Autor: usiait1@virgilio.it Data: Dla: redditoxtutti CC: coordnazionale_lavoratoridelsociale Temat: [Redditoxtutti] Resoconto iniziativa di oggi (17 agosto 2012) da
slai cobas per il sindacato di classe.... oltre 3000 in piazza a TA contro
la visita dei ministri pro Riva
Riceviamo e inoltriamo come contributo di informazione alternativa
dallo SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE DI TARANTO
Inotra la Segreteria nazionale confederale dell'USI UNIONE SINDACALE ITALIANA (fondata nel 1912),
che solidarizza con operaie e operai, con la cittadinanza che fa dell'autorganizzazione una pratica di massa,
collegando l'intreccio tra salute, ambiente e lavoro-occupazione-salario, senza piegarsi a padrini e padroni e
senza collaborazionismo di classe...pratiche e principi che l'USI sostiene e pratica da 100 anni...ORA E SEMPRE RESISTENZA
oltre 3000 in piazza a TA contro la visita dei ministri pro Riva
E' stata innanzitutto una grande assemblea popolare la risposta del
'Comitato lavoratori cittadini liberi e pensanti' alla visita dei ministri
Passera e Clini a Taranto, e alla "zona rossa" con cui lo Stato ha blindato
questa visita.
Dal palco, con un improvvisato Apecar artigianale - a quello vero era
vietato l'accesso - si sono susseguiti interventi di operai, lavoratori,
cittadini, donne, che hanno denunciato la gravità degli effetti
dell'inquinamento provocato dai padroni dell'Ilva alla salute e alla vita
della gente, con il racconto di morti per tumori, di adulti e bambini, che
hanno colpito famiglie del popolo e oggi alimenta la rivendicazione piena
del diritto a non morire più, a non ammalarsi in forme così eclatanti in
alcuni quartieri, a potersi curare; questa è l'anima effettiva del Comitato
che ne amplia la partecipazione dopo ogni iniziativa e che si trasforma
anche in un fenomeno di cittadini che prendono la parola per la prima volta
in contesti così grandi. Ci sono stati poi interventi che hanno denunciato
come l'inquinamento abbia prodotto danni ad altri settori della vita
economica e sociale della città, vedi i miticultori.
E' da qui che nasce il grido di ribellione e la volontà di lotta di numerosi
cittadini che stanno partecipando alle iniziative. L'assemblea popolare ha
dimostrato che questo grido deve essere raccolto e non si può soffocare con
denunce e divieti, che vi è un risveglio della popolazione di Taranto e che
tanti cittadini si stanno prendendo il diritto di parola e devono essere
ascoltati.
Alcuni operai hanno denunciato il clima in fabbrica, dove l'azienda e i
sindacati aziendalisti stanno promuovendo degli scioperi a difesa
sostanzialmente di Riva e dell'azienda così com'è adesso. Alcuni operai
hanno preso coscienza anche attraverso questo movimento della gravità del
problema dell'inquinamento fuori dalla fabbrica e sono divenuti assai
sensibili e vogliono che questa situazione venga affrontata realmente.
Altri interventi hanno solidarizzato e invitato a solidarizzare - invito
raccolto - con la Magistratura e il giud. Todisco che con la sua inchiesta
ha messo realmente a nudo il problema cominciando a colpire i responsabili,
padron Riva, Emilio e Nicola, come il dirigente Capogrosso, sono ancora ai
domiciliari, e l'ordinanza impone perentoriamente interventi per mettere
fine alle violazioni.
L'assemblea si è svolta costantemente in un clima di partecipazione, di
applausi, di slogan - molti mutuati dallo stadio vista la presenza di una
forte componente ultras. L'assemblea ha denunciato le istituzioni, dal
sindaco Stefano, a Florido, a Vendola, come silenti e complici delle
violazioni in materia di sicurezza e ambiente dell'Ilva, peraltro ora al
centro anche di un'inchiesta di corruzione che tocca politici, funzionari,
sindacalisti, ecc.
Dopo l'assemblea popolare la spinta dei partecipanti è stata verso un corteo
che violasse la "zona rossa" e portasse fin sotto la prefettura la protesta,
là dove i ministri erano intanto giunti. E un corteo è partito e ha fatto,
ingrossandosi, il breve pezzo che va da p.zza Immacolata a p.zza Della
Vittoria. Qui ha trovato la barriera del massiccio spiegamento della polizia
e la scelta del Comitato, che ha messo su allo scopo anche un 'servizio
d'ordine', è stata di fermare lì la protesta, scelta accettata a fatica da
una parte dei manifestanti.
Ma a Taranto oggi vi è stata anche un'altra manifestazione, centinaia di
operai hanno partecipato allo sciopero e al blocco promosso da Fim e Uilm,
ma in realtà voluto dall'azienda che ha visto i portavoci aziendali nelle
fila operaie farla da padroni. Uno sciopero negativo che lo Slai cobas, con
un volantinaggio di questa mattina, ha invitato a boicottare.
Nella piazza in cui si è radunato il Comitato è stato presente lo Slai cobas
per il sindacato di classe, con rappresentanti di operai Ilva, precari,
disoccupati, prima di tutto per effetto di un divieto che ha negato allo
Slai cobas la possibilità di tenere un presidio sotto la prefettura per
esprimere direttamente la protesta contro la visita dei Ministri - la
questura ha costretto tutti a manifestare solo in p.zza Immacolata.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe aveva striscioni ben chiari:
"Contro padron Riva e lo Stato dei padroni, difendiamo con la lotta la
salute e il lavoro", "Per il lavoro e il salario garantito, uniti nella
lotta operai e disoccupati" - che rappresentano la battaglia quotidiana
fatta in Ilva e in città.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe non si trincea nell'anonimato e
difende realmente lavoro e salute battendosi soprattutto in fabbrica contro
Riva, non per la chiusura dell'Ilva ma per imporre con la lotta il suo
effettivo, e controllato dagli stessi operai, risanamento e ponendo
nell'unità tra operai e masse popolari la via per ottenere il massimo dei
fondi, interventi immediati per la bonifica dei quartieri più colpiti e il
rafforzamento delle strutture per la tutela della salute.
Lo Slai cobas si batte perchè tutto il movimento assuma questa linea e per
questo ha rivolto la sua iniziativa e le sue parole d'ordini anche alla
massa di partecipanti all'iniziativa del Comitato. Questo non sta bene a chi
invece vuole la chiusura dell'Ilva e vede in questo la soluzione e
contrappone la lotta per la salute alla lotta per il lavoro in Ilva. Una
posizione dannosa agli operai e alle masse popolari e controproducente
rispetto agli obiettivi che ci si pone.
Ma naturalmente la questione principale resta la mobilitazione autonoma da
padroni, governo e sindacati confederali degli operai dell'Ilva e
dell'indotto, arma indispensabile per vincere in fabbrica e in città.
La mobilitazione deve continuare e da parte nostra noi lavoriamo per uno
sciopero e un'assemblea autonoma degli operai Ilva, così come va raccolto,
oltre l'attività del Comitato, l'appello a formare comitati popolari nei
quartiere ed altri strumenti di organizzazione necessari ad una battaglia
così grande e nello stesso tempo difficile e complessa.