LIBIA. Faccio mie (l'eccezione che conferma la regola del disaccordo quasi generale con Repubblica) le parole di Bernardo Valli. "Era l'ultima della classe" (anzi, preciso io, non era neppure annoverata come "primavera araba", perché "imbastardita" dall'intervento occidentale). "La più ricca per via del petrolio. Ma sul piano politico la più imprevedibile [...]. Una Libia capace di imboccare la strada della democrazia era impensabile. Si pensi ai profeti di sventura che [...] sostenevano che dopo il rais sarebbe venuto il peggio (aggiungo io, qualcuno aveva paventato una situazione somala o, comunque, il caos). Erano sicuri di quel che dicevano. Emettevano sentenze, non opinioni. Ed erano sciocchezze [...]".
DE TE FABULA NARRATUR. Forse una correzione di rotta e di interpretazione si impone, dopo tanto, ingiustificato livore. Commento indirizzato al MANIFESTO.