Cari amici del manifesto, sono un detenuto presso il carcere di Sulmona (Aq), ho 36 anni e quasi la metà trascorsi in carcere.
Sono un ergastolano «ostativo», la pena più atroce, perché ti ammazza lasciandoti vivo, una pena lunga, dolorosa, disumana, che non finsice mai.
Spesso un ergastolano pensa di essere morto pur essendo vivo perché vive una vita senza vita. Ad una persona si può togliere la libertà, ma non per sempre, per questo l'ergastolo, «la pena di morte viva», è più atroce e inumana di tutte le altre morti.
Forse non tutti sanno che in Italia esiste l'ergastolo ostativo ai benefici penitenziari (art. 4 bis O.p.), che esclude cioè l'accesso alle misure alternative al carcere rendendo questa pena un concreto «fine pena mai».
Qual è la differenza tra la pena di morte e l'ergastolo ostativo? Non ce nè, perché entrambe eliminano l'individuo. La prima è uccisione immediata; la seconda uccide da vivo, lacera l'anima, tortura giorno dopo giorno; è una morte a rallentatore. Lo Stato delega così al tempo, alla natura, il «lavoro sporco».
Ci vuole tanta disumanità e cattiveria per far marcire una persona in cella per sempre, perché quando non si ha nessuna speranza è come non avere più vita. Continuare a tenere dentro una persona quando non è più necessario è un crimine contro l'umanità.
Ogni persona dovrebbe avere diritto ad una speranza, ad una seconda possibilità.
Mi preme rendere «manifesto» che nelle ultime settimane è stata avviata una petizione per l'abolizione della pena dell'ergastolo, promossa da alcuni detenuti, da singoli cittadini, da associazioni (testo e possibilità di firmare su
www.carmelomusumeci.com)
E' un tema dfficile ma sicuramente troverà il consenso delle persone che credono nei valori costituzionali e nell'uomo.
Prendiamo atto della realtà che ho brevemente descritto e uniamoci in questa battaglia di civiltà, adesso, oggi, senza aspettare un domani che potrebbe non arrivare mai, come il fine pena degli ergastolani ostativi.
Giuseppe Minardi, Sulmona
Ugo Beiso
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere sempre Mahatma Gandhi