[NuovoLab] I: ...per altri 12 NO TAV misure restrittive/acca…

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著者: cobas comunege
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To: Ambiente Liguria, Mailing list del Forum sociale di Genova
題目: [NuovoLab] I: ...per altri 12 NO TAV misure restrittive/accanimento su Giorgio Rossetto









 
Ricevo ed inoltro.
Andrea Tosa (Cobas Genova)
347/4112598
 
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IN VAL SUSA CONTINUA LA " CACCIA ALLE STREGHE"
Nuove misure restriittive per altri 12 compagnie rei di aver manifestato nell'avviversario della battaglia di Venaus l'8 dicembre 2011.
Su Giorgio Rossetto è in corso un accanimento  particolare , decaduti ieri gli arresti domiciliari gli è stato comminato il domicilio coatto a Bussoleno e l'obbligo dalle ore 21 alle ore 7 di permanenza in casa. 
Inquirenti e questurini non sanno più cosa inventarsi per tentare di fermare una lotta diffusa e popolare,sono dei poveri illusi e cotardi , sono talmente ignoranti  da non sapere che non " si può fermare il vento"!
Hasta la vittoria !!
Vincenzo Miliucci - COBAS
  COMUNICATO STAMPA COMITATO DI LOTTA POPOLARE SULLE RESTRIZIONI AI 12 NO TAV






Oggi, 31 luglio, agenti della digos di Torino si sono presentati presso le abitazioni di 12 No Tav e presso il campeggio No Tav di Chiomonte per notificare altrettante denunce per resistenza aggravata e lesioni, e alcune misure cautelari. I fatti contestati sono quelli dell’8 dicembre 2011, quando, nel giorno dell’anniversario della cacciata delle truppe del 2005, migliaia di persone si recarono in Val Clarea per ribadire la contrarietà più ferma alla presenza in valle delle truppe d’occupazione presenti dal 27 giugno, e alle recinzioni che delimitano l’area in cui dovrebbero svolgersi i lavori preliminari per il tunnel geognostico di Chiomonte.
Fu una giornata di lotta, di sfida alle mafie Sì Tav e al loro apparato militare, cui le FFOO risposero con violenza estrema, lanciando gas lacrimogeni al CS non appena tentammo di avvicinarci alle reti, non senza cercare il ferito e magari il morto tra i manifestanti (in particolare puntando ripetutamente alla testa dei No Tav le granate lacrimogene). Un compagno perse un occhio per questo motivo, mentre Yuri, 16 anni, del Komitato Giovani No Tav, oscillò tra la vita e la morte per 24 lunghissime ore, per poi ristabilirsi soltanto parzialmente dopo mesi di cure. Ha infine completamente perso l’udito da una delle orecchie.
Questa repressione fu brutale e premeditata, dimostrando ancora una volta che, quando interessi troppo grandi sono in ballo, la democrazia dell’austerity non esita a mettere a rischio la vita delle persone, pur di procedere nei suoi intenti. Proprio in quei giorni, d’altra parte, si insediava il governo Monti che, per voce del ministro Passera, ribadiva il carattere prioritario e irrinunciabile del Tav: non ci stupimmo, visto che i tecnocrati che ci governano hanno il compito preciso di scaricare i costi della crisi su tutti noi, per massimizzare ancora una volta i profitti di una cricca di parassiti capitalisti. Di una simile visione della società, e di simili interessi, il Tav è uno dei costituenti esemplari.
Oggi, ancora una volta, la magistratura torinese si schiera contro la Val di Susa, imponendo restrizioni ai movimenti di 12 compagni colpevoli soltanto, come tutti noi, di avere difeso la nostra terra. Per l’ennesima volta, e a sette mesi dall’operazione coordinata da Caselli il 26 gennaio, si mostra di credere che le denunce e i processi possano fermare un movimento popolare di massa, un movimento resistente, che non arretrerà di un metro dopo questa operazione, come non ha arretrato dopo le precedenti. Operazione tanto più grave perché assume carattere persecutorio nei confronti di un compagno del Comitato di Lotta Popolare, Giorgio, che soltanto ieri aveva visto gli arresti domiciliari commutati in divieto di dimora in alcuni comuni della valle; da oggi gli si impone l’obbligo di dimora a Bussoleno e quello di permanenza presso la propria abitazione tra le 21 e le 7. Provocazione tanto più evidente perché un altro indagato, Max, è stato
“prelevato” nella notte al campeggio di Chiomonte per la notifica di un obbligo di dimora mentre Luca, giovane del Comitato, è stato prelevato a casa sua, caricato in macchina e portato in Questura a Torino.
Nulla di tutto questo fermerà il movimento o incrinerà la sua convinzione nelle proprie ragioni. Nulla di tutto questo cambierà la nostra opinione sul Tav e sulla necessità di una resistenza aperta contro di esso. Nulla di tutto questo cambierà la storia di vergognose violenze di polizia che ha contraddistinto la giornata dell’8 dicembre 2011. Nessuna denuncia e nessun processo intaccherà la fermezza del movimento nella lotta: ci vorranno tempo e sacrifici, ma infine una per una le recinzioni del cantiere verranno giù.
Comitato di Lotta Popolare di Bussoleno





La miserabile vendetta del fronte Sì Tav (da Info Aut)



12 denunce per la manifestazione dell'8/12/11 - Restrizioni e obblighi per 8 compagni - Accanimento contro Giorgio Rossetto.
 
