Il programma della lista rosso-arancione NON può essere un programma qualunque, NON può essere quello dei dieci punti di Di Pietro, De Magistris & company, il quale viene alle assemblee di "Cambiare si può" inneggiando al comunismo e poi sottoscrive quella schifezza che ci riconduce, auspice l'ineffabile Oliviero Diliberto, in braccia al centrosinistra. O si arriva ad una sintesi che abbia traccia di anti-Monti e di anti-liberismo oppure si rompe. Secondo me, Rifondazione si è gettata a capofitto in questa impresa senza assicurarsi che le premesse da cui partivano i due percorsi ("Cambiare si può" e "Io ci sto" ) contenessero in nuce le garanzie di una ricomposizione unitaria. E' vero che la situazione è stata ed è in continuo movimento, ma io (e penso molti altri) vorremmo evitare tentazione opportunistiche (per un piatto di lenticchie: qualche parlamentare), che negherebbero l'espressione e la volontà politica dei 15 mila partecipanti alle nostre assemblee territoriali e che ci sputtanerebbero vita natural durante. 
