[Sexyshock] (BO) Autogestione ora! 1 Luglio - Vicolo Bologne…

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Autore: Betty
Data:  
To: sexyshock
Oggetto: [Sexyshock] (BO) Autogestione ora! 1 Luglio - Vicolo Bolognetti

Ciao a tutt@
segnaliamo questa iniziativa:

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AUTOGESTIONE, ORA!

1 LUGLIO 2012, Sala Silentium, Vicolo Bolognetti,
Bologna

UNA GIORNATA DI CONFRONTO, FUORI DALLE LITURGIE ISTITUZIONALI E
DEL MERCATO, PER AFFERMARE:

- il valore delle esperienze sociali
autogestite basate sulla cooperazione e sul mutualismo
- la natura di
bene comune delle forme del vivere solidale collettivamente generate,
dell'arte e della cultura
- autocostruzione e autorecupero contro la
speculazione per la difesa del territorio
- l'urgenza di modificare le
norme giuridico-anministrative ai fini del pieno riconoscimento delle
pratiche dell'autogestione

LA TENSIONE AL BENE COMUNE NON PUO' RIMANERE
INEVASA, NE' ESSERE REPRESSA

Programma

ore 10.00 - Workshop paralleli
su "Pratiche dell'autogestione" e "Beni comuni e innovazione
giuridico-amministrativa"
ore 13.00 - Pranzo sociale
ore 15.00 -
"Autogestione, ora!", assemblea cittadina

Partecipano: Asilo Filangieri
- La Balena (Napoli); Teatro Valle (Roma), Metropolis (Roma) MACAO
(Milano), Teatro Garibaldi (Palermo), Campagna GenuinoClandestino


Invitiamo tutte e tutti, singoli, esperienze sociali e culturali
autogestite, associazioni - la cittadinanza attiva nel suo complesso - a
una giornata pubblica per avviare un percorso cittadino
sul tema della
promozione delle pratiche di autogestione.
Riteniamo infatti che lo
scenario della crisi attuale possa e debba essere letto anche in termini
di apertura di una nuova fase di transizione sistemica, che oltre a
numerose incognite e a drammatiche criticità, presenta però margini di
agibilità che dovremmo saper sfruttare, se vogliamo fare la nostra parte
nel determinare la direzione del cambiamento. Le recenti occupazioni a
Roma (Teatro Valle), Napoli (Asilo/Balena), Palermo (Teatro Garibaldi),
Milano (Macao), ecc., pur nelle loro evidenti differenze, sembrano
alludere all'apertura di un processo costituente del tutto inedito che
pone al centro le esperienze sociali autogestite (ESA) come bene comune.


Il progetto che vorremmo proporre alla città ha lo scopo, da un lato,
di promuovere azioni di riconoscimento delle esperienze sociali
autogestite già esistenti, dall'altro, di favorire la moltiplicazione e
il consolidamento di nuove esperienze che assumano l'autogestione e
l'orizzontalità nella gestione come propri principi guida.
Con
esperienze sociali autogestite (ESA) intendiamo quell'insieme composito
e continuamente mutevole di percorsi sociali e culturali che,
originandosi spontaneamente, innescano una trasformazione profonda nel
modo di agire e di pensare all'interno di un determinato territorio. In
ultima analisi queste esperienze, non finalizzate al conseguimento di un
profitto individuale, né di un interesse di natura patrimoniale, non
fanno che riconsegnare alla collettività il prodotto della cooperazione
sociale, anche mediante la pratica dell'occupazione di spazi dismessi,
allo scopo di sottrarli ai meccanismi della rendita fondiaria e di
renderli nuovamente fruibili ai cittadini in quanto beni comuni.
Le ESA,
come beni comuni, sono il frutto di relazioni sociali tra pari,
dell'agire condiviso. Nascono dalla partecipazione attiva e diretta
della cittadinanza e si autorganizzano, difendendo la propria autonomia
sia dall'interesse proprietario sia dalle istituzioni pubbliche che
governano con logiche privatistiche e autoritarie i beni pubblici
.
L'autogestione è una pratica fondante di tali esperienze.
L'autogestione consiste nella volontà di non costituire strutture
organizzative stabili, nel rifiuto di delegare a singoli rappresentanti
la propria gestione, nel riconoscere l'assemblea di gestione come unico
momento decisionale vincolante per tutti, nel rifiutare l'ottica
rappresentativa delle maggioranze e delle minoranze.
Questo insieme
eterogeneo di esperienze ha rappresentato un luogo di produzione e
sperimentazione di pratiche culturali, politiche e sociali che ha
arricchito questa città rendendola sicuramente più vivibile. Si tratta
di esperienze che, su più piani, anticipando e innovando, hanno colto
tendenze e intercettato domande sociali che altrove non trovavano
ascolto o possibilità d'espressione. Non esenti da limiti e
contraddizioni, hanno mantenuto nel tempo la capacità di dare voce e
spazio a ciò che nelle viscere del corpo sociale si muoveva e ad
accogliere le diverse istanze che si presentavano. Se hanno conservato
negli anni questi tratti peculiari è in prima istanza dovuto
all'orizzontalità e alla pratica dell'autogestione che ne hanno definito
le modalità quotidiane di organizzazione, facendone luoghi attraversati
quotidianamente da centinaia di persone.

Ci vogliamo impegnare - e
offrire ad altri la possibilità di impegnarsi a loro volta - nel compito
di salvaguardare e promuovere la riproduzione delle molteplici forme che
già oggi il fondamentale patrimonio comune rappresentato dalle ESA
riveste in città, e di tutte quelle che potrà assumere in futuro. In
particolare attraverso:
1) la promozione di un confronto pubblico sulle
esperienze sociali autogestite e sulle pratiche che si producono al loro
interno. Il progetto che proponiamo dovrebbe farsi promotore in città di
un dibattito su queste esperienze: sulla loro evoluzione, sulle
progettualità politiche, culturali e sociali che nascono e crescono al
loro interno, le criticità che li attraversano.
2) la promozione di un
processo di innovazione giuridica tramite il confronto con
l'amministrazione cittadina e altre istituzioni, nella convinzione che
le esperienze sociali autogestite costituiscano un genere giuridico del
tutto nuovo, indipendente rispetto al titolo di appartenenza, «cioè
dalla titolarità della proprietà sul bene, che può essere pubblica o
privata. Il bene comune è piuttosto individuato in quanto necessario
alla realizzazione dei diritti fondamentali degli individui»
(Commissione Rodotà). Queste esperienze, nel momento in cui si trovano a
confrontarsi con i diversi ordinamenti, costruiti sulla dicotomia
pubblico/privato, si scontrano con un'empasse: o accettare la natura
"privata" della propria esperienza, o sottrarsi al confronto, non
contemplando i diversi ordinamenti uno statuto giuridico terzo. Inoltre,
le attuali norme che regolano l'associazionismo, le attività di
promozione sociale e culturale, produzione indipendente non finalizzata
al profitto e consumo critico, appaiono del tutto inadeguate tanto a
regolamentare le esperienze sociali autogestite, quanto a valorizzare
forme di vita non mercificate e mercificanti, rispettose della
solidarietà sociale e ambientale.
3) la promozione di iniziative di
dibattito e di formazione finalizzate alla ricerca ed elaborazione,
autonoma e indipendente, di proposte comuni di rigenerazione sociale,
economica e produttiva, culturale e politica, in una prospettiva di
transizione sistemica.

Gruppo di iniziativa per la promozione delle
esperienze sociali autogestite - Bologna

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