Lähettäjä: a_brazzo Päiväys: Vastaanottaja: storiaorale Kopio: storiaorale Aihe: [Storiaorale] Soldati senza causa. Memorie della guerra d'Algeria
Cari tutti e tutte,
in occasione del 50o
anniversario dell’indipendenza algerina (5 luglio 1962-2012), sono lieto di
annunciare l’uscita del mio libro, Soldati
senza causa. Memorie della guerra d’Algeria (Laterza 2012).
Il pomeriggio del 10 ottobre il libro
sarà presentato a Roma, alla Biblioteca di storia moderna e contemporanea di
via Caetani, da Maria Ferretti, Alessandro Portelli e Alessandro Triulzi.
Presto informazioni più precise.
Ciao,
Andrea
♠♠♠
(dalla
quarta di copertina)
Soldati senza causa. Memorie della
guerra d’Algeria
Tra il 1954 e il 1962, 1 milione e 200
mila soldati francesi di leva sbarcano al di là del Mediterraneo per combattere
contro gli indipendentisti del Fronte di liberazione nazionale algerino.
Tra le fila francesi i morti sono 26
mila e 300 mila i feriti; almeno dieci volte di più sono quelli algerini.
La guerra d’Algeria è stata una “guerra
senza nome”, dissimulata con le denominazioni più varie ed enigmatiche quali
“pacificazione” o “mantenimento dell’ordine”. Alla fine del conflitto i soldati
francesi sono rifiutati dal proprio stesso Paese che con quel passato coloniale
non vuole proprio fare i conti. Solo nel 1999 la Francia riconosce di aver
combattuto una guerra tra il 1954 e il 1962.
Cinquant’anni dopo l’indipendenza
dell’Algeria, cosa hanno da raccontare quei reduci, fra i gruppi maggiormente
segnati dalla cesura burrascosa che ha messo fine all’“Algeria francese”?
Le loro memorie, raccolte in decine di
interviste, sono al centro di questo libro.
Andrea Brazzoduro è dottore di ricerca in Storia
contemporanea alla Sapienza Università di Roma e alla Université Paris X
(Institut d’histoire du temps présent). Ha pubblicato saggi sulla guerra
d’indipendenza algerina e la sua memoria in volumi collettanei e in riviste
scientifiche italiane e straniere. Dal 2005 fa parte della redazione di «Zapruder.
Rivista di storia della conflittualità sociale».