From: medicinademocraticalinobalza@???
Date: Mon, 14 Jan 2013 09:24:08 +0100
To: pace@???
Subject: [pace] nominations premio attila
Sono arrivate le prime “nominations” per il Premio Attila
Alessandria 2012. Anche altre candidature possono ancora essere proposte.
Ma già si può procedere al voto: massimo due
preferenze.
Il voto dovrà essere espresso, tramite e-mail
a alessandriamd@???
oppure
al numero telefonico 3470182679,
oppure sul nostro profilo facebook
https://www.facebook.com/profile.php?id=100000679697825
entro e non oltre il 28 febbraio
2013.
Nominations:
Stephan Schmidheiny padrone dell’Eternit,
“ condannato dal Tribunale di Torino a 16 anni di
reclusione per migliaia di morti di
amianto, che si rifiuta di risarcire, sul sito World Business Council for Sustainable
Development, da lui fondato, si presenta come un filantropo, paladino
dell’ecologia industriale e della responsabilità sociale delle
imprese”.
Rita Rossa, sindaca di Alessandria,
“dopo aver ammesso chiaramente che il
Tav Terzo Valico, anche con le sue discariche di amianto sul territorio
alessandrino, sarebbe causa di ‘devastazioni ambientali’, ha fatto votare un ordine del giorno che
si dichiara favorevole alla disastrosa opera purchè arrivino generosi contributi
al Comune: la salute dei cittadini è in vendita”.
Roberto
Gilardengo,
direttore de Il Piccolo,
“sotto
la sua direzione il trisettimanale cittadino si è dimostrato, in questi anni,
sempre disinteressato ai problemi ambientali e sanitari, occultandoli o
addirittura facendosi beccare nelle intercettazioni del tribunale come un
‘addolcito’ dall’’inquinatore Solvay Solexis”.
Carlo
Cogliati,
amministratore di Solvay,
“
è il principale imputato nel maxi processo per il maxi inquinamento del polo
chimico di Spinetta Marengo: avvelenamento doloso delle acque e dolosa mancata
bonifica di cromo esavalente e
altri 20 veleni cancerogeni sotterrati. I cittadini e i lavoratori ammalati e
gli eredi dei deceduti lo attendono anche all’apertura del secondo processo per
l’inquinamento atmosferico”.
Giancarlo Sardi
sindaco di Predosa
“con il patto scellerato con il progettista Rava
e il Rava assessore Provincia sta
inquinando la popolazione con la centrale a biomasse”.
Gian
Carlo Borella, Giovanni Alberti, Emilio Toso, Bartolomeo Berello e Jean Michel Belleux,
direttori della Michelin,
“premio
ex aequo quali imputati di
omicidio colposo per aver cagionato la morte per forme cancerogene a polmoni o
vescica e di lesioni personali gravi o gravissime ai dipendenti dello
stabilimento di Spinetta Marengo”.
Giorgio
Emanuelli
di Castelnuovo Scrivia,
“imprenditore
agricolo che ha dedicato tutta la sua vita a occupare terreni demaniali della
Scrivia e del Po, a distruggere qualsiasi forma di vegetazione spontanea, a
tagliare boschi naturali, a distruggere lanche e argini, a chiedere (e ottenere)
contributi statali e regionali in caso di piene su terreni di pertinenza
fluviale”.
Paolo
Filippi,
presidente della Provincia,
“per
essersi presentato alle elezioni vantando la realizzazione di nuove opere
pubbliche quali rotonde, tangenziali e circonvallazioni, e per averne realizzate
altre, quasi sempre inutili e devastanti sul piano ambientale, per non aver
dedicato alcuna attenzione alla mobilità sostenibile e per non aver mai risposto
alle richieste e alle sollecitazioni delle associazioni di
cittadini”.
Piercarlo
Fabbio,
ex sindaco di Alessandria,
“il
voto gli va assolutamente dato: ogni motivazione mi pare
superflua”.
Premio
Attila Alessandria 2012
Ad
imperitura memoria dei nostri figli peggiori
Medicina democratica,
riprendendo la tradizione introdotta da La Rete ambientalista, il coordinamento
provinciale dei comitati e delle associazioni alessandrine, istituisce il
“Premio
Attila Alessandria 2012” da attribuirsi
“alla personalità che a livello locale si è particolarmente distinta a danno
dell’ambiente e della salute”.