La Questura di Torino non starà più nella pelle e certo gongolerà per le nuove limitazioni che può impunemente elargire contro generosi compagni del movimento notav. 12 di loro sono stati oggi raggiunti da notifiche di indagini e provvedimenti di natura disciplinare che ne limitano fortemente le libertà personali.
Per 8 di loro le restrizioni sono particolarmente dure: divieto di recarsi a Chiomonte o, in alternativa, obbligo di dimora nel comune di residenza (alcuni lavorano fuori del loro comune!). A Giorgio Rossetto, l'obbligo di dimora nel comune di Bussoleno e il divieto di uscire dalla propria abitazione dalle 21.30 di sera alle 6.00 del mattino. Se questo non è accanimento...
3 di loro sono residenti in Val Susa, 1 a Milano, 8 a Torino ma alcuni di loro da almeno un anno hanno eletto la Val di Susa a loro residenza principale. Tutti sono indagati per resistenza e lesioni alle forze dell'ordine, "aggravata dal fatto di aver compiuto il reato in più di 10 persone", complici - scrive il gergo questurino - di avere partecipato a più riprese al perseguimento di un medesimo disegno criminoso... La colpa è ancora quella di aver difeso e ostinatamente continuare a difendere la Val di Susa e quell'idea alta di alterità ad un presente di miseria. Qualità che il movimento notav continua ad incarnare senza mai mollare la presa. Come quel compagno che stamattina è stato portato via dal campeggio di Chiomonte per una notifica in Questura, facendosi una bella risata.
Vengono chiamate in causa le lesioni a 9 esponenti delle forze dell'ordine. Vorremmo poi vedere l'entità effettiva visto che le centinaia tirate in ballo per le giornate del 27 giugno e del 3 luglio si sono rivelate (nell'80% dei casi) codici bianchi, piccole slogature e intossicazioni da gas CS.
Vorremmo invece ricordare noi cosa successe quell'8 dicembre per cui questi compagni sono chiamati a pagare un duro prezzo nella limitazione della loro libertà. Fu una giornata di lotta come tante, che si articolò in due momenti paralleli: l'occupazione dell'autostrada a Susa e un'assedio al cantiere nei pressi della baita Clarea. Qui, il movimento fu fatto oggetto di tiri al bersaglio coi gas Cs (come mostra bene la foto sopra riptodotta). Bollettino: un compagno perse un occhio e un giovane valsusino di 16 anni rimase profondamente ferito all'orecchio (è tutt'ora sotto stretta osservazione e la sua vita è stata profondamente modificata da quel giorno - non al sua determinazione notav!).
Come leggere queste nuove disposizioni della Questura di Torino?
Sembrano tanto la ripicca rancorosa di chi continua a non ottenere alcun risultato, non riuscendo a piegare l'ostinazione di chi continua a lottare senza perdere colpi, indisciplinat* e mai piegat*, come diceva qualcuno: "liberati dalla paura di delinquere".
Festeggino pure la loro miserabile vendetta, il movimento notav è sempre pronto e saprà rispondere anche a questa ennesima provocazione, mantenendo la barra dritta e la determinazione adeguata, come ha fatto nelle 2 settimane di lotta appena passate.
 
A sarà dura!
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 No Tav. Altre denunce e obblighi di dimora( da Federazione Anarchica Torinese)

Martedì 31 luglio. Con puntualità e precisione sono stati recapitati 12
avvisi di garanzia con tanto di misure restrittive della libertà a 12 No
Tav. Questa mattina all’alba la digos ha prelevato dal campeggio Max /
Obelix e gli ha notificato l’obbligo di dimora a Torino, stessa sorte
toccata a Giorgio cui, oltre al domicilio coatto a Bussoleno, è stato
imposto il coprifuoco notturno. Ad altri cinque No Tav è stato notificato
il divieto di ingresso a Chiomonte. Il pubblico ministero aveva chiesto
che fossero arrestati, ma il Gip ha preferito misure restrittive più
lievi.
Tutti e 12 sono accusati di resistenza, lesioni e violenza a pubblico
ufficiale per la giornata di lotta alle reti dell’8 dicembre scorso. Una
giornata durissima per i No Tav che scelsero di andare in Clarea.
Gli uomini in divisa ebbero ordine di colpire e fare male: ci furono
numerosissimi feriti di cui tre molto gravi. Un No Tav padovano ci ha
rimesso un occhio, uno di Venaus ha perso l’udito da un orecchio, dopo
essere stato a lungo in prognosi riservata.
Oggi sono arrivati i nuovi pacchi dono della Procura. Non sono i primi,
non saranno certo gli ultimi, poiché le veline dei giornali da tempo
annunciano nuovi provvedimenti per le occupazioni dell’autostrada di
quello stesso 8 dicembre e dello scorso fine febbraio.
La Procura torinese continua nel suo lavoro di cane da guardia del partito
trasversale degli affari. Abbaiano e azzannano ma il movimento non si tira
indietro. Anzi. La marcia di sabato scorso è stata la miglior risposta a
chi pensa che denunce, restrizioni, fogli di via, botte possano spaventare
i No Tav.
Sempre più gente sta imparando cosa sia la democrazia reale. Sempre più
gente pratica la politica del basso, in autonomia dall’istituito, nella
consapevolezza che la libertà non si mendica ma si conquista. Pezzo per
pezzo.

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