著者: sofista@virgilio.it 日付: To: cm-roma 題目: Re: [cm-Roma] CAMBIAMO LA PARTENZA DELLA CM? (sofista)
Ricordare Eva è cosa meravigliosa.
La volontà di verità e di giustizia verso tutte le vittime della strada (e di un sistema capitalistico assassino) che, a Roma, continuano a cadere, dovrebbe spingerci a mantenere l'impossibile memoria anche di chi non conosciamo. Il ricordo di Eva, come la poesia annunciata dall'alto della Snia, a fianco di una bici bianca, è per le strade. Credo ci sia una traccia mnestico-antropologica di matrice cristiana nell'attaccamento ad un luogo di martirio. Non credo che abbiamo bisogno di cristianesimo. A Roma, poi.
Il combattimento di una classe è per il cambiamento, e non solo di quella classe. I ciclisti possono anche essere una sorta di avanguardia della civiltà; ma questo accade per tutti, ed il rispetto delle intelligenze eventuali delle persone le vorrebbe non altrimenti classificabili per via del mezzo di locomozione. Venute meno le chiare partizioni di un tempo, oggi la categoria cui si sceglie di appartenere è una questione antropologica. Ci sono diversi motivi concorrenti a persuaderci a favore di una scelta: l'economicità della bicicletta così come il crimine cui, vagamente, si partecipa perchè inseriti in un sistema consuimistico che schiaccia il Delta del Niger per rubare il petrolio. A cosa diamo peso?
Non mi pare che rimanendo a via dei Fori Imperiali, da due anni, stiamo convincendo qualche amministrazione, nonostante gli annunci di Meravigliosi Piani di Mobilità Ciclabile. Non è che andandocene la "diamo vinta" a qualcuno. Il conflitto andrebbe portato in alto. Dovremmo partire dal Campidoglio. Sputare in faccia a quei fascisti ladri cui non serve affatto stringere la mano. Solo che l'interlocutore che alcuni credono di avere, in realtà, non esiste.
La "sovrapposizione" non è con salvaiciclisti. Analizzando e autocriticandoci, tutti, si vede che SIC ha materialmente operato una critical mass non autorizzata dopo una grande raduno statico lo scorso aprile, avvenuto per un tema vitale come la sicurezza per le strade. Una grande, bella manifestazione, a Via dei Fori imperiali. Non è certo questione di copyright, ma se si usano certi concetti e pratiche sarebbe onestà riconoscerne la pertinenza storica. E le matrici politiche. SIC ha potuto fare una cm perchè la cm esisteva da anni. E la cm è un evento politico. Non certo di destra. Ma manco dei Verdi.
Ovviamente il rumore di fondo in ogni scambio qui in lista come nelle conversazioni fra cicloattivisti è non "dell'opportunità di partire da un luogo altro" quanto della "caduta tendenziale del saggio di conflitto" che la critical mass romana ha sperimentato negli anni. Per chi se la ricorda nel tempo. Questo è un fatto che non si affronta per definizione, con l'associazionismo. Nè con facebook. E' un fatto socio-politico che andrebbe spiegato con le/alle giovani generazioni. Anche con pipponi volantinati e con serate di discussione. Questo è il problema, altrove definito la "deriva aperitivistica" dei movimenti, inclusa la critical mass.
L'apoliticità non mi convince. La sola lotta per la vivibilità delle strade è una lotta che in passato si sarebbe detta, in modo ideologico e altisonante, di retroguardia borghese, sensibile agli umori del mercato elettorale, depotenziata della carica rivoluzionaria. Non è che basti andare in bicicletta per iniziare a fare tutto quello che vorremmo vedere sovvertito in qualcosa di diverso. Serve anche andare in bicicletta.