mercoledì 1 agosto dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di
genova, 531° ora in silenzio per la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito
Altre info su
www.orainsilenzioperlapace.org
*_L’arte della pace_*
*__*
«Laguerra si fonda sull’inganno » scriveva nel V secolo il generale
cinese Sun Tzu . Mai come ora il potere della disinformazione avvalora
questo assunto*: è falso che il militare crei ricchezza e nuova
occupazione*.
Lo argomentano nel progetto di ricerca/Le armi : un investimento
negativo/(Science for peace 2011) un gruppo di ricercatori molto
conosciuticome Chiara Bonaiuti, Giorgio Beretta, Francesco Mancuso e
Francesco Vignarca. La spesa militare nel mondo ha raggiunto nel 20011il
nuovo recorddi *1738 miliardi di dollari*, *3,3 milioni di dollari al
minuto,* secondo le stime che il /SIPRI/ (/Stockholm Internationalpeace
reserch institute/) ha pubblicato ad aprile.
Risorse pubbliche che vengono spostate da obbiettivi civili verso spese
militari finalizzate all’aggressione.
Per eliminare la povertà nel mondo basterebbero *760 miliardi di dollari
in 15 anni*, cioè una frazione della spesa che annualmenteil mondo
riserva al militare.
*La guerra è un investimento negativo*
Fare la guerra costa molto, anzi costa sempre di più per l’utilizzo di
sofisticatissimi sistemi d’arma. Per l’Africa, per esempio la perdita è
circa 18 miliardi di dollari all’’anno a causa di guerre, guerre civili
o insurrezioni.
Il /Sipri /calcola che nel 2011 ognuno dei sette miliardi di abitanti
del mondo si sia trovato *250 dollari di spese militari sul capo;
*ricordiamocene quando vediamo i prezzi degli alimenti rincarati o
scopriamo un servizio pubblico in meno : stiamo sostenendo il costo di
molti interventi militari all’estero e anche quello del riarmo.
Non è vero che la costruzione di armi crea molta occupazione, è meno di
quanta se ne può creare nel civile. Nel rapporto di cui stiamo parlando
si valuta che con *1 miliardo di dollari*di spesa pubblica investiti
nell’istruzione si crea il 150% di occupazione in più, il 47% se
investiamo nel settore rinnovabili, il 69% se investito nella sanità.
Se finora abbiamo visto cosa perde la società civile con la guerra e le
spese militari, il rapporto valuta l’impatto economico della pace. Dopo
aver attribuito un valore monetario alla cessazione di ogni violenza,
l’/Index/ * ha stabilito che nel 2010 un mondo senza conflitti avrebbe
fruttato oltre ottomila miliardi di dollari, in cui un terzo deriverebbe
dalle attività delle industrie belliche riconvertite; mentre i restanti
due terzi deriverebbero dagli input non più sottratti all’economia civile.
In questo modo, non solo sarebbe facile raggiungere gli /Obiettivi del
millennio/, ma anche sanare i bilanci di Grecia, Portogallo, Italia,
Irlanda, Spagna, e affrontare i danni di Fukushima .
*Noi 99% della popolazione siamo convinti di questo. Ci resta da
convincere l’1%*
/*( Global indexof peace messo a punto dall’australiano Institute for
economics and peace “Iep”)/
Fonti: Rivista Valori .
http://www.valori.it/dal-mensile/ University of
Massachusetts