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Autor: Antonio Bruno
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Assunto: [NuovoLab] notizie da firenze sulla privatizzazione trasporto pubblico locale
A gara già avvenuta
Ataf, mozione beffa dal consiglio “Inserite la clausola sociale”

da la Repubblica 3/7/12

ATAF, arriva la mozione “beffa” per i lavoratori. Quando ormai la procedura di vendita dell’azienda è stata aggiudicata (ha vinto il gruppo guidato dalle Ferrovie) ed è anche già saltato fuori il piano che prevede 270 esuberi tra i mille dipendenti della spa, il Consiglio comunale di ieri approva coi voti della maggioranza una mozione del consigliere Idv Giovanni Fittante in cui si chiede che nel processo di privatizzazione dell’Ataf vengano mantenuti i livelli occupazionali. E soprattutto che nel procedimento venga inserita la cosiddetta “clausola sociale” per la tutela dei lavoratori.

L’atto è stato approvato con 19 voti favorevoli (dal Pd all’Idv, da Sel al Pdl), nessuno contrario, mentre si sono astenuti 3 consiglieri del Pd. «Il consiglio comunale — commentano i consiglieri Ornella De Zordo (perUnaltracittà) e Tommaso Grassi (Sel) — approva la clausola sociale, ma la gara è già stata assegnata. Mesi fa, quando si poteva incidere, la maggioranza ha respinto la nostra proposta». Dal Pd si affrettano a spiegare che in passato erano stati approvati ordini del giorno e atti in cui si ribadiva l’esigenza della clausola. L’azienda e Palazzo Vecchio però non ne hanno tenuto conto.

E intanto le Rsu, i sindacati aziendali, tuonano: «L’Ataf è un prodotto della politica: i responsabili del dissesto finanziario dell’azienda non devono essere cercati fra i lavoratori ma fra chi li ha amministrati in tutti questi anni, si dovrebbero dimettere tutti». «Chi sta al volante deve pagare per gli errori di politici da quattro soldi che non hanno saputo gestire il trasporto pubblico in una città piccola come Firenze?», si aggiunge dalla Rsu. E a Palazzo Vecchio che nei giorni scorsi faceva sapere che gli autisti non avevano accettato di lavorare 10 minuti in più, la replica: «Che senso ha continuare a mentire con la favola dei 10 minuti in più? Renzi il futuro candidato premier ha dimostrato tutta la sua incapacità nel gestire problemi (e.f.)

ATAF TAGLIA 270 DIPENDENTI
Di Daniele Quiriconi, segretario confederale CGIL Toscana

- Le bugie del Comune di Firenze, l'insipienza della politica, le differenze con la gara regionale -

Se fossero vere le indiscrezioni di queste ore sarebbero necessarie alcune riflessioni.
Da un anno e mezzo le organizzazioni sindacali contestano le scelte dell'amministrazione comunale rispetto alla decisione, alle modalità e ai tempi con cui si è deciso di privatizzare ATAF. Il sindaco e il Presidente dell'azienda, sostenuti improvvidamente sia pure con alcuni distinguo dalla maggioranza dei sindaci e dei partiti, dopo una grancassa sul risanamento dell'azienda sbandierata con sommo sprezzo del ridicolo sostengono, a gara per la “svendita” conclusa, l'affare per la città e l'inevitabilità per il nuovo gestore di certe scelte.

Di più, dopo aver smentito sé stessi e dichiarato che l'azienda è al collasso, rimproverano i lavoratori di non aver voluto accogliere la proposta del sindaco di 10 minuti di lavoro in più. Ma chi ve li fa i conti? Il mago Zurlì? Sono paragonabili in termini di costo i 2 provvedimenti? E tutti quegli esponenti del centrosinistra fiorentino che (una ponderosa rassegna stampa lo testimonia) hanno spergiurato non ci sarebbero stati licenziamenti e che il sindacato faceva terrorismo non pensano sia utile rimettere il proprio mandato? O chiedere scusa? O fare qualche proposta per evitare il peggio? Però per favore, evitate di dire sciocchezze come quella sulle casse integrazioni straordinarie o su strumenti inaccessibili per i lavoratori del trasporto pubblico locale.

Ogni tanto qualcuno si lamenta perché la CGIL per partito preso se la prende col Comune capoluogo e sostiene “ a prescindere” la regione; però la gara regionale del trasporto pubblico, che sarà bandita dopo un accordo sindacale faticoso raggiunto con un negoziato rigoroso che ha portato più soldi, più servizi e clausola sociale col rispetto dei diritti contrattuali e dei posti di lavoro è un metodo, ATAF un altro.
Si può parlare di merito per favore?

