Autore: Bagunça Rossa Data: To: INTERGAS Oggetto: [Intergas] sistema partecipativo di garanzia
Ciao tutt*,
inoltro questo esperimento di certificazione partecipata in Lombardia.
Argomento "caldo" anche all'assemblea nazionale dei gas/des a Gola del Furlo
Lucio
Gastardi
*"La strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni."
K.Marx*
In Lombardia prende piede il Sistema partecipativo di garanzia, o Spg.
Grazie a un progetto promosso dal non profit e cofinanziato da Fondazione
Cariplo
Luglio 2012: la rivoluzione arriva a tavola. Dal basso. Nasce un nuovo
marchio di biologicità di un produttore, ottenuto attraverso lo sguardo
diretto dei consumatori riuniti nei Gas, Gruppi di acquisto solidale.
Succede in Lombardia, ma se questo esperimento pilota funziona si può
scommettere che verrà replicato a catena in tutta Italia. Un’alternativa
alla certificazione biologica istituzionale e alla relativa burocrazia?
“Non proprio, piuttosto è un modello complementare, che rafforza i legami
tra le persone e la valorizzazione del mercato locale”, spiega Marco
Servettini, coordinatore del progetto Per una pedagogia della terra, attivo
da gennaio 2012 su tre province lombarde (Como, Monza e Varese) ma entrato
nel vivo da luglio: “dopo i primi mesi di adempimenti burocratici, ora si è
partiti con le visite alla ventina di produttori finora coinvolti
nell’iniziativa". E' con loro che sono state stese le linee guida per la
certificazione Spg, Sistemi partecitativi di garanzia (dall'inglese Pgs,
Participatory guarantee systems).
Le prime filiere coinvolte nel nuovo marchio, “che non sarà un mero bollino
ma il risultato di un processo condiviso”, riguardano gli ortaggi e, più
avanti, la produzione di latte e formaggio. Il progetto è cofinanziato da
Fondazione Cariplo (75mila euro su 130mila totali) e promosso da varie
realtà non profit, tra cui i tre Des, Distretti di economia solidale, delle
province coinvolte (Desbri, distretto della Brianza, Des Como, Des Varese),
cooperativa Scret e Aiab Lombardia, Associazione italiana agricoltura
biologica. “Si tratta di stabilire un vero e proprio patto tra produttori e
consumatori, dove la relazione è al centro di ogni processo ma dove le
verifiche non si limitano a una semplice stretta di mano, piuttosto a uno
stringente controllo di qualità”, aggiunge Servettini, da poco diventato
consigliere comunale di Como, città in cui vive. Le visite alle imprese,
sociali e non, coinvolte nell'Spg (domenica 8 luglio esce la prima
delegazione in Brianza, leggi qui) seguono uno schema fisso: a conoscere i
produttori di un distretto andranno tecnici, gasisti e produttori degli
altri due distretti del progetto.
Ai tavoli di coordinamento dei singoli distretti partecipano i Gas locali,
le reti di produttori della zona e i tecnici esperti di Spg, pratica
inedita da noi già attiva in molti paesi esteri (Francia in primis, con
l’esperienza modello di Nature et progrès, federazione il cui sistema
partecipativo di garanzia raccoglie centinaia di produttori) sotto il
cappello dell’Ifoam, Federazione internazionale agricoltura organica.
“Contiamo che il primo Pgs lombardo sia realtà entro fine anno. Vorremmo
che sia un apripista, ovvero che poi possa essere replicato altrove”,
conclude Servettini, “in tempi di dura crisi economica, bisogna puntare sul
capitale delle relazioni, che è anticiclico e non segue le logiche di
mercato, perché unisce all’investimento commerciale un solido approccio
valoriale”.