Re: [NuovoLab] irak Kossovo Afganistan ....

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Szerző: dario.red
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Címzett: curoz, Mailing list del Forum sociale di Genova
Tárgy: Re: [NuovoLab] irak Kossovo Afganistan ....
la guerra in siria va avanti da un anno, questo è il primo intervento di
Giulietto Chiesa?
dove era fin'ora? Ben arrivato giulietto...
Grimaldi non è più l'unico giornalista a denunciare apertamente la guerra di
aggressione.
se mi sono solo sfuggiti altri tuoi interventi, beh, meglio così.
dario
----- Original Message -----
From: <curoz@???>
To: <forumgenova@???>
Sent: Wednesday, July 04, 2012 11:24 PM
Subject: [NuovoLab] irak Kossovo Afganistan ....


> La Siria e i Phantom “disarmati”
> di Giulietto Chiesa | 4 luglio 2012Commenti
> Più informazioni su: Bashir Assad, New york times, Phantom, Robert Fisk,
> Siria, Turchia.
>
> Mentre le notizie dalla Siria dicono, giorno dopo giorno, che la guerra
> sta
> trascolorando da “civile” in guerreggiata; da “bassa intensita’ “, a
> livello
> libico, vorrei ritornare alle cose lette sulla stampa italiana, e viste su
> tutte le tv italiane, a proposito dell’abbattimento del Phanton turco nei
> cieli
> della Siria.
>
> Avevo avuto l’impulso, inizialmente, di proporre la costituzione immediata
> di
> un comitato di solidarietà con i Phantom turchi che viaggiano disarmati
> dentro
> lo spazio aereo siriano, o nelle sue immediate vicinanze. Sono sicuro che
> avrei
> avuto la firma immediata dei direttori della Stampa, del Corsera e di
> Repubblica, tutti uniti nella deprecazione della violenza aggressiva dell’
> esercito siriano. Ma poi ho pensato che neanche l’ironia, o il sarcasmo
> sarebbe
> capace di far sorgere nelle loro menti un qualche dubbio. Sebbene
> dovrebbero
> porsi almeno l’interrogativo sul cosa ci facesse, da quelle parti, un
> Phantom
> turco, per giunta disarmato, in piena zona di guerra. Ma no, avrebbero
> obiettato, non era affatto ei cieli siriani. Stava vagando, appunto
> disarmato,
> ma per caso, senza cattive intenzioni.
>
> Infatti tutti gli articoli che ho letto, in particolare sui tre giornali
> citati (i telegiornali li ho soltanto ascoltati perché ormai provo una
> sorta di
> voltastomaco a guardare le facce dei velinari e delle velinare mentre
> dicono
> cose senza senso con la metodicità patologica degli ipnotizzati), hanno
> escluso
> caegoricamente che il Phantom disarmato sia entrato nello spazio aereo
> siriano.
> Si presume che tutti i direttori in questione avessero là, sul posto i
> loro
> valenti osservatori a monitorare il cielo di Siria. Invece sappiamo che
> non ce
> li avevano, né valenti, né invalidi. Sappiamo che hanno dato il compito a
> qualche inserviente di leggere le agenzie e di copiare, semplicemente e
> banalmente, la versione ufficiale dei fatti esposta dal governo turco
> (essendo
> evidente che le agenzie, a cominciare dall’Ansa, solo quella versione
> avrebbero
> dato.
>
> Assistiamo all’applicazione, ormai abitudinaria, dell’assioma principale,
> per
> definizione indimostrabile, secondo cui Bashir Assad ha torto marcio,
> essendo
> un dittatore sanguinario. A prescindere dai fatti, dalle circostanze,
> dalla
> logica. Li capisco: applicano la legge del minimo sforzo e della minima
> spesa.
> Ma c’è un problema: che non tutti i giornali del pianeta (che, pure, hanno
> gli
> stessi problemi) sono disposti a sputtanarsi a basso prezzo in questo
> modo. Per
> esempio il pur molto partigiano New York Times, seppure gravemente
> impacciato
> dalla “langue de bois” (i francesi sono perfidamente precisi: lingua di
> legno,
> la chiamano), scrive perplesso che la Nato ha preso per buona la versione
> turca, “senza effettuare controlli”. Non è andato a cercare il pelo nell’uovo,
> ma ha tentato, almeno, di rispettare l’intelligenza di una parte dei suoi
> lettori. Il che ci permette in prima battuta di proclamare che i media
> italiani, quasi senza eccezione, sono di gran lunga più bugiardi dei loro
> colleghi d’oltre Atlantico.
