[NuovoLab] A Mapelli e Riolo Punto Rosso Milano

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Autore: giacomo casarino
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To: forumsege, forumgenova inventati
Oggetto: [NuovoLab] A Mapelli e Riolo Punto Rosso Milano

Ricevendo il vostro Lavoro&Politica on line mi capita talora di leggere qualcosa, quasi mai, ahimè, stimolante rispetto alle domande che faccio a me stesso.Ricordo nello scorso numero, nell'ambito dell'articolo di Patta, una sequenza cronologica/logica chiaramente enunciata, secondo la quale in primis (come variabile, in qualche modo indipendente) viene la riforma della legge elettorale, dal tipo di legge si fanno derivare le alleanze e i loro perimetri, infine, in funzione dunque, dei due precedenti "fattori", si decidono i programmi. Una mostruosità politicistica. Sarà realismo politico (ma in questo ambito, per quanto incasinatissimo, il PD è certamente  più bravo  del vostro Movimento per un Partito del Lavoro): per me continua ad essere  un "mondo capovolto", e cioè a rappresentare quella crisi della politica che, a parole, tutti denunciamo, ma alla quale, a quanto pare (Patta docet), spesso opportunisticamente ci adeguiamo. Altro che programma di fase e programma elettorale, con cui secondo te la Federazione della Sinistra (specialmente il PRC) dovrebbe incalzare indifferentemente PD, SEl, IdV e non so chi altri (n. 2 - 2012 di Lavoro&Politica) !Ricordo, tanto per non appare equivoco, che in tempi non sospetti, quando Rifondazione possedeva  un peso politico e sociale di una qualche consistenza (il primo Bertinotti?) e quando il Manifesto si permetteva di avere ed esprimere delle idee, che eravamo proprio noi a criticare Rifondazione in quanto "non si spendeva" nella battaglia politica/ideale e, invece, continuava a  cullarsi nel suo identitarismo.  Ma adesso, nelle dimensioni di militanti e di voti cui siamo ridotti? Ora preliminarmente la parola (e la responsabilità) passano ai movimenti, segnatamente al sindacato. Non siamo solo a dover produrre idee, ma anche a verificare fatti, comportamenti, premesse, in atto o meno, per programmi elettorali di governo. I migliori "intellettuali organici"  potrebbero pensare e proporre il programma più avanzato e brillante, ma su quale terreno cadrebbe, se di fronte alle controriforme iperliberiste del mercato del lavoro, la CGIL, della cui maggioranza Patta e Nicolosi fanno parte, non sente il problema di proclamare uno, dico uno, non diciassette come in Grecia, sciopero generale? E, aggiungo, se di fronte a questa decisione subalterna al PD-compare di Monti, non si solleva una ribellione, un movimento di popolo? Che cosa (il non-sciopero) incalza chi ?Non siamo più negli anni '60 quando una forza poderosa e radicata capillarmente come il PCI poteva ripromettersi -anch'esso illudendosi - (Amendola, ma anche Togliatti) di incalzare il centro-sinistra di Fanfani, Moro e Nenni.