[Forumlucca] L'Italia, una repubblica fondata sul...le banch…

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Autor: Aldo Zanchetta
Data:  
A: forumlucca
Assumpte: [Forumlucca] L'Italia, una repubblica fondata sul...le banche
21 dicembre 2012: le banche alla fine del mondo

[di Antonio Tricarico]

Finalmente è giunto, il fatidico venerdì 21 dicembre 2012. Quello che i Maya
con il loro calendario avevano predetto come il giorno della fine del mondo,
o per meglio dire, in maniera più romantica e visionaria, della
trasformazione o rinascita.

In molti rimarranno delusi, perché la “sospensione” e il cambiamento
profondo del pianeta terra difficilmente si materializzeranno. Certo, Mario
Monti scioglierà la sua riserva su una possibile discesa in campo nell’arena
politica. Poca roba, però, in confronto alle crisi che attanagliano il
globo, a partire ancora una volta da quella finanziaria.

Eppure, se rileggiamo bene gli eventi degli ultimi giorni, per gli istituti
di credito europei e italiani la rinascita c’è stata. Si sono gettate le
fondamenta dell’Unione bancaria, che sosterrà e salverà nella nuova era i
grandi gruppi creditizi del vecchio continente, che effettivamente nessuno
aveva mai aiutato, specialmente nella crisi…

Quindi si ritarda di un anno l’applicazione delle nuove regole dell’Accordo
di Basilea per l’adeguamento del capitale degli istituti di credito e la
limitazione dell’effetto leva. Effettivamente negli ultimi anni si erano
imposte troppe regole vincolanti alle banche e troppa trasparenza che
preveniva giochi contabili… Felici di questo soprattutto le banche italiane,
desiderose di sostenere sempre più le piccole e medie imprese, anche con più
credito di quello che chiedono…

Ma ancor più felice il Monte dei Paschi, che è stata la prima banca italiana
a essere salvata dallo Stato con un acquisto di titoli per quasi 4 miliardi
di euro. Era ora che avessimo un bail out tricolore, come previsto dai Maya.
Bene, bravi, bis! Nella nuova era solidale e vitale del mondo il nuovo
governo di sicuro non deluderà i cittadini.

Nel frattempo l’esecutivo uscente ha voluto rassicurare sull’equità nel
trattamento per tutte le banche e le fondazioni che le controllano. Per
questo si garantisce uno sconto anche di un paio di miliardi di euro nella
conversione a ordinarie del 30 per cento delle azioni della banca pubblica
d’investimento – Cassa depositi e prestiti – nelle mani delle fondazioni,
pur di permettere a queste ultime di avere una parte dei profitti del
pubblico anche versando meno della quota dovuta.

Cinque secoli era stato previsto qualcosa di molto più importante, che poi è
avvenuto in Italia. Come infatti certificato dalla Banca d’Italia, le
famiglie italiane sono diventate nella media più povere di solo lo 0,7 per
cento nel 2011 e si prevede circa lo stesso nel 2012. La ricchezza
complessiva privata in Italia è scesa a soli 9.200 miliardi lordi, o 8.600
netti se si sconta l’indebitamento privato. Solamente poco più del 400 per
cento del debito pubblico italiano… e allora possiamo indebitarci ancora di
più, se per una giusta causa e con equità per tutti.

Se l’impero Maya fosse tra noi, sarebbe di sicuro in giubilo e saprebbe la
strada da seguire senza indugi: nella nuova era, dopo la crisi e una
profonda rigenerazione, in Italia sono così ricchi e solidali che possono
salvare le banche all’infinito in nome del bene comune di pochi.

D’altronde tutte le banche private italiane valgono soltanto 60 miliardi di
Euro. E invece di comprarcele, forti dei nostri 9.200 miliardi – o dei 250
della Banca pubblica di tutti noi, che si chiama Cassa depositi e prestiti –
siamo finalmente una società così matura e superiore alle gioie caduche
della materialità che daremo come un flusso vitale infinito la nostra
ricchezza ai poveri istituti di credito, i paria della nostra società.

Così i Maya, inebriati da questa redistribuzione all’incontrario – ben
diversa da quella egoista conosciuta fino al 2012… – magari si lanceranno in
una danza ancestrale con Guzzetti, Mussari, Passera, Bazoli, Profumo,
Bassanini, Geronzi, super-Mario 1 e super-Mario 2 e tutti i loro amici – per
una volta scomposti e scapigliati – cantando a squarciagola i Rem: “It’s the
end of the world, and I feel fine!”