi
testimoni che hanno inchiodato Guarnizo Ovalle per le sue
responsabilità nel massacro del 20 dicembre 1992 a Puerto Unión,
dipartimento del Meta, in cui vennero assassinati Gustavo Jaramillo,
Leovigildo Castellanos, Dumar Castellanos e José Ignacio Gutiérrez,
“colpevoli” di simpatizzare per il movimento politico Unión
Patriótica.
Successivamente, il sergente fu catturato in combattimento dalla
guerriglia e trascorse un lungo periodo di prigionia nella selva.
In seguito alla sentenza si è scatenata una massiccia campagna di
disinformazione da parte dei media di regime al servizio
dell’oligarchia, che si stanno impegnando a favore dell’impunità
di Guarnizo distorcendo i fatti, basandosi unicamente sulle
testimonianze dell’imputato e del suo avvocato difensore, e
richiamando costantemente la prigionia del militare come se ciò
potesse esonerarlo dal pagare per i propri crimini.
Al contrario questa sentenza, oltre ad essere un doveroso atto di
giustizia nei confronti di vittime e familiari, assume un valore
particolare nel momento in cui il governo colombiano ha da poco
approvato la costituzione di un Foro Penale Militare che sottrarrà
alla magistratura ordinaria la competenza sui crimini compiuti dai
militari nei confronti della popolazione civile, un ulteriore passo
verso una totale impunità delle forze armate.
13/01 - FARC PRESENTANO SINTESI DELLE PROPOSTE DEL POPOLO COLOMBIANO
AL TAVOLO DEI DIALOGHI
<
http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/3730-1301-farc-presentano-sintesi-delle-proposte-del-popolo-colombiano-al-tavolo-dei-dialoghi.html>
Lo scorso 9 gennaio la delegazione di Pace delle FARC ha reso nota
la prima sintesi delle proposte presentate dalla società colombiana
attraverso la pagina web dedicata e i tavoli regionali.
Dal documento si evince che molte organizzazioni e persone
propongono una riforma agraria integrale, democratica ed includente,
che il diritto alla terra si elevi a rango costituzionale e che, per
abbattere il latifondo,
nessun colombiano possa possedere più di cento ettari di terra.
Per impedire nuovi abusi, si propone la costituzione di un censo
catastale nazionale, nonché l'applicazione di forti tasse sulle
terre inadeguatamente sfruttate in termini di produzione, creazione
di posti di lavoro e sostenibilità ambientale.
Un altro importante tema affrontato è quello degli oltre 6 milioni
di sfollati, che il terrorismo di Stato ha scacciato dalle proprie
terre e che oggi sopravvivono nelle disastrate periferie delle
città, per i quali si propone l'assegnazione di case dignitose
dotate di servizi, piuttosto che la riassegnazione delle terre
usurpategli, con garanzie di permanenza e in un contesto politico,
economico e sociale tale da garantire la sicurezza alimentare a loro
ed al paese.
Le migliaia di interventi, inviati all'attenzione dei delegati delle
parti belligeranti al tavolo dei dialoghi, hanno toccato molti dei
temi la cui soluzione è imprescindibile per la costituzione di un
paese in Pace: la questione di genere, la ridefinizione del sistema
di credito, la creazione di un nuovo Codice Minerario, che risponda
alle necessità del territorio, che sia concertato con le comunità e
rispetti il lavoro dei minatori; infine l'implementazione di un
programma di sviluppo infrastrutturale (strade, acquedotti,
elettricità, trasporti, ecc.), in funzione di una politica di
autosufficienza alimentare di tutta la Colombia.
Il popolo colombiano ha dimostrato, per l'ennesima volta, di
possedere le capacità e le risorse per costruire una Nuova Colombia,
e di essere l'elemento essenziale per la costruzione di una vera e
duratura Pace con giustizia sociale; e che solo affrontando il
problema dello sviluppo agrario con un approccio sistemico sarà
possibile gestire le grandi sfide che il paese si trova di fronte.
09/01 - PARAMILITARI DI STATO CONFESSANO DECINE DI MIGLIAIA DI
ASSASSINII E MASSACRI: INDAGATO ALVARO URIBE.
<
http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/3720-0901-paramilitari-di-stato-confessano-decine-di-migliaia-di-assassinii-e-massacri-indagato-alvaro-uribe.html>
In un documento presentato dall’Unità di Giustizia e Pace della
Procura neo granadina, sono state riportate le confessioni dei
paramilitari delle “Autodifese Unite della Colombia” (AUC),
artefici dei più feroci e violenti massacri compiuti contro la
popolazione, sostenitori dell’ex narcopresidente Álvaro Uribe,
finanziati dal narcotraffico, da latifondisti e oligarchi di ogni
risma.
Nei dettagli del documento redatto a distanza di
7 anni dalla smobilitazione-farsa dei paramilitari (riciclatisi e
definiti eufemisticamente dal regime “Bande Criminali”, BACRIM),
voluta nel 2005 dall’ex narcopresidente Álvaro Uribe con il
teatrino della cosiddetta legge di “Giustizia e Pace”, sono stati
confessati 39.546 crimini, che hanno causato 51.906 vittime. Gli
assassinii dichiarati sono 25.757, le torture 773. Le sparizioni
ammesse 3551, mentre sono 1618 i reclutamenti forzati; è stata
inoltre rivelata la localizzazione di quasi 4000 fosse comuni; gli
sfollamenti forzati riconosciuti arrivano a 11.132.
Nel documento viene inoltre evidenziata la complicità da parte di
1124 politici, 1023 militari e 393 servitori pubblici. Oltre alle
drammatiche cifre dei crimini commessi - punta dell’iceberg di
un’inaudita violenza- nel documento viene denunciata la simbiosi da
sempre in atto tra Uribe ed il paramilitarismo. Lo stesso Salvatore
Mancuso, ex capo delle AUC, ha ribadito che si riuniva con il mafioso
Uribe ancor prima del 2002 quando era governatore di Antioquia, e di
come le riunioni avvenissero nella tenuta dell’Ubérrimo,
proprietà della famiglia Uribe localizzata nel dipartimento di
Córdoba.
Notizie delle ultime ore danno conto della riapertura, da parte della
Giustizia colombiana, dell’indagine nei confronti di Uribe per
paramilitarismo.
Al paramilitarismo, alle repressioni di esercito e forze di polizia,
alla voracità di multinazionali ed oligarchia, il popolo ha da
sempre opposto un'incrollabile resistenza nelle sue diverse forme, ed
è al popolo che ora spetta di decidere sul futuro del paese.
--
Per cancellarti da questa lista clicca qui:
http://news.nuovacolombia.net/lists/index.php?p=unsubscribe&uid=96538dc975d921b6eaf8b35e2622f4d8