[Hackmeeting] Confronto tra visione cypherpunk statunitense,…

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Autore: Arturo Filastò
Data:  
To: hackmeeting
Oggetto: [Hackmeeting] Confronto tra visione cypherpunk statunitense, europea e italiana
Penso che esistano delle somiglianze tra i mondi cypherpunk statunitensi,
europei e italiani, ma anche delle grosse differenze che penso valga la
pena analizzare.

Butto giu' un po' delle cose che mi sono passate per la mente a riguardo,
ma spero piu' che altro di ricevere feedback da voi.

Penso potrebbe anche essere interessante organizzare una specie di
tavola rotonda e/o discussione all'HM riguardo questo topic. Dovrebbe
venire almeno una persona dalla scena americana e penso che potrebbe
essere bello mettere insieme qualcosa.

La realta' statunitese ha ricevuto un sacco di energia da dopo l'11
Settembre
2001. Da questo punto l'incubo orwelliano si e' presentato in modo
chiaro anche
alle persone non particolarmente interessate al tema. I controlli
all'aereoporto
e le maggiori restrizioni alle liberta' individuali sono una cosa che sono
percepite da tutti.
Per certi versi queste limitazioni non sono percepite come molto
giustificate in
quanto il terrorismo non e' una cosa che viene sentita in modo cosi' diretto
o che accade con cadenza ripetuta (a differenza di, ad esempio, la Mafia).

Sono venuti fuori un sacco di scandali [1] riguardo alle intercettazioni
e la
sorveglianza fatta da parte dell'NSA senza giustificazioni. Anche le persone
comuni percepiscono questa cosa come un intaccamente alla loro liberta'.

Per questo penso che in un certo senso i cypherpunk statunitensi abbiano
avuto la strada spianata nel far capire alle persone comuni il problema,
avendo da un lato una minaccia che viene molto esagerata e dall'altra degli
esempi negativi documentati da portare come esempio.

Il punto di vista del cypherpunk americano e' sicuramente piu' "hardcore" di
quello europeo (almeno per quel che ho avuto modo io di sperimentare), e in
un certo senso piu' filo anarchico.

Il cypherpunk europeo e' in generale un po' piu' moderato, anche perche' la
minaccia del terrorismo, se non negli ultimi anni, e' una cosa che non e'
particolarmente sentita.
Non esistono casi eclatanti come [1] che hanno portato alla luce
evidenti abusi
di potere delle autorita' riguardo a temi di privacy, o quelli che ci sono
stati non hanno avuto cosi' [2] tanto [3] echo [4] mediatico [5].

In Italia abbiamo una situazione ancora piu' particolare. La tecno
sorveglianza
e' molto presente, ma questa non viene affatto percepita come una minaccia o
una limitazione delle liberta' dell'individuo.
In Italia abbiamo una narrativa formidabile per poterla giustificare ed
e' quella
della mafia. Il problema mafia e' percepito da tutti, non solo come una
minaccia
vera, ma anche vicina. Per vicina intendo che e' un qualcosa che tanti,
piu' o meno,
hanno a che fare giornalmente. Questo e' molto diverso dalla scusa del
terrorismo.

Anche i giornalisti piu' a difesa delle net liberties e della privacy,
dicono
"no alla sorveglianza, tranne che per la mafia". Il che secondo me e' un po'
una contraddizione, o no?

Non ho la soluzione, volevo giusto lanciare questa palla e vorrei sentire il
punto di vista di altri su questo tema (specialmente se questo punto di
vista
e' particolarmente controverso o di contrasto al mio).

(scusate se il mio italiano non e' perfetto, ma non sono piu' abituato a
scrivere lunghe email in questa lingua)

- Art.

[1] http://en.wikipedia.org/wiki/NSA_warrantless_surveillance_controversy
[2]
http://www.nytimes.com/2006/08/19/washington/19ruling.html?_r=1&ex=1313640000&en=5f8f4b2cc84ad621&ei=5088&partner=rssnyt&emc=rss
[3] http://www.nytimes.com/2007/10/14/business/14qwest.html?ref=todayspaper
[4] http://www.nytimes.com/2006/01/30/opinion/30bobbitt.html
[5] http://online.wsj.com/article/SB113996743590074183-search.html