Napolitano: in morte di Loris D'Ambrosio, ovvero quando si perde il senso della misura
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Scritto da:
27/07/2012 14:23
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Napolitano: in morte di Loris D'Ambrosio, ovvero quando si perde il senso della misura
Sembra che sul
Quirinale Italiano gravi, da Cossiga in poi, la infausta maledizione
dell'approssimarsi del semestre bianco quando volge al tramonto l'alto
mandato della piu' alta Magistratura dello Stato ed i Presidenti di
turno ritengono di potersi e volersi “togliersi sassolini dalle scarpe”
contro chi avvertono come avversario politico, di poter urlare “Io non
ci sto” per indagini giudiziarie che sfioravano la sua figura in
precedenti incarichi da Ministro dell'Interno, o di poter sottintendere
come fa oggi il Presidente Napolitano che la morte di D'ambrosio - già
affetto da gravi pregiudizi cardiaci - possa essere stata determinata da
una “campagna violenta e irresponsabile di insinuazioni e di
escogitazioni ingiuriose cui era stato di recente pubblicamente esposto,
senza alcun rispetto per la sua storia e la sua sensibilità di
magistrato intemerato, che ha fatto onore all’amministrazione della
giustizia del nostro Paese”.
A noi questa ultima
circostanza spiace. Non tanto perché in passato abbiamo avuto
svenevolezze nei confronti di un Presidente a nostro giudizio troppo
tiepido su alcune questioni di vitale importanza per la convivenza
civile e per la cultura democratica di questo Paese - come la continua
militarizzazione della politica interna ed estera o la vigilanza sui
comportamenti istituzionali come nella vicenda Diaz o Cucchi - e
tuttavia decisionista nelle forzature politiche che ha determinato sullo
scenario parlamentare e governativo del Paese.
Ci spiace perché la
avvertiamo come un chiaro segno di “avversione” verso la libertà ed il
dovere della Magistratura di indagare le questioni che possano rivestire
rilevanza penale, senza alcun riguardo o riserva per qualsiasi carica
dello Stato vi risultasse coinvolta.
Il Consigliere
D'Ambrosio - affetto da problemi cardiaci si è detto - non era stato
certamente indagato dalla Procura di Palermo ma solo indicato -
doverosamente come sempre quando alcune circostanze emergano da
intercettazioni - come il soggetto cui un indagato si era rivolto con
chiara intenzionalità di ottenere interventi di favore. Oppure si
vorrebbe intendere che sia lecito far decadere ogni e qualsiasi
riscontro investigativo ogni volta che un indagato abbia possibilità di
comunicare con questa o quella Alta Carica Istituzionale?
D'altra parte non ci
riesce di dimenticare che per ben due volte il Presidente Napolitano,
grazie anche ai suoi consulenti giuridici, ritenne di avallare senza
opporre alcuna resistenza e senza porre alcuna pregiudiziale riserva di
costituzionalità ben due lodi sulla giustizia - il lodo Schifani e il
lodo Alfano - che tentavano di sottrarre gli inquilini del potere a
qualsiasi indagine giudiziaria. Due lodi poi cancellati per
incostituzionalità dall'Alta Corte.
Un Presidente come
Napolitano forte delle proprie radici di una sinistra riformista e non
forcaiola dovrebbe proprio per questi trascorsi avere maggiore
sensibilità e prudenza verso il lavoro duro e pericoloso di quei
Magistrati che non si limitano a celebrare Falcone e Borsellino solo
alle ricorrenze o quando torni comodo, ma hanno provato da anni a “far
camminare le loro idee sulle proprie gambe”.
Non vorremmo dover
ricordare al Presidente Napolitano che era lui Ministro degli Interni
quando a Napoli si svolse la prima grande esercitazione della
sospensione delle garanzie costituzionale contro i manifestanti civili -
disoccupati e cassintegrati soprattutto - e che era ancora Ministro
dell'Interno quando, dopo aver appena affermato davanti alle telecamere
di non aver trovato nulla nei cassetti dei servizi segreti sul periodo
delle stragi di questo Paese, alcuni misteriosi personaggi fecero
ritrovare subito una montagna di documentazione sparsa nelle libere
terre laziali, quasi ad ammonire che si sarebbe potuto tirar fuori
qualsiasi cosa non appena la politica avesse mostrato di voler fare sul
serio il proprio compito e fosse divenuta fastidiosa per l'impunità
costruita e rivendicata da settori e funzionari dello Stato dediti al
doppio giuramento.
Non vorremmo ricordare
al Presidente Napolitano che ci sembra di non sbagliare dicendo che lui
partecipò con l'on. Pajetta ai primi incontri di esponenti del PCI con
funzionari statunitensi nella ambasciata americana, funzionali a far
accreditare finalmente dal nostro occulto dominus il PCI per la
direzione ed il governo di questo Paese. E di quegli incontri ben poco
ci è stato raccontato, mentre forse abbiamo potuto vederne alcuni
frutti avvelenati già nella vicenda di Aldo Moro: “Silenzio, compagni.”
Non vorremmo dover
chiedere al Presidente Napolitano il perché del suo olimpico silenzio
davanti alle sollecitazioni che gli sono state fatte pervenire da chi da
anni si batte per la Verità e la Giustizia per Ustica e per l'omicidio
di Sandro Marcucci e Silvio Lorenzini. E perché non abbia ancora
sollecitato la costituzione in giudizio dello Stato mentre in un
Tribunale italiano si va a giudicare una macroscopica e indegna
falsificazione della firma del suo predecessore Pertini su un decreto di
radiazione di un Ufficiale della Aeronautica.
E allora non ci resta
che chiedere esplicitamente al Presidente Napolitano: “E se dunque,
piuttosto che alle vicende delle intercettazioni che ne hanno solo
sfiorato la persona, senza alcun coinvolgimento nelle vicende indagate,
la morte di Loris D'ambrosio - già portatore di profonde patologie
cardiache - si legasse, invece, all'eccessivo carico di lavoro che gli
veniva imposto dalle funzioni e che il suo capo dell'Ufficio (il
Presidente) non aveva ritenuto di alleviargli o tali da richiederne la
messa a riposo in considerazione del suo stato di salute?”
Speriamo sia una
domanda legittima; ma noi comunque essendo una Associazione Antimafie e
Antifascista non possiamo esimerci dal rivolgere aperti interrogativi
anche al nostro Presidente, verso il quale la stima ed il rispetto non
si mostrano solo con un servilismo da gabellieri ma con la schiena
dritta di chi sta sempre con la Costituzione e la Legge, per la Verità e
la Giustizia, senza riserve pregiudiziali verso chiunque dovrebbe fare
altrettanto per posizione funzionale o comunque dichiari di condividere
le nostre scelte ed il nostro impegno.
... e, comunque,
consigliamo vivamente alla famiglia di chiedere l'autopsia giusto per
eliminare qualsiasi tipo di dubbio e strumentalizzazione...