[Intergas] genuino clandestino a milano

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Autore: tonino
Data:  
To: intergas
Oggetto: [Intergas] genuino clandestino a milano
in vista dell'apppuntamento di genuino clandestino a milano 5-6-7
ottobre, durante il quale continueremo il lavoro su 'accesso alla terra'
e 'certificazione partecipata', al quale spero parteciperete, vorrei
inoltrarvi alcune dichiarazioni di vandana shiva e carlo petrini.

grazie
tonino


"La terra sostiene la nostra vita sulla Terra, e la Terra non
discrimina tra giovani e vecchi, ricchi e poveri, per lei tutti i figli
sono uguali.
Noi siamo legati alla Terra dal momento che ognuno riceve una giusta,
equa e sostenibile parte di risorse: la biodiversità e i semi, il cibo
che i semi ci procurano, la terra su cui possono crescere i cibi,
l'acqua che scorre nei nostri fiumi e anche l'aria dell'atmosfera che
respiriamo. La più grande sfida che dobbiamo fronteggiare oggi è quello
che ho chiamato la rapina dei nostri beni comuni da parte delle
multinazionali. I semi come beni comuni sono stati sottratti tramite la
privatizzazione e brevettazione, l'acqua è stata privatizzata tramite
leggi, la terra è stata privatizzata e rubata nei paesi poveri, in
India, in Africa, ma anche nei paesi ricchi a causa dell'aggravarsi
della crisi economica. Le vere forze che hanno generato la crisi,
tramite una morte finanziaria, ora vogliono appropriarsi del benessere
reale della società e del futuro, vogliono appropriarsi dell'acqua e
della terra.
Penso che in questo momento di crisi, di crisi economica, la terra è
l'unico luogo in cui possiamo ritornare per ricostruire una nuova
economia; e ogni governo alle generazioni future dovrebbe dire: "non
abbiamo molto altro da darvi: abbiamo perso la capacità di darvi lavoro,
sicurezza sociale e garantirvi un decente tenore di vita. Ma la terra ha
ancora questa capacità, noi consegniamo le terre pubbliche agli
agricoltori del futuro: provvedete a voi stessi". Questo è un obbligo,
visto il fallimento dei governi, nell'attuale sistema economico, nel
prendersi cura dei bisogni della gente; la terra può prendere cura dei
nostri bisogni, la comunità può prendersi cura dei nostri bisogni. E se
vogliamo avere un'economia viva, e dobbiamo averla, e se vogliamo avere
una viva democrazia, la terra deve essere al centro di questo
rinnovamento: dalla morte e distruzione alla vita.
Mettere la terra nelle mani delle generazioni future è il primo passo,
e se non lo faranno, seguendo la strada giusta, invito i giovani a
occupare la terra così come stanno occupando le piazze; voi dovete fare
un dono al futuro dell'umanità." (vandana shiva)


“…Ma quando è partita la follia per cui siamo arrivati al punto che è
diventato
necessario certificare come un' eccezione ciò che dovrebbe essere la
norma?
Coltivare, allevare, trasformare la natura in cibo senza aggiungere
input esterni,
chimici e a base di petrolio dovrebbe essere normale. Chi aggiunge
fertilizzanti chimici,
pesticidi, additivi, conservanti che dovrebbe dichiararlo, certificare
e documentare la
sua "anormalità". È una questione di principio e non di poco conto, ma
intanto ci rivela
una triste verità: la norma non è più il cibo naturale, […] è diventato
da agricoltura
"convenzionale": anche l'uso di questo termine la dice lunga. Chi vuole
fare biologico
non è uno "convenzionale": è uno strano, senz'altro in minoranza e
quindi deve
sottoporsi a certificazioni e controlli.[…]Il biologico non è cattivo,
è il sistema agroindustriale
con la sua distribuzione, che lo disegnano così.” (carlo petrini)

Al mondo quattrocento milioni di piccoli contadini producono con
tecniche tradizionali
e biologiche, ma di questi solo 1,8 milioni sono biologici certificati.
Gran parte degli agricoltori tradizionali di fatto producono
biologico, ma non hanno
abbastanza soldi per sostenere i costi degli input biologici
certificati e della
certificazione e si limitano a coltivare secondo le conoscenze indigene
tradizionali.
Questo impedisce loro l’accesso al mercato del biologico.
Il rischio è di impedire a milioni di contadini di vedersi riconosciuto
l’accesso
al mercato del biologico, ma rischio ancora maggiore è che il biologico
diventi un'etichetta, si svuoti dei valori di cui è portatore ed entri
nel sistema consumistico come una merce qualsiasi….