To: forumsege@???
From: dwbsco@???
Date: Thu, 11 Oct 2012 18:44:39 +0200
Subject: RE: [forum Sinistra Europea GE] Ilva, al Nautico la rabbia operaia
Che ci fosse stato, nel corso delle interviste uno, dico uno solo, sindacalista che abbia profferito la parola "Riva" e che abbia accennato alle inadempienze da parte dell'azienda nell'investire e nel mettere in atto operazioni di bonifica ambientale a Taranto! No, niente da fare! "Non siamo telecomandati da nessuno", dice un esponente della UILM. Abbiamo aderito, afferma un esponente della FIM-CISL di NoviL., "non perché ci manda l’azienda". EXCUSATIO NON PETITA...
To: ambiente_liguria@???
From: gawen52@???
Date: Thu, 11 Oct 2012 07:29:59 +0200
Subject: [forum Sinistra Europea GE] Ilva, al Nautico la rabbia operaia
Repubblica Genova
Gli operai assediano il Nautico “Non possiamo più aspettare”
Sopraelevata bloccata, momenti di tensione con la polizia
La battaglia dell’acciaio
NADIA CAMPINI
«SALONE, stiamo arrivando », è partito così ieri mattina alle otto da
Cornigliano l’assalto al Nautico dei siderurgici Ilva, usciti in corteo
dai cancelli di via Muratori in seguito allo sciopero di 24 ore indetto da
Fim e Uilm, mentre la Fiom si è defilata, anzi, secondo la denuncia dei
sindacalisti di Fim e Uilm, ieri mattina alle quattro ha fatto
volantinaggio in fabbrica per invitare i lavoratori a non andare in
manifestazione e aspettare l’evolversi della situazione di Taranto.
«Aspettiamo? Cosa vuol dire aspettare? — sbotta uno dei gli operai in
corteo — Non so se quello che facciamo oggi servirà a salvarci, ma almeno
ci proviamo». E la prova di forza lanciata da Fim e Uilm è riuscita. In
via Cantore erano almeno cinquecento i lavoratori in corteo, «Non siamo
politicizzati né telecomandati da nessuno — sbotta Stefano Milone, della
rsu Uilm — qui ci sono solo le bandiere del sindacato e la protesta
l’abbiamo decisa ascoltando il parere dei lavoratori». «Non facciamo
polemiche — dice Armando Cipolla, rsu Uilm — abbiamo dimostrato che anche
Fim e Uilm
possono fare manifestazioni all’Ilva, ora speriamo che la prossima volta
ci sia anche la Fiom».
E Sergio Migliorini, segretario Cisl, spiega che «siamo qui per chiedere
un intervento del governo, dopo rischiamo di arrivare a cose già fatte».
Da Novi Ligure è arrivato anche un pullman di siderurgici piemontesi, dove
pure la spaccatura sindacale non c’è stata e Fim e Uilm non hanno indetto
scioperi. «A Novi abbiamo scelto di non scioperare solo perché temiamo che
la lotta sarà lunga — spiega Moreno Vacchina, della rsu Fim-Cisl — ma
aderiamo comunque alla manifestazione. E non perché ci manda l’azienda.
Tutti i lavoratori che sono qui si sono presi un giorno di ferie per
venire a Genova a protestare ». In coda ci sono anche una quindicina di
camion dei padroncini che rischierebbero di perdere il lavoro se dovesse
saltare lo stabilimento di Cornigliano. I camion hanno seguito il corteo
anche quando ha imboccato la sopraelevata, a distanza di duecento metri
uno dall’altro perché i camion non hanno il permesso di accedere alla
sopraelevata. E i lavoratori hanno marciato verso il Salone, nonostante
tutti i tentativi di mediazione che si sono rincorsi fino all’altra sera e
che hanno cercato di indirizzare il corteo verso la Prefettura per evitare
di danneggiare ulteriormente il Salone già zoppicante.
Il corteo è sceso dalla sopraelevata a Caricamento e ha imboccato
la circonvallazione a mare. Sulla rampa che scende da corso Aurelio Saffi
si è vissuto anche qualche minuto di tensione, quando i manifestanti hanno
visto i poliziotti con gli scudi, ma poi tutto è rientrato.
Ad accoglierli, davanti all’ingresso, gli operai hanno trovato la
presidente della Fiera Sara Armella, che ha espresso «la solidarietà per i
lavoratori che stanno vivendo problemi gravissimi, ma anche qui abbiamo
lavoratori che combattono con momenti di gravi difficoltà». Così il Salone
ha aperto i cancelli a una delegazione di una quindicina di siderurgici
e ha messo a disposizione la sala stampa per dare risalto alla protesta
Ilva, Antonio Apa segretario Uilm ha ringraziato parlando di «un
gemellaggio ideale con i siderurgici, siamo tutti sulla stessa barca». E
Claudio Nicolini, segretario Fim ha avvertito che «senza risposte da parte
del governo qui rischiamo di trovarci con un grosso problema sociale ».