Forse è anche un'idea diversa di Paese, di civiltà delle relazioni, di capacità di ascolto delle altrui ragioni, contro il vacuo e arrogante senso di onnipotenza dei decisionisti dell'ultim'ora e delle Thatcher da strapaese. Firenze, 2 luglio 2012

“Tagli Ataf, sarà un autunno di scioperi”
270 esuberi, sindacati sul piede di guerra. Barducci alla Regione: pronto a fermare i bus

MASSIMO VANNI su la Repubblica 1/7/12

«CI aspettano un autunno e un 2013 da disperazione. Ma sarà guerra», prevede Americo Leoni, il sindacalista Faisa che ha visto cento battaglie. «Una privatizzazione gestita male», accusa il presidente della Provincia Andrea Barducci. «Errori sommati ad errori » incalza il segretario Cgil Mauro Fuso. Ma il sindaco di Scandicci Simone Gheri gela tutti: «Che ci fosse troppo personale si sapeva». La battaglia degli esuberi Ataf comincia così. E potrebbe finire peggio, se Barducci realizzasse ciò che minaccia. Fermare i bus cioè: «O la Regione offre certezze sulla gara del trasporto o dopo le vacanze andremo tutti a piedi».

A dieci giorni dall’aggiudicazione provvisoria, la nuova proprietà che fa capo alle Ferrovie scrive nel piano industriale che ci sono 270 dipendenti di troppo. Oltre il 20 per cento, rispetto ai 1.210 della Spa messa all’asta. E subito si apre lo scontro. Destinato a sfociare in un ‘autunno caldo’, imbottito di scioperi e di contrasti.
«Si fa presto a dire 270, dietro ad ogni numero c’è una famiglia che già fatica ad arrivare in fondo al mese: sono 1.500 persone a rischiare », ricorda Leoni. Convinto che gli esuberi possano perfino essere di più: «Basta fare i conti, il servizio Ataf costa ogni anno 108 milioni, tra biglietti e contributi ne arrivano 90. Ne mancano 18 e, visto che un dipendente medio costa 40mila euro, con un taglio di 300 persone si recuperano 12 milioni», dice il sindacalista della Faisa. Rabbia e preoccupazione dunque. Che lasciano freddi il palazzo del governo cittadino.

«Si arrangino, non ci hanno ascoltato quando chiedevamo 10 minuti di lavoro in più e ora sono affari loro», è il primo commento che si ascolta a Palazzo Vecchio. E Leoni: «I 10 minuti? Ma davvero si pensava che i 10 minuti sarebbero stati risolutivi? Tradotti in cifre avrebbero significato al massimo un recupero di 1,2 milioni. E gli altri? La verità è che dietro quella richiesta c’erano i tagli, come si vede oggi. E avevamo ragione noi a scioperare». La Faisa insomma vede nero: «A settembre disdetteranno gli accordi aziendali e partiremo con gli scioperi». Sempreché il servizio ci sia, minaccia Barducci.

In attesa della gara regionale, è il presidente della Provincia che firma l’«obbligo di servizio», cioè la proroga di un contratto con l’Ataf ormai scaduto: «Ma al governatore Enrico Rossi e al sindaco Renzi dico che non lo farò per sempre, in assenza di una prospettiva certa non firmeremo più obblighi: si era ipotizzata la gara del trasporto pubblico a gennaio 2013, adesso si parla di settembre. E se è così fine dei giochi, fine della fiera, dopo le vacanze andremo tutti a piedi». E ancora: «Non si governa tutto questo da un ufficio della Regione», manda a dire polemico Barducci al governatore.

«Se c’è un problema di soldi e di rapporti col governo si dica, certo i Comuni le risorse non ce le hanno — spiega il presidente della Provincia — ma non intendiamo star qui a prenderci i ricorsi delle varie aziende di trasporto che, a fronte dell’obbligo di servizio, chiedono continuamente più soldi e di aggiornare i costi pattuiti per un contratto ormai scaduto ». Barducci chiede dunque tempi certi e «più collaborazione » di tutti. Gestioni approssimative del resto, aggiunge, si sono già viste nel caso della vendita di Ataf.
«Avevamo chiesto la clausola sociale ma non si è voluto inserirla nel capitolato della gara di vendita. E adesso gli esuberi confermano il nostro giudizio negativo sulla privatizzazione», dice il segretario Cgil Fuso. Cosa fare adesso per Ataf? Il sindaco Gheri propone di ricorrere «ai contratti di solidarietà e la cassa integrazione a girare». Ma perché demandare tutto ai privati, se l’azienda non era efficiente? «Forse qualcosa potevamo fare anche noi Comuni soci, che c’era troppo personale era noto. Fu però deciso di rinviare tutto ai privati che sarebbero arrivati e ora ci siamo», sostiene il sindaco di Scandicci. «Se avessero accettato i 10 minuti di lavoro in più sarebbe stato meglio — dice anche lui — adesso è compito del privato, ma il problema occupazionale riguarda tutti».

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antonio bruno.
339 3442011