01/08 - SPIA COLOMBIANA RIVELA PIANI DI AGGRESSIONE MILITARE
CONTRO IL NICARAGUA
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La spia colombiana catturata lo scorso giugno in Nicaragua ha
rilasciato dichiarazioni relative ad un piano di aggressione
militare, ordito dal guerrafondaio regime narco-mafioso colombiano,
contro la patria di Sandino.
Luis Felipe Ríos Castaño, questo il nome dell'agente
dell’intelligence militare colombiana condannato a 16 anni di
reclusione per aver spiato diverse istallazioni militari
nicaraguensi, in un video realizzato dall'Esercito e diffuso dalla
stampa di Managua ha affermato che la Colombia ha acquisito missili
sudcoreani a media gittata per eventuali attacchi aerei contro il
Nicaragua, con il quale ha aperta una disputa per le isole caraibiche
di San Andrés e Providencia. L'agente ha rivelato che “gli
armamenti che stanno acquistando saranno utilizzati per attacchi con
missili cruise, e che non si pensa ad uno sbarco di truppe”,
spiegando che le Colombia intende avvicinarsi il più possibile con
aeronavi, e da qui bombardare le basi militari.
Ríos Castaño, accusato di sottrazione di informazioni militari, ha
affermato che la Colombia possiede navi da guerra FC-1500, caccia
Kfir ed elicotteri Arpia, di produzione israeliana, dotati di missili
Stihl, con una gittata di 250 km, e che sta acquisendo sottomarini
tedeschi.
Fra i compiti assegnati all'agente colombiano c'era quello di sapere
se il Nicaragua, in caso di conflitto armato, possa contare
sull'appoggio di Venezuela, Russia, Iran o Cuba.
Al di là delle informazioni militari rese pubbliche dall'esercito
nicaraguense, fra quelle fornite da Ríos Castaño, la vicenda dà
l'ennesima conferma del carattere guerrafondaio e arrogante del
governo Santos, che in piena continuità col suo predecessore Uribe,
si fa beffe del diritto internazionale, lavora incessantemente
(ancorché con un profilo più basso di quello mantenuto da Uribe)
contro i governi democratici e progressisti della regione, e si
configura come la testa di ponte degli interessi nordamericani nel
continente, in piena analogia col ruolo che gioca lo stato d'Israele
in Medio Oriente.
29/07 - TERRORISMO DI STATO ASSASSINA DUE LEADER DEI MINATORI IN
SCIOPERO IN ANTIOQUIA
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Da diversi giorni sono in sciopero 70 lavoratori della miniera
Providencia, che si trova nel territorio del municipio di Remedios,
nel nordest del dipartimento di Antioquia.
La risposta dell'azienda R.O.C., contrattista della azienda Zandor
Capital, detentrice dei diritti di sfruttamento nella suddetta
miniera, alle legittime richieste dei lavoratori, è stato il
licenziamento in massa degli scioperanti.
Lo scorso 25 luglio i leaders sindacali Jaminson Adrian Amaya e
Nelson Cavidad hanno pubblicamente denunciato questi gravi fatti in
una trasmissione delle televisione regionale Teleantioquia; appena
due giorni dopo entrambi i sindacalisti sono stati assassinati.
Dalla fusione fra la Zandor Capital e la Medoro Resourses è sorta la
Gran Colombia Gold, alla quale il narco expresidente Uribe ha
consegnato anche la Frontino Gold Mines, multinazionale che dalla
metà dell'Ottocento sfrutta i filoni auriferi della zona.
Uribe ha poi posto come rappresentante legale della Gran Colombia
Gold la sua amica María Consuelo Araújo, costretta a dimettersi
dall'incarico di ministra degli Esteri durante la presidenza Uribe
perché sorella del senatore Álvaro Araújo Castro, condannato per
associazione a delinquere e paramilitarismo.
Nulla di nuovo sotto il sole, visto che la Gran Colombia Gold non ama
chi si oppone ai propri progetti; basti pensare al brutale assassinio
del sacerdote del municipio di Marmato, Reynel Restrepo, che
sosteneva apertamente la lotta della popolazione locale contro il
progetto previsto da questa multinazionale per lo sfollamento forzato
degli abitanti.
Il capitale transnazionale sfrutta le ingenti risorse del sottosuolo
colombiano e la forza lavoro locale, costretta a lavorare in
condizioni disumane; e chi alza la testa per far valere i propri
diritti viene trucidato dal terrorismo di uno Stato che è sempre
più il comitato di affari di grandi aziende e oligarchia, e che
assegna a sicari paramilitari il compito di massacrare scomodi
sindacalisti e difensori dei diritti umani.
25/07 - FARC: “OCCORRE UNIFICARE LA RIBELLIONE DEL POPOLO
COLOMBIANO”
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Il 22 luglio scorso il Segretariato dello Stato Maggiore Centrale
delle FARC-EP ha diffuso un comunicato in cui analizza l'attuale
situazione colombiana: “Quello che la popolazione del Cauca e gran
parte della Colombia sta esigendo”, si legge nel comunicato, “è
che cessi la guerra contro di essa. La guerra delle operazioni
militari e paramilitari, dei bombardamenti e dei mitragliamenti,
della terra bruciata e degli imprigionamenti di massa,
la guerra del saccheggio e della messa al bando. Quello che Santos e
tutta l'oligarchia, proni davanti al gran capitale, sostengono nei
loro discorsi e attraverso i propri media, è che sono le FARC, che
non esitano a qualificare con i peggiori aggettivi, ad essere
arrivate nel Cauca per interferire nella vita dei suoi abitanti. Per
questo proclamano che tutti devono lanciarsi all'attacco contro di
noi, mentre denunciano furiosamente chiunque gli si opponga. La
verità è molto diversa, gli aggressori sono loro, loro sono i ladri
e i violenti”.
Il comunicato afferma altresì che il regime colombiano è permeato
dalla corruzione, e che non ha alcun interesse a trovare soluzioni ai
gravi problemi che il popolo subisce, chiarendo che la
militarizzazione è una conseguenza della volontà di appropriazione
delle risorse del territorio: “Nessuno, se minimamente obiettivo,
può ignorare il fatto che in Colombia oggi esiste una simbiosi
fondamentale fra i grandi progetti di estrazione mineraria,
energetici o agroindustriali e l'offensiva militare condotta contro i
territori occupati da coloni, lavoratori tradizionali nel campo
dell'estrazione mineraria, comunità nere o indigene”.
Infine, le FARC fanno un appello per “la coscienza,
l'organizzazione, la protesta, la resistenza e la mobilizzazione
attiva”, allo scopo di “aggregare e unificare la ribellione del
popolo colombiano” .
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