Ricordiamo che hanno goduto il vanto della più alta
onorificenza ambientalista alessandrina concittadini come Marcellino Gavio
e Fabrizio Palenzona, dei quali riportiamo qui sotto le
motivazioni.
Il premio, consistente
in una lussuosa pergamena in carta riciclata, insieme a gadgets emblematici che
saranno consigliati dai votanti, sarà naturalmente conferito con una cerimonia
pubblica e solenne. Il voto dovrà essere espresso tramite e-mail
alessandriamd@???
oppure al numero
telefonico 3470182679,
oppure
sul nostro profilo facebook
https://www.facebook.com/#!/lino.balza
entro e non oltre il 28 febbraio
2013.
Ogni votante deve indicare nome&cognome del candidato
al premio unitamente alle motivazioni/azioni di merito con le quali si
particolarmente distinto a danno dell’ambiente e della
salute.
Premio Attila
Alessandria 2004
Vince Marcellino
Gavio
Primo aprile
2005.
Una giuria di
284 persone ha assegnato il “Premio Attila Alessandria 2004” a Marcellino Gavio, l’imprenditore, uno
degli uomini più potenti nel panorama italiano, presidente del gruppo omonimo e
padrone di un vasto impero economico e finanziario che ha come capitale Rivalta
Scrivia, un sobborgo di Tortona, ma che non conosce confini: edilizia, lavori
pubblici, logistica, autostrade, petrolio, infrastrutture stradali, meccanica,
calcio, trasporti eccetera.
Una vittoria su misura strappata per appena
quattro voti su Fabrizio
Palenzona, il politico, altro calibro da 90,
affermatosi con carriera fulminea nel Gotha bancario mentre è stato per otto
anni presidente della provincia di Alessandria: vicepresidente della
Confcommercio, ex consigliere di Mediobanca, comitato direttivo ristretto di
Unicredito, presidente della Federazione autotrasportatori italiani, presidente
dell’Associazione delle società concessionarie di autostrade e trafori, ex
consigliere di amministrazione Cassa di risparmio di Torino, consigliere
Fondazione cassa di risparmio Alessandria eccetera… e addirittura frequentatore
del salotto di Bruno
Vespa.
Da soli i due contendenti (contendenti per
il premio, perché nell’immaginario collettivo sono accomunati come il gatto e la
volpe, culo e camicia, l’ex braccio
e la mente) si sono impadroniti del 60% dei voti, neppure impensieriti dalle
performance di Mauro
Bressan, assessore all’industria e…
all’ambiente del Comune di
Alessandria, e di Ennio
Negri, peraltro braccio sinistro dello stesso
Palenzona come assessore provinciale
all’ambiente.
Alle spalle di questi due ex aequo (34 voti
cadauno), solo briciole agli altri candidati, a Mara
Scagni sindaco di Alessandria e a due altri
imprenditori: Tarcisio
Persegona e Francesco
Gaetano Caltagirone.
La Rete
ambientalista, il coordinamento provinciale delle associazioni e dei comitati
alessandrini, ha istituito il Premio Attila Alessandria “da attribuire alla personalità che a livello
locale si è particolarmente distinta a danno dell’ambiente e della salute”.
Il premio consiste in una preziosa pergamena in carta riciclata opera del
pittore Gianni Torchia.
Per il 2004,
ogni votante ha potuto scegliere tra undici “nominations” (bando allegato), a
loro volta pervenute tramite concorso pubblico via telematica. Ciascuna
nomination era corredata con le motivazioni di merito. Il vincitore correva con
due nomination. Nella prima, quella che ha guadagnato il maggior numero di
consensi, si legge: “Marcellino Gavio:
per essersi particolarmente distinto a danno dell’ambiente e della salute in
quanto non c’è iniziativa contestata dagli ambientalisti o vicenda giudiziaria
che non gli venga a torto o a ragione attribuita”. Nella seconda
candidatura si legge fra l’altro: “Perché non scende in campo nonostante sia
più onnipotente di Dio ma addirittura di
Berlusconi”.
