[NuovoLab] I: COMUNICATO DEI GIURISTI DEMOCRATICI

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Autore: coscione43@virgilio.it
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To: forumsege, forumgenova, presidenza
Oggetto: [NuovoLab] I: COMUNICATO DEI GIURISTI DEMOCRATICI








Sono circa ottomila i cittadini turchi, parlamentari, avvocati, rappresentanti di autorità locali, giornalisti, sindacalisti, intellettuali, incarcerati a partire dal 2009 nell'ambito di varie operazioni di polizia, sulla base della legge antiterrorismo perché sospettati di appartenere al KCK, organizzazione che sarebbe secondo la magistratura e il governo turco, il braccio politico dell'organizzazione della guerriglia kurda PKK.

I giuristi democratici hanno costantemente protestato contro questi arresti, per i quali la Turchia ha subito forti critiche e condanne in sede europea e internazionale, come dimostrato dalle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, dai rapporti del relatore delle Nazioni Unite sull'indipendenza di giudici e magistrati e da quelli della Commissione europea. Il processo che si aprirà lunedì 2 luglio a Silivri, nei pressi di Istanbul, riguarda intellettuali e membri del partito (rappresentato in Parlmento) BDP (partito della pace e della democrazia), fra di essi Ayse Berktay, organizzatrice del Tribunale internazionalee per l'Iraq, importante evento contro la guerra che si tenne a Istanbul nel giugno 2005 con la partecipazione di eminenti intellettuali e giuristi del mondo intero. Fabio Marcelli, responsabie per le questioni internazionali ed europee dell'Associazione dei giuristi democratici, e membro degli organismi dirigenti dell'Associazione internazionale dei giuristi democratici e dell'Associazione europea dei giuristi per la democrazia e i diritti umani nel mondo, organizzazioni che rappresentò al Tribunale internazionale per l'Iraq, parteciperà alle prime udienze del processo contro Ayse Berktay e gli altri ntellettuali e politici turchi.

Le associazioni dei giuristi democratici a livello nazionale, europeo e internazionale chiedono con forza la liberazione di tutti gli arrestati, la sospensione dei processi in corso e l'abrogazione della legislazione antiterroristica in Turchia, come condizioni minime per la ripresa di un processo di dialogo e negoziato per la pace e la democrazia in Turchia e in tutta l'area mediterranea.

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