GREENPEACE PRESENTA IL CORTO DI CALOPRESTI, HABER E SUBSONICA CONTRO LO SPORCO CARBONE DI ENEL: Mostra fotografica, musica e bioaperitivo a ROMA NORD
Venerdì, 7 Dicembre, 2012 - da 20:00 a 23:30
Alessandro Haber, Paolo Briguglia, Pino Quartullo e Sandra Ceccarelli formano il cast, Mimmo Calopresti firma la regia e i Subsonica mettono a disposizione la loro musica. È Greenpeace, invece, a ispirare e produrre il cortometraggio “Uno al giorno”, che denuncia i danni causati al Paese dal carbone impiegato da Enel nella produzione di energia elettrica.
Dopo i primi appuntamenti dello scorso 23 e 24 novembre, il corto verrà proiettato venerdì 7 dicembre ore 20.00 zona Monte Mario, presso Ex-Lavanderia, p.zza Santa Maria della Pietà 5, all'interno di un evento organizzato dal Gruppo Locale di Roma Nord. Sarà possibile visitare la mostra fotografica di Greenpeace sui danni del carbone e sulle possibili soluzioni per attuare una rivoluzione energetica con le rinnovabili; a seguire, musica dal vivo e dj-set accompagneranno un bioaperitivo a sostegno delle attività dei volontari dell'associazione.
Alessandro Haber, Paolo Briguglia, Pino Quartullo e Sandra Ceccarelli formano il cast, Mimmo Calopresti firma la regia e i Subsonica mettono a disposizione la loro musica. È Greenpeace, invece, a ispirare e produrre il cortometraggio “Uno al giorno”, che denuncia i danni causati al Paese dal carbone impiegato da Enel nella produzione di energia elettrica.
Dopo i primi appuntamenti dello scorso 23 e 24 novembre, il corto verrà proiettato venerdì 7 dicembre ore 20.00 zona Monte Mario, presso Ex-Lavanderia, p.zza Santa Maria della Pietà 5, all'interno di un evento organizzato dal Gruppo Locale di Roma Nord. Sarà possibile visitare la mostra fotografica di Greenpeace sui danni del carbone e sulle possibili soluzioni per attuare una rivoluzione energetica con le rinnovabili; a seguire, musica dal vivo e dj-set accompagneranno un bioaperitivo a sostegno delle attività dei volontari dell'associazione (contributo 4 euro).
Greenpeace è impegnata da anni nella denuncia dei danni causati dal carbone impiegato nella produzione di energia elettrica. Enel, un’azienda controllata a maggioranza relativa dal governo italiano, è il primo emettitore in Italia di CO2, il quarto in Europa. Tre quarti della produzione termoelettrica da carbone, nel nostro Paese, sono appannaggio di Enel che, inoltre, ha in programma la realizzazione di due nuove centrali a carbone a Porto Tolle e Rossano Calabro.
Greenpeace chiede a Enel la cancellazione dei nuovi progetti, il dimezzamento della produzione elettrica da carbone entro il 2020 e l’azzeramento al 2030, con un contestuale sviluppo di fonti rinnovabili e pulite.
Lo scorso luglio l’azienda ha tentato di censurare la campagna di Greenpeace, trascinando in tribunale l’associazione con una richiesta di oscuramento totale delle sue attività di informazione e protesta e con una richiesta di risarcimento esorbitante. Il Tribunale di Roma ha rigettato il ricorso di Enel, riconoscendo che la comunicazione di Greenpeace è commisurata all’evidenza dei dati scientifici prodotti, che dimostrano gli impatti del carbone sul clima e sulla salute umana. Nessuna diffamazione o lesione dell’onore, quindi, ma una critica legittima e giustificata. Il giudice, ritenendo che “il nucleo essenziale della notizia riportata da Greenpeace è conforme a verità…”, ha condannato Enel alla rifusione delle spese processuali.
Greenpeace è impegnata da anni nella denuncia dei danni causati dal carbone impiegato nella produzione di energia elettrica. Enel, un’azienda controllata a maggioranza relativa dal governo italiano, è il primo emettitore in Italia di CO2, il quarto in Europa. Tre quarti della produzione termoelettrica da carbone, nel nostro Paese, sono appannaggio di Enel che, inoltre, ha in programma la realizzazione di due nuove centrali a carbone a Porto Tolle e Rossano Calabro.
Greenpeace chiede a Enel la cancellazione dei nuovi progetti, il dimezzamento della produzione elettrica da carbone entro il 2020 e l’azzeramento al 2030, con un contestuale sviluppo di fonti rinnovabili e pulite.
Lo scorso luglio l’azienda ha tentato di censurare la campagna di Greenpeace, trascinando in tribunale l’associazione con una richiesta di oscuramento totale delle sue attività di informazione e protesta e con una richiesta di risarcimento esorbitante. Il Tribunale di Roma ha rigettato il ricorso di Enel, riconoscendo che la comunicazione di Greenpeace è commisurata all’evidenza dei dati scientifici prodotti, che dimostrano gli impatti del carbone sul clima e sulla salute umana. Nessuna diffamazione o lesione dell’onore, quindi, ma una critica legittima e giustificata. Il giudice, ritenendo che “il nucleo essenziale della notizia riportata da Greenpeace è conforme a verità…”, ha condannato Enel alla rifusione delle spese processuali.