Quei pochi che, peraltro tardivamente, intervengono (sul Manifesto e altrove) a favore dell'intruppamento della Federazione della Sinistra, e specificamente di Rifondazione Comunista, nella coalizione che eufemisticamente si ostinano a chiamare di centrosinistra, trascurano, per intanto, un dato preliminare di non poco conto, e cioè che esso NON è voluto dal PD-SEL, e pour cause, (dall'altra parte il boicottaggio sistematico da parte media televisivi, Tg3 in primis, che cos'è , un endorsement?). Poi si danno a evocare motivazioni cervellotiche e fantasmagoriche, come quelle addotte da un ex-ultrarivoluzionario di lungo corso, il quale sostiene che proprio l'inefficacia delle misure adottate da Monti avrebbe fatto riscoprire a Bersani la cultura del PCI e il ripudio del neoliberismo. Per cui dal risultato delle primarie (Renzi liberista vs. Bersani ri-convertito alla giusta strada) dipenderebbero le sorti del Paese: o definitivo affondamento nel liberismo più bieco oppure svolta a sinistra. Tutti debbono sentirsi parte interna dell' dibattito (ma quale, di grazia?) del PD. Naturalmente dei vincoli "insopprimibili" e degli impegni assunti con l'Europa (pareggio di bilancio, fiscal compact ecc.), che predetermineranno per due decenni la politica governativa di chiunque vinca tra le due frazioni di regime in concorrenza, neppure l'ombra. Al confronto, l'illusionismo dei funamboli di strada è ben poca cosa. Ma tanto rumore per nulla: con ogni probabilità, a dispetto di primarie e di altre amenità, Monti succederà a se stesso.
