Mercoledì 12 settembre dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale 
di genova, 537° ora in silenzio per la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito.
Altre info su 
www.orainsilenzioperlapace.org
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*_Plutone riemerge dagli inferi_*
«Site Pluto» (sito Plutone) era, durante la guerra fredda, il maggiore 
deposito di armi nucleari dello U.S. Army in Italia. Nei suoi 
sotterranei, all'interno di una collina a Longare (Vicenza), si tenevano 
oltre *200 ordigni nucleari «tattici»*: missili a corto raggio, 
proiettili di artiglieria e mine da demolizione. Pronti a scatenare 
l'inferno nucleare sul territorio italiano. Dismesso ufficialmente nel 
1992 come deposito, il sito è stato in parte adibito a comunicazioni 
satellitari. È andato, cioè, quasi in letargo. */Ora però Plutone si sta 
risvegliando/*, pronto a riassumere la sua piena funzione bellica. Sono 
in corso lavori all'interno del suo perimetro recintato e presidiato. Il 
progetto prevede la costruzione di un edificio di 5mila m^2 , in cui 
saranno addestrati con tecnologie d'avanguardia i soldati Usa, 
soprattutto quelli della 173a brigata di stanza a Vicenza. Nessuno sa 
però quali reali attività si svolgeranno dietro il suo muro di 
«protezione», alto 6 metri. Né, tantomeno, a quale uso saranno adibiti i 
sotterranei del sito. Continuano così i misteri di Plutone, sotto la 
cappa del segreto militare, garantito al Pentagono dagli accordi segreti 
tra i due governi. Nessun mistero, invece, sul fatto che la 
riattivazione del sito rientra nel rafforzamento dell'intera rete di 
basi militari Usa nel territorio di Vicenza: qui si è insediato lo U.S. 
Army Africa e la potenziata 173a brigata è stata autorizzata nel 2007 
dal governo Prodi a costruire una nuova base nell'area del Dal Molin. Si 
apre a questo punto uno scenario ancora più inquietante: come dichiarato 
da Francesco Cossiga il 28 febbraio 2007 al senato, la 173a brigata è 
«strumento del piano di dissuasione e di ritorsione, anche nucleare, 
denominato Punta di diamante». Gli Usa - conferma la Federazione degli 
scienziati americani in un rapporto del maggio 2012 - mantengono *50 
bombe nucleari per aereo ad Aviano (Pordenone) e 20 a Ghedi Torre 
(Brescia).* Non sono residuati bellici della guerra fredda, ma 
efficienti *bombe B-61, oltre dieci volte più potenti di quella di 
Hiroshima*, che a lotti verranno sostituite da una nuova bomba nucleare, 
*la B**61-12, molto più potente*. Le bombe sono tenute in speciali 
hangar insieme ai caccia pronti per l'attacco nucleare: F-16 
statunitensi ad Aviano e Tornado italiani a Ghedi Torre. L'aeronautica 
italiana ha partecipato all'esercitazione Usa di guerra nucleare 
«Steadfast Noon», nel maggio 2010 ad Aviano e nel settembre 2011 a 
Volkel AB in Olanda. Non è quindi escluso che il riesumato *«Site Pluto» 
servirà anche a esercitazioni di guerra nucleare ed eventualmente, di 
nuovo, come deposito e centro di manutenzione di armi nucleari. 
Soprattutto quando gli F-16 e i Tornado verranno sostituiti dai caccia 
F-35 di quinta generazione, per i quali è stata progettata la nuova 
bomba nucleare B61-12.* Al cui lancio si prepareranno anche gli F-35 
italiani. L'Italia continuerà così a violare il Trattato di 
non-proliferazione che ha sottoscritto, impegnandosi solennemente a «non 
ricevere da chicchessia armi nucleari, né il controllo su tali armi, 
direttamente o indirettamente». Questo e altro si cela nei sotterranei 
di «Site Pluto», sulla cui superficie verrà costruito un edificio che, 
si garantisce, sarà a basso impatto ambientale, dotato di pannelli 
fotovoltaici per non inquinare.
il manifesto 2012.09.04 - Manlio Dinucci