Il corteo ha proseguito poi verso la Prefettura, dove i sindacalisti hanno
incontrato il Prefetto. E alle due la manifestazione si è sciolta.
In piazza anche Doria e Burlando “La politica trovi una soluzione”
«E BURLANDO dov’è?» «E Marco Doria dov’è?». Gli slogan che chiedevano la
presenza dei politici al fianco dei lavoratori hanno iniziato a risuonare
nel corteo già sul ponte di Cornigliano, quando la marcia ha preso il via
e le istituzioni, che pure in altre occasioni avevano garantito la loro
presenza al fianco degli operai siderurgici, non si vedevano ancora. Tra i
manifestanti aleggiava il dubbio, nemmeno troppo nascosto, che le
istituzioni preferissero tenersi lontane dalla protesta perché a guidare
il corteo c’erano solo Fim e Uilm e non anche la Fiom. Così quando in
viale Brigate Partigiane l’assessore regionale al lavoro Enrico Vesco si è
unito al corteo prima che la manifestazione arrivasse al Nautico, tra i
lavoratori è scrosciato l’applauso. «La Regione c’è — ha detto Vesco — si
può e si deve fare in modo che l’ambiente venga risanato senza distruggere
i posti di lavoro». E al megafono Stefano Milone, della rsu Uilm, ha
annunciato di aver avuto la comunicazione che anche Doria si sarebbe unito
alla manifestazione in seguito, visto che sindaco e presidente della
Regione erano impegnati nella riunione del comitato portuale.
Motivi di opportunità devono poi aver spinto i rappresentanti
istituzionali a non unirsi al corteo
davanti al Salone, che già sta vivendo momenti di difficoltà a causa della
crisi della nautica. Quando il corteo ha lasciato la zona della Foce e ha
risalito via Venti Settembre è arrivato così l’assessore comunale allo
sviluppo economico Francesco Oddone che ha ricordato che «rendere
compatibili lavoro e ambiente si può fare, lo abbiamo fatto a Genova ». E
in piazza De Ferrari si è presentato il sindaco, Marco Doria, che si è
beccato anche qualche contestazione. «Dovevi arrivare prima», gli ha
urlato un operaio, ma alla fine è risuonato anche
un debole applauso perché il sindaco ha marciato per un pezzo del corteo a
fianco dei lavoratori. «Non ci può essere un’Italia senza industria nè
un’industria italiana senza la produzione di acciaio — ha detto Doria — è
la politica che deve trovare una soluzione che
consenta di avviare un reale risanamento dell’Ilva di Taranto senza
bloccare la produzione di un’azienda che è fondamentale sia per i posti di
lavoro che garantisce sia per la tenuta economica del paese». «Con la mia
partecipazione a questo corteo — ha aggiunto — ho voluto esprimere la mia
solidarietà ai lavoratori dell’Ilva, che hanno preoccupazioni forti, ma
anche ai cittadini di Taranto, che subiscono l’inquinamento di una
fabbrica che ha inquinato per molto tempo. Tuttavia, ritengo che non sia
possibile risanare l’ambiente di Taranto — cosa che
va fatta assolutamente — chiudendo uno stabilimento in cui lavorano decine
di migliaia di persone e — ha concluso Doria — che alimenta il lavoro di
altri stabilimenti
in Italia».
Pochi minuti dopo in piazza De Ferrari è arrivato anche il presidente
della Regione Claudio Burlando. «E’ chiaro che il punto di equilibrio
tocca alla politica trovarlo — dice Burlando — questo si può fare con
un’intesa tra azienda, governo e magistratura, per dare attuazione ad un
provvedimento della magistratura con modalità che consentano la continuità
produttiva». E sempre in piazza De Ferrari si sono uniti al corteo il
consigliere regionale del Pdl Roberto Bagnasco, i consiglieri comunali del
Pd Paolo Gozzi e Gianni Vassallo e il segretario del Pd genovese Giovanni
Lunardon che in una nota ufficiale con il segretario ligure Lorenzo Basso
ai augura «che le divisioni tra i sindacati, che hanno impedito di
realizzare un’iniziativa unitaria, possano essere presto superate»,
sottolineando che «non è stata una manifestazione contro i magistrati di
Taranto. E’ stata la manifestazione per il lavoro e per il diritto alla
salute», perché «non ci può essere risanamento con la chiusura totale
degli impianti.»
(n.c.)
Bosco: “Non è ancora il momento dell’ira ma non vogliamo dividerci da Cisl
e Uil”
Il segretario Cgil: valutazioni diverse, battaglia comune sul lavoro
MASSIMO MINELLA
«NON c’è contrapposizione con la Cisl e con la Uil. Ci sono, questo sì,
valutazioni differenti sui tempi della protesta. Per noi non è il momento.
