[autorgstudbo] Materassi a Palazzo D'Accursio

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Autor: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO
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Asunto: [autorgstudbo] Materassi a Palazzo D'Accursio
Nessun@ senza un tetto!

Come annunciato, nonostante la pioggia oggi ci siamo ritrovati davanti
al Comune di Bologna portando proprio davanti all'ingresso materassi,
coperte e cartoni. Ovvero l'unica protezione che tante persone, a
Bologna, hanno a disposizione ogni notte per proteggersi alla meglio
dalle intemperie.

Lo abbiamo fatto per ricordare all'amministrazione che le temperature
sono già basse eppure non c'è traccia del Piano freddo. Per ricordare
che in città sono moltissime le persone che, durante tutto l'anno,
sono costrette a dormire per strada visto che i posti nelle strutture
di accoglienza sono sempre meno. Le voci che si rincorrono dicono che
anche per il Piano freddo potrebbero esserci meno posti del passato e
meno di quanti ne servirebbero. Il risultato sarebbe quello di vedere
persone senza un tetto anche con le temperature sotto zero o mentre
nevica. Una situazione che in particolare fuori dal centro Beltrame di
via Sabatucci, come possiamo constatare tutte le sere, rischia di
trasformarsi in drammatica quotidianità. Di fronte a queste
prospettive, il silenzio dell'amministrazione ed in particolare di chi
ha diretta competenza su questi argomenti è a dir poco inquitante. Ma
la vendoliana Amelia Frascaroli è ancora assessore di questo Comune?

Vag61 - Spazio libero autogestito

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Nel favoloso mondo di Amelia…

…è normale che in tanti dormano per strada durante tutto l’anno.

…le temperature si abbassano ma per il Piano freddo c’è sempre tempo.

…i posti del Piano freddo possono anche essere insufficienti.

…i profughi dei Prati di Caprara spariranno nel nulla e ogni problema
sarà risolto.

…l’accoglienza è disincentivante: “Se vi facciamo stare troppo bene,
poi ne arrivano altri”.

…un dormitorio che viene chiuso è solo un altro edificio abbandonato in città.

…che l’Asp abbia immobili per milioni di euro è una pura leggenda.

…multare chi dorme per strada si chiama “legalità”, sgomberarli è
”lotta al degrado”.

…lontano dalle elezioni, la parola solidarietà puoi riporla nel
cassetto. #OPPUREVENDILA

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I dormitori a cielo aperto e l’indifferenza del Comune

A Bologna, come in altre città, fanno molto più notizia le file di
clienti che dormono all’aperto una notte, per comprare l’ultimo
modello del telefonino della Apple, che la situazione, ormai di
squallida normalità, nella quale tante persone, ogni notte dormono per
strada. Uno dei punti più “frequentati” da chi dorme a cielo aperto è
via Sabatucci, la strada dove c’è il dormitorio pubblico Beltrame e il
cortile di Vag61, nell’incrocio tra la stessa strada e via Paolo
Fabbri. Ogni notte, dallo scorso inverno, i senza fissa dimora che non
hanno trovato posto nell’asilo notturno dal centro Beltrame o che,
dopo esserci stati per due settimane devono attendere 28 giorni per
poter rientrare (questo è il regolamento), sono costretti a dormire
all’aperto, lungo la strada o sotto le tettoie di Vag. L’abbiamo ormai
denunciato più volte: di fatto si è creato stabilmente un nuovo
dormitorio a cielo aperto, un’esperienza di auto-disperazione lasciata
nell’abbandono e nell’indifferenza da parte del Comune di Bologna.

Ogni notte molte persone, soprattutto migranti ma anche diversi
nativi, si riversano lungo via Sabatucci, nei dintorni del centro di
accoglienza Beltrame e nel cortile di Vag con cartoni, tende e
materassi lasciati a terra, perché non hanno un posto dove dormire.
Questa l’unica situazione che Bologna offre loro, ormai è diventata
una sorta di pedaggio per entrare o rientrare all’asilo notturno.

Intanto le temperature ormai sono scese a livelli di guardia. Del
piano freddo, però, ancora non c’è traccia. Anzi, in base alle poche
informazioni che si riescono ad avere, temiamo che rispetto allo
scorso anno ci saranno ancora meno possibilità per chi oggi non ha un
tetto sulla testa. La situazione, dunque, rischia di diventare come lo
scorso inverno drammatica.
Non vorremmo che le tettoie del cortile di
Vag61 rimanessero le uniche difese per superare la notte. Sappiamo di
cosa stiamo parlando, perché, lo scorso inverno, ci facemmo carico
della presenza di decine di migranti per più di essanta giorni.

Nell’ultimo anno sono più di 130 posti letto venuti a mancare in città
a causa della chiusura di residenze collettive. A tutto questo si
aggiunge anche la prossima cessazione dei finanziamenti per i progetti
riguardanti i profughi del nord Africa e ancora altre persone
rischiano presto di ritrovarsi per strada.

Noi stiamo partecipando, con altre realtà attive nel territorio della
Cirenaica, al progetto “Condominio Bel(le)trame” per promuovere
attività di inclusione e di risocializzazione per le persone che
vivono al dormitorio pubblico, per far sì che questa struttura sia
inserita nella vita del quartiere e non sia un luogo abbandonato a se
stesso. Ma sia chiaro: è il Comune che deve affrontare il problema di
chi dorme per strada, non c’è sussidiarietà che tenga. L’accoglienza
dei senza fissa dimora è una questione pubblica e, in quanto tale, è
compito dell’assessorato alle Politiche Sociali e dell’ ASP Poveri
Vergognosi (Azienda di proprietà al 96% del Comune di Bologna e al 4%
della Provincia, a cui sono attribuiti questi compiti) intervenire.

Negli anni passati abbiamo contrastato e ci si siamo mobilitati contro
la cosiddetta “accoglienza disincentivante” (io ti do il minimo di
assistenza, ti faccio stare anche male, perché ti voglio far capire
che devi chiedere aiuto nel luogo da cui provieni) lanciata dalla
giunta Cofferati e fatta propria dalle amministrazioni successive.
Adesso, ci sembra che le logiche della BCE e dei suoi esecutori
italiani (i ministri “tecnici” del governo Monti) siano arrivate fino
a Bologna. La crisi ha provocato anche nel nostro territorio un
aumento della povertà come non si era mai visto e non ci vuole molto a
comprendere che quanto fatto finora dal Comune di Bologna sia
insufficiente e, molto spesso, sbagliato.

Avanti di questo passo, la situazione può solo peggiorare e quest o è
un dramma nel dramma.

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