In campo politico, tra quelli scesi al
posto suo, ha trionfato con due nomination Palenzona: “Per essersi particolarmente distinto per il
suo peso (peso politico N.d.R.) esercitato nelle vicende Fabbricazioni
nucleari, terzo valico, alta velocità, inceneritore, cementir e in un altro
numero infinito di aggressioni ambientali”. Durante la competizione,
Palenzona, il politico, “il don Nessuno
più potente d’Italia” (La Repubblica), è sembrato per un momento prevalere
sul’imprenditore. E’ successo dopo l’assemblea (una delle tre in cui si è
votato) di Pozzolo Formigaro quando i suoi concittadini (in realtà nacque a Novi
Ligure “perché mia madre cadde dalle
scale”) lo hanno votato in massa. Ma anche Gavio ha stravinto nella sua
Rivalta. Dunque la corsa testa a testa,
Minore
vantaggio hanno goduto Bressan e
Scagni, rispettivamente
assessore e sindaco di Alessandria, in quanto è mancata una assemblea nella
propria città, oltre all’handicap di non essere mai riusciti, per colpa degli
ambientalisti, a portare a termine i loro tentativi di aggressione
all’ambiente.
Per
concludere, vanno segnalate alcune perle pescate nel corso della votazione (si
poteva votare anche con telefono ed e-mail). Un tentativo di… corruzione della
giuria: il signore di Pozzolo Formigaro che offriva soldi, “qualunque cifra” per
far vincere il proprio compaesano. La sintesi politico culinaria: “Lo voto perché è un ciccione”. La
definizione della passionaria di Villa del Foro: “Bressan sta all’ambiente come la volpe alla
custodia del pollaio”. L’accorato appello al predetto assessore: “Ci avevi promesso aria nuova in città,
ridacci quella vecchia”. Infine il suggello al vincitore del Premio
Attila: “Perché la sua capacità
devastatrice travalica i confini provinciali e dilaga come un’orda di
Unni”.
Premio Attila
Alessandria 2005
Ad
imperitura memoria dei nostri figli peggiori
Una giuria sul serio popolare, composta
da 310 votanti, via internet e soprattutto nelle assemblee della Rete
ambientalista, ha attribuito a Fabrizio Palenzona la più alta onorificenza ambientalista della provincia di
Alessandria.
Con 190 voti, a furor di popolo ha vinto il “Premio Attila
2005”
Fabrizio Palenzona,
che già l’anno scorso aveva invano conteso per 4 voti (e senza accuse di brogli)
la vittoria a Marcellino Gavio.
Quest’anno non c’è stata competizione, anche perché Gavio non può, per
regolamento, essere candidato per due anni consecutivi. Alla performance del
millepiedi della politica-finanza ha senz’altro pesato la sua recente iscrizione
nel registro degli indagati nello scandalo BNL Antonveneta per aver intascato da
Fiorani 8 miliardi di lire, un po’
in contanti e un po’ in conti esteri “Chopin” ecc. intestati ai famigliari
(conti sequestrati: speriamo che ci restituiscano i nostri soldi). Appena i
giornali hanno riportato che era “stato visto assorto in preghiera davanti alla
cripta di san Marziano protettore di
Tortona e dispensatore di grazie”, è stato immediatamente assolto dal suo
delfino Paolo Filippi e dal
segretario DS Federico Fornaro,
mentre nessun avversario politico ha fatto l’avvoltoio. Naturalmente per noi
ambientalisti, assetati di vendetta, “cannibali” secondo Filippi, in questo caso
invece vige la “presunzione di colpevolezza” fino a sentenza definitiva (di
colpevolezza).
Anche a Palenzona la
lussuosa pergamena, accompagnata da un gadget della Procura di Milano, sarà
consegnata in cerimonia pubblica e solenne durante la quale verrà letta la
motivazione del premio: “Per essersi sempre guardato allo specchio prima di
trovare l’ispirazione per definire ‘asini raglianti’ gli ambientalisti No Tav
TerzoValico, ‘cani’ gli anti Tav Valle Susa e ‘maiali’ i giudici dell’inchiesta
Unipol-BNL”.
Breve
biografia del nostro illustre cittadino.