>
> Dove invece sono tutti perfettamente uguali è nella disinvoltura con cui
> giustappongono fatti e avvenimenti, evitando ogni analisi comparata degli
> stessi che, ove venisse effettuata, mostrerebbe subito ai lettori
> spettatori
> che si cerca di turlupinarli nei modi più volgari immaginabili. L’operazione
> consiste, di solito, in un “primo tempo”, interamente e diligentemente
> dedicato
> a mostrare che la Turchia, così come i suoi Phantom disarmati, è un paese
> pacifico e inoffensivo, mentre la Siria di Bashir è un paese governato da
> un
> regime che è altrettando bellicoso e aggressivo verso l’esterno quanto è
> genocidario e dittatoriale verso i suoi sudditi. C’è poi un “secondo
> tempo”,
> dedicato a descrivere dettagliatamente, come grande merito, le attività
> militari del Fsa (che vorrebbe dire Libero Esercito Siriano), che non
> viene mai
> definito esercito, ma viene descritto con circonlocuzioni variegate:
> insorti,
> popolo in rivolta, combattenti per i diritti umani etc Naturalmente tutti
> molto
> “liberi” (mai che qualche giornalista si chieda da dove prendono le armi,
> chi
> li stipendia, chi li guida, chi li organizza ecc).
>
> Essenziale è che siano molto liberi. Poi salta fuori, neanche tra le righe
> (ma
> e’ sempre presentato come un dato di merito) che queste truppe “libere”
> sono
> basate non in Siria, ma in territorio turco, nei pressi delle frontiere, e
> che
> è dal territorio turco che lanciano le loro offensive contro l’esercito
> siriano
> (Robert Fisk, dell’Independent, ha dato la cifra di 6000 morti fino ad ora
> censiti nell’esercito siriano. Ma queste cose, sulla stampa italiana, non
> possono apparire. Detto in parole povere: armi, addestramento,
> informazioni,
> logistica del Fsa sono interamente nelle mani dei turchi e della Nato. Ora
> anche l’ultimo imbecille si farebbe qualche domanda in merito. Per
> esempio, il
> governo turco e’ al corrente di tutto cio’? Anche loro, i colleghi,
> evidentemente penultimi imbecilli, questa domanda se la pongono. E
> rispondono
> di conseguenza. Certo, la Turchia sa tutto, aiuta i ribelli, li finanzia,
> li
> protegge. E fa bene, perché si deve abbattere il regime sanguinario e
> crudele
> di Damasco.
>
> Si dà il caso che tutto ciò dimostra il contrario dell’assunto: chi
> aggredisce, cioè, è la Turchia, è la Nato, sono gli USA, è l’Arabia
> Saudita.
> Insomma siamo in piena sovversione dall’esterno contro un paese sovrano,
> comunque si voglia giudicare il regime politico su cui si regge. E questo
> è in
> patente violazione delle norme del diritto internazionale e dello statuto
> dell’
> Onu. Non possono, questi penultimi imbecilli, ai quali si aggiunge una
> parte
> degli ex pacifisti italiani, nemmeno riconoscere che un paese – che loro
> stessi
> ci raccontano aggredito dall’esterno – abbia il diritto di difendersi.
> Anzi s’
> indignano se si difende, si scandalizzano. Ricordate la favola del lupo
> che,
> stando a monte, accusa la pecora a valle di sporcargli l’acqua del
> torrente in
> cui sta bevendo? Premessa prima di mangiarsela, anzi pretesto per
> mangiarsela.
> Sento già le strida dei Pulitzer ex pacifisti e ora difensori a oltranza
> dei
> diritti umani dei tagliagole mercenari della jihad islamica assoldata per
> l’
> occasione. Ecco, Giulietto Chiesa paragona Bashar el Assad alla pecora e
> la
> Turchia (e la Nato) al lupo. Scandalo. Una bestemmia in cattedrale! Ma io
> non
> penso a questo, né alle loro povere coscienze servili. Penso al guasto che
> costoro introducono nei procedimenti logici dei loro lettori-spettatori-
> ascoltatori, sottoposti al bombardamento di notizie che intrecciano e
> sovrappongono vero (involontario) e falso (consapevole). Il compianto Guy
> Debord avrebbe molte ragioni di vantarsi per averlo così bene descritto in
> anticipo. Anche se, perfino in quella collocazione topografica che si
> chiama
> sinistra, c’è gente che nemmeno ha capito quello che Debord voleva dire.
> Il
> fatto, purtroppo triste, è che l’azione statistica dei p[enultimi
> imbecilli
> produce inesorabilmente milioni di spettatori-ascoltatori sempre più
> stupidi.
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> e viene letto da tutti gli iscritti.
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> persone
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