"[...] All'Onu DEVE ESSERE CONSENTITO (evidentemente non lo è) pieno accesso per indagare incidenti del genere", ha affermato Ann Harrison, vicedirettrice del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. "Senza una presenza indipendente a indagare sui fatti, è impossibile verificare quanto sia realmente accaduto. Tuttavia, sappiamo che un modello di abusi è stato ampiamente riportato per molte aree, dove le forze governative hanno bombardato indiscriminatamente città e villaggi, uccidendo illegalmente i civili, seguite da incursioni delle milizie Shabiha, che hanno ucciso non solo i combattenti dell'opposizione, ma anche molti civili, in gran parte uomini e ragazzi."I risultati delle nostre recenti indagini sul campo in Siria hanno dimostrato questo modello. Amnesty International ha documentato le prove di gravi violazioni, tra cui crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi dall'esercito siriano nelle città e nei villaggi presso Idlib, Aleppo, Jebel al-Zawiyah e Jebel al-Wastani [...]".POST-SCRIPTUM. Negli articoli Amnesty International va citata non solo quando conviene per ragioni di parte e di faziosità (vedi "efferatezze libiche"),ma anche quando rompe "le uova nel paniere", mettendo implicitamente in luce gli artificiosi equilibrismi e lo stile apparentemente neutro e britannico cui il Manifesto, ahimè, ci ha abituato. Anche le omissioni sono occultamento della verità.