[Forumlucca] 20 anniversario di Via d'Amelio di laura picchi

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Autore: laura picchi
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Oggetto: [Forumlucca] 20 anniversario di Via d'Amelio di laura picchi


L'abbiamo imparato dalle indagini sulla strage di Ustica: qualsiasi magistrato ha bisogno degli strumenti legislativi dalla politica per dare alle vittime verità e giustizia.
Abbiamo imparato che si tratta di fare sequestri alle Forze Armate il magistrato deve scrivere prima a coloro che subiranno il sequestro
cosa vuole sequestrare, dove e quando.
Sempre dalle indagini sulla strage di Ustica abbiamo visto il giudice Priore essere costretto a chiedere il Nos di sicurezza per vedere la documentazione crypto Nato,
in Italia un magistrato per vedere documenti classificati ha bisogno del Nos di sicurezza.

Fin quando non si potranno fare sequestri anche alle forze dell'ordine, alla politica, alle forze armate, ai servizi segreti a sorpresa perchè lo consente la legge
i misteri d'Italia temo rimarrano tali e anche la strage Borsellino tra questi.

Manca poi nel codice penale il reato di depistaggio. Ciancarella lo dice dal 1995 che andrebbe inserito il reato di depistaggio nel codice penale,
dire che come il reato di strage è imprescrittibile e punirlo severamente come il reato di strage è punito.

Certo uomini come Ajala potrebbero recuperare un briciolo di dignità e dire a chi ha dato la borsa di Borsellino tirata fuori dalla macchina in fiamme,
facendo forzare il portello della stessa senza averne alcun titolo. In un libro ho letto(non so se sia vero quanto ho letto) che lo stesso Ajala
avrebbe avuto modo di veder digitare la password a Falcone del suo archivio informatico dopo la sua morte ripulito dai file ad esempio su Gladio,
speriamo di essere rassicurati dai magistrati presto
che nulla c'entra eventualmente Ajala con l'imboscamento dei file di Falcone anche su Gladio e che nulla c'entra eventualmente con il tradimento di un amico
denunciato da Borsellino in lacrime a due giovani colleghi di Marsala, là dove Borsellino si era occupato anche di Ustica.

Certo gli uomini dell'ex Sisde presenti in Via d'Amelio potrebbero recuperare un briciolo di dignità e dire dove sta l'agenda rossa di Borsellino
e chi ha ripulito per bene l'archivio informatico di Falcone. NON E' MAI TROPPO TARDI!

Si arriva poi al tema della cosidetta trattativa tra stato e mafia. Ci viene detto che se ci fu, fu perchè si voleva fermare le stragi.

Allora ripercorriamo la storia. La trattativa sarebbe iniziata dopo Capaci e prima di Via d'amelio. Se uno trattava per fermare le stragi
dopo via D'Amelio si sarebbero dovuti dimettere in massa per aver intrapreso una strada che invece di fermare le stragi,
ne aveva causato un'altra. Invece ci raccontano si andò avanti a trattare, ci furono le stragi del 1993, uno si aspetterebbe
a livello politico e degli apparati una radicale pulizia a questo punto di chi trattò con i mafiosi, nulla di tutto questo.
A fine 1993 invece non si prorogò il carcere duro per i mafiosi. Questa è la storia.
Tra 20 anni ci verranno a dire che anche la motivazione di trattare con la mafia per fermare le stragi è un depistaggio
come quello di Scarantino smascherato dopo pochissimo tempo dalla dottoressa Ilda Boccassini
la quale fu isolata e non ascoltata da nessuno? chissà!

Borsellino e Falcone collaboravano con il giudice Priore allora titolare dell'inchiesta sulla strage di Ustica,
Borsellino e Falcone indagavano sui delitti politici siciliani La Torre, Mattarella,Terranova
e su Gladio. Tutto questo loro lavoro è come se non esistesse. Perchè?

Borsellino e Falcone chiedevano alla politica strumenti legislativa per poter fare
il loro lavoro fino in fondo.
Non sono nè eroi, nè santi, nè miti,
ma solo Uomini Giudici con la schiena dritta
e la testa alta che credevano
fino all'ultimo alito di vita
che si potesse dare verità e giustizia ai morti ammazzati,
diritti e futuro ai vivi.

Per chi è venuto dopo Falcone, Borsellino e
i tanti morti ammazzati devono essere
un esempio da seguire quotidianamente
accettando di pagare i prezzi necessari
a contribuire al raggiungimento della verità
e della giustizia.

Non si può sottrarsi a fare il proprio dovere
fino in fondo, non si può perchè
li tradiremmo anche noi
e non potremmo più guardarci allo specchio.

Accanto all'albero in Via Notarbartolo
a Palermo dove abitava Falcone
ci sono le mie radici di cittadina,
di Persona che si spenderà
sempre al massimo delle sue possibilità
per arrivare davvero alla verità,
ma anche a costruire un Paese
normale e civile, dove
nessuno venga più ucciso dalle mafie,
dalla corruzione, dal potere.

Laura picchi