Prima era uscita allo scoperto la destra a parlare di liste civiche o, comunque, fiancheggiatrici, per le elezioni politiche venture, atteso l'abbassamento, assieme all'appeal, del bacino elettorale di Berlusconi: ne conseguiva l'impellente necessità di trovare i modi di un rinsanguamento come che fosse. Ora, con lo scopo dichiarato (ma sarà quello vero?) di tagliare l'erba sotto i piedi di Grillo, si profila una lista civica, arancione, promossa da alcuni sindaci reduci da clamorose, inattese vittorie elettorali (Pisapia, De Magistris ecc.) del centrosinistra. (Pisapia in un'intervista si era spinto a parlare di questa lista come della "terza anima del centrosinistra"). Ora a me sembra si possa affermare che rispetto all'elettore medio grillino trovarsi di fronte come candidato un sindaco, fosse anche il suo, o un funzionario di partito non faccia alcuna differenza, appartenendo ai suoi occhi entrambi alla Casta. L'obiettivo dichiarato mi pare mancato in partenza. In realtà, io credo che si punti ad altro: da una parte, a conseguire attraverso nomi prestigiosi della "premiata" società civile quel consenso che non arriverebbe a partiti alquanto sputtanati (tanto più sputtanati dall'inciucio Bersani- Vendola, aperto - ma con cautela, in un secondo tempo post-elezioni - al clerico-moderato Casini). Dall'altra, sottrarre voti "radicali" alla Federazione della Sinistra o al fronte alternativo che, attorno ad essa, potrebbe formarsi. Qualcosa del genere non è già successo a Genova con la "lista Doria"?