[NuovoLab] Crocetta ferma il MUOS

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il manifesto 2013.01.12 - 03 LA PAGINA 3


Sicilia PALERMO Il neo presidente della Regione Siciliana ferma il progetto americano
Stop all'impianto Muos



ARTICOLO - Federico Scarcella PALERMO



Sicilia Revocate le autorizzazioni per il sistema satellitare della Marina militare statunitense. Crocetta: «Ho deciso in autonomia, avevo avvertito gli Usa» Giovedì notte migliaia di cittadini avevano fermato il carico militare destinato alla base. Scontri con la polizia

PALERMO
Il favore delle tenebre doveva giocare a loro favore, ma, partiti ieri alle 2 di notte da Belpasso, nel Catanese, con destinazione Niscemi (Caltanissetta), hanno incontrato un ostacolo - previsto e sottovalutato - e cioè il presidio del comitato No Muos, che non s'è l'asciato sorprendere. Era difficile, del resto, che due camion e due gru passassero inosservati, né si potevano scambiare per i mezzi di una ditta di traslochi. Quando una barriera umana ha impedito alla carovana di procedere, sono cominciati gli scontri con le forze dell'ordine che scortavano il carico dei militari Usa, costituito dagli ultimi pezzi per completare il Muos (Mobile User Objective System): il sistema satellitare della Marina militare statunitense che da 4 anni non fa dormire la popolazione di Niscemi - 50 mila abitanti nell'entroterra della Sicilia, poveri, disoccupati e mazziati.
Ma ieri pomeriggio è successo l'imprevedibile: il neo presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, senza informare il governo nazionale (ma direttamente il dipartimento Usa di Sigonella) ha decretato la sospensione dei lavori. Il Muos si ferma. «Informerò Monti - ha detto - ma ho deciso in autonomia». E ieri sera una nota dell'ambasciata Usa, ancora incredula, spiegava che «l'Italia, in quanto membro della Nato e partner importante per la sicurezza e la pace a livello internazionale, trarrà beneficio dal Muos».
Ma la decisione di Crocetta era già presa. Il presidente non ha gradito l'accelerazione data ai lavori, con il trasporto, nottetempo, di altro materiale nella base. Solo giovedì, infatti, l'Assemblea siciliana aveva approvato una mozione del Pd che impegna il governo regionale a revocare le autorizzazioni per il Muos, concesse nel 2011 dall'ora governatore Raffaele Lombardo, che firmò un'intesa con il ministro della Difesa Ignazio La Russa. E tre giorni fa il titolare del Viminale, Annamaria Cancellieri, aveva rimarcato l'interesse strategico-militare dell'area di Niscemi.
«Avevo incontrato alcuni diplomatici Usa nell'ambasciata americana e li avevo invitati in modo bonario - spiega Crocetta - a non accelerare i lavori e a procedere con prudenza. Ho detto che non avremmo gradito forzature rispetto ai blocchi dei manifestanti. Finora non era successo niente, ma purtroppo è accaduto».
Il provvedimento di Crocetta, tecnicamente, non è una revoca ma un blocco dei lavori. Perché, dice il presidente della Regione, troppe cose non quadrano: «Il progetto non prevede un monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche e lo studio sull'impatto ambientale e sui rischi per la salute è stato realizzato da uno studio d'ingegneria, e non dall'Istituto superiore di sanità, come sarebbe stato ovvio».
A fermare i lavori ci aveva già provato la procura di Caltagirone, che lo scorso 6 ottobre aveva sequestrato il cantiere per violazione delle prescrizioni fissate dal decreto istitutivo dell'area protetta "La Sugherata", la stessa su cui insiste la stazione militare; ma il Tribunale della libertà di Catania, tre settimane dopo, aveva dissequestrato l'opera, mai voluta dai cittadini di Niscemi e ostacolata dal Consiglio comunale che l'aveva bocciata.
Il Muos, progettato per rendere più rapidi e integrati gli scambi di informazioni dell'esercito americano, è una rete intercontinentale con quattro siti: due impianti sono localizzati negli Stati uniti, in Virginia e nelle Hawaii; il terzo in Oceania e il quarto a Niscemi, che ospita già una stazione radio dell'esercito Usa. Il sito siciliano dovrebbe diventare lo snodo delle comunicazioni per il Medioriente e il Mediterraneo. Ma finora è il vero nodo che impedisce agli americani di completare il loro progetto.