1,91 di altezza per due quintali, cinquantatré anni a
settembre, Vergine, Fabrizio Palenzona nella vita ha fatto di tutto. E’ stato a
destra, al centro, a sinistra, con la finanza laica e con quella cattolica.
Nelle didascalie sui quotidiani è definito banchiere ma è cavaliere del lavoro
sotto la categoria industria, anche se ha ricoperto cariche in Confcommercio. E’
cresciuto sotto la benigna protezione dei re di Castelnuovo Scrivia, i fratelli
Marcellino e Pietro Gavio, di cui è socio, ma ha saputo entrare nelle grazie dei
Benetton, concorrenti dei Gavio. Un millepiedi insomma.
Le sue prime vocazioni sono state la politica e… il
giornalismo. Ha incominciato a muoversi nell’ambiente delle ACLI e della
corrente dc Forze nuove nei primi anni settanta. A Tortona è stato sindaco
democristiano per due mandati spesi a sostegno dell’alta velocità Terzo valico
insieme al vero padrone dell’Alessandrino, Marcellino. Nel 1995, per puro colpo
di culo (rinuncia del candidato Bianchi) è stato eletto alla guida della giunta
provinciale di Alessandria. Poi riconfermato per il rotto della cuffia.
In pochi anni il seguace di Donat Cattin ha completato la sua
metamorfosi. Prima ha ricevuto l’onore di diventare socio dei Gavio nel
consorzio di trasportatori Unitra. Poi si è lanciato nei favolosi salotti della
grande finanza. Si è autonominato rappresentante della Provincia di Alessandria
nella Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino). Da qui è scattata la
diffusione capillare del Palenzona: la Fondazione CRT è
azionista di Unicredit e dunque Palenzona è diventato vicepresidente di
Unicredit. Ma Unicredit è azionista di Mediobanca. Dunque Palenzona è diventato
consigliere del prestigioso istituto. Dove è piaciuto: si presentava in
compagnia di Marcellino Gavio. Due provinciali sbarcati nella capitale della
finanza, ma umili e rispettosi e con una caratteristica che li rendeva simpatici
ad ogni banchiere: il denaro contante delle autostrade.
A quel punto Palenzona ha potuto cominciare a costruirsi la
sua rete personale, sempre più larga come prova l’elenco delle sue cariche. Qui
si citano le principali. Unicredit e Mediobanca. Presidente FAI (padroni e
padroncini TIR). Vicepresidente Confcommercio. Consigliere Amga, munipalizzata
di Genova e di Schemaventotto cassaforte dei Benetton. Presidente Aiscat, la
confindustria delle concessionarie autostradali. Presidente Slala, Sisal,
Cofitral eccetera. Con questo peso, certo, quando cadrà, farà un bel
botto.
Ma dal suo primo maestro Gavio, al quale continua a dare del
lei, ha imparato a trovare sponde politiche in ogni schieramento. Alla notizia
dell’avviso di garanzia nessuno del Polo gli ha riservato il trattamento
applicato ai finanzieri “comunisti” di Unipol. Ancor più dell’amicizia con
Tremonti, è stato stretto il rapporto con il senatore forzista Luigi Grillo,
anch’egli indagato per le elargizioni di Fiorani. Con il nuovo governo,
Margherita al potere, Palenzona è ancora più coperto.
A turbare queste serene prospettive può essere solo la
melodia, molto notturna, del conto Chopin a Montecarlo. Alla fine è la stessa
musica di circa dieci anni fa, quando la sinfonia dei conti esteri era gestita
da Pacini Battaglia. Cosa c’entra Palenzona? Bisogna fare un piccolo sforzo di
memoria. Pacini Battaglia si occupava anche lui di infrastrutture e grandi
lavori pubblici, insieme all’amico Lorenzo Necci. Quando venne arrestato,
nell’agenda del banchiere toscano furono trovati appunti che parlavano del
consorzio Cociv Alta velocità Terzo valico Milano-Genova. Accanto all’azionista
Marcellino Gavio, Pacini si era anche appuntato il nome Pallenzona. Due elle, fece notare
Palenzona, dunque certamente non sono io.
Messaggio di pace e salute inviato a __4.000____
destinatari da Lino Balza
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