Quando e se verrà, non staremo certo con le mani in mano, ma per ora
attendiamo il pronunciamento del gruppo di esperti incaricato dal
governo». Ivano Bosco, segretario genovese della Cgil, riflette su una
protesta che ha diviso le sigle sindacali, con la Cisl e la Uil in piazza
e la Cgil che non ha aderito.
Una nuova spaccatura, segretario?
«No, per quanto mi riguarda
non la considero una spaccatura. Non c’è contrapposizione fra la Cgil da
una parte e la Cisl e la Uil dall’altra sul tema di fondo, che è la difesa
della siderurgia. Abbiamo appena fatto un volantino congiunto sulla
situazione di Novi, stiamo mettendo a punto una grande iniziativa in
difesa delle fabbriche
».
Ma loro erano in piazza e voi no. Come mai?
«Una valutazione differente sui tempi della protesta. Noi, in questa fase,
riteniamo che sia più opportuno aspettare la valutazione dell’Aia
(l’autorizzazione integrata ambientale che deve essere rilasciata dal
gruppo di esperti incaricati dal governo n. d. r.). Il governo si è già
pronunciato a favore di misure che possano rendere compatibili le attività
industriali con l’ambiente. Riteniamo giusto, come Cgil e come Fiom,
attendere ».
E se anche l’Aia dovesse essere negativa, come vi comportereste?
«A quel punto non staremo certo con le mani in mano e ci faremo sentire
parecchio, come abbiamo sempre fatto».
Ma secondo lei come finirà questa vicenda?
«Non so, aspettiamo e, nel-l’attesa, continuiamo a battere sullo stesso
tasto».
E cioè?
«L’acciaio è qualcosa di imprescindibile per l’economia di questa città e
per l’intero Paese. E’ uno dei pezzi che, come Cgil, riteniamo
fondamentali per il rilancio dell’Italia. E non è una battaglia di
retroguardia, ma una battaglia per il futuro, insieme a quella che si deve
combattere per la cantieristica, le aziende Finmeccanica, le riparazioni
navali. Le nostre eccellenze, insomma. Per la cui difesa noi faremo ogni
sforzo possibile ».
Siamo però alla solita contrapposizione fra lavoro e ambiente.
«E’ una cosa davvero inaccettabile. Una contrapposizione di questo tipo
non può e non deve più esistere. Purtroppo, ci troviamo ancora a fare i
conti
con questo, anche in conseguenza dell’assenza di politica industriale in
questo Paese».
In che senso?
«Aver dato mano libera a tutti, aver urlato ai quattro venti “Il mercato
si deve liberare da solo”, insomma, tutta quest’ansia privatistica alla
fine ha portato a una contrapposizione fra le due cose. In assenza di una
regia pubblica si sono fatte scelte sbagliate e ora a pagarne le
conseguenze sono i lavoratori».
Anche in questo caso, si rischia di contrapporre i cittadini ai
lavoratori. Le pare possibile?
«Anche questa è una cosa profondamente sbagliata. A Taranto, ad esempio,
la battaglia
dei cittadini contro le polveri è la stessa degli operai che respirano
quelle polveri. Come si può pensare di metterli su fronti contrapposti? La
battaglia è unica e passa attraverso azioni concreti per rendere
l’ambiente di lavoro più sano e più sicuro. In questo modo si può tenere
insieme il lavoro e la
qualità dell’aria».
A dirsi non sembra poi così difficile. Ma è nella sua applicazione pratica
che si sollevano i problemi.
«Ma guardi che non sto lanciando degli slogan. A Genova ci siamo riusciti,
abbiamo ancora molto da fare, ma abbiamo raggiunto risultati importanti,
proprio a cominciare dall’acciaio.
Ma anche in porto siamo riusciti a concludere iniziative
importanti».
Peccato che a Taranto non si tenti di applicare questo “modello Genova”
che pure ha dato risultati così importanti.
«E’ vero, ma non è così automatico. Ogni territorio ha spinte differenti,
anche dal punto di vista politico. E lo stesso vale per il tessuto
industriale cittadino. La soluzione, a mio avviso, passa da un impegno più
diretto del governo che, se vuole, ha tutti gli strumenti normativi per
intervenire, in una situazione d’emergenza come questa. Non stia con le
mani in mano, lo faccia».
--
Carlo
Forum Sinistra Europea Genova
http://versose.altervista.org/
http://sinistraeuropeagenova.wordpress.com
__._,_.___
Reply to sender |
Reply to group |
Reply via web post |
Start a New Topic
Messages in this topic
(2)
Recent Activity:
Visit Your Group
Switch to: Text-Only, Daily Digest • Unsubscribe • Terms of Use
.
__,_._,___