Mercoledì 13 giugno dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di 
genova 524° ora in silenzio per la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito.
Altre info su 
www.orainsilenzioperlapace.org
*_Palestina. Mahmoud Sarsak: storia di un calciatore a cui è impedito 
sognare_*
*Il suo nome è Mahmoud Sarsak, e la sua storia è un paradigma. Ha 25 
anni, è un calciatore della Nazionale Palestinese*.
Una giovane promessa del calcio perché, giovanissimo, ha iniziato ad 
allenarsi in uno dei luoghi più disagiati del mondo: il campo profughi 
di Rafah, a sud di una Striscia di Gaza da anni sotto assedio, tra raid 
aerei, assedio, bombardamenti.
Racconta il fratello Emad che Mahmoud avesse la stoffa per diventare un 
campione, e che il primo passo “verso il gol della sua vita” fosse 
quello di uscire dal ghetto di Gaza e raggiungere i suoi compagni di 
squadra in Cisgiordania.
*La Nazionale Palestinese, primo importante traguardo verso il sogno di 
giocare in una squadra internazionale, per portare nel mondo quella 
Palestina non riconosciuta, per rappresentare il suo paese rincorrendo 
un pallone e, insieme, un ideale di giustizia e libertà.*
Aveva la stoffa per essere un campione, e anche il fisico adeguato, 50 
kg fa. Prima di passare dal carcere a cielo aperto di Gaza a quello, in 
cemento armato, di Ramleh, in Israele
Il 22 giugno 2009, con le sue valige, Mahmoud Sarsak si dirigeva al 
valico di Erez, unica porta che collega Gaza ai Territori Palestinesi 
Occupati, sigillata da Israele. Unico passaggio diretto possibile verso 
il suo sogno, che si è aperto per portarlo invece verso un’altra prigionia.
Slegato da gruppi, partiti e fazioni politiche, credeva di non avere 
niente da temere da quei soldati che controllano il valico. Invece è 
stato arrestato, condotto del carcere di Ramleh dove, da allora, non è 
mai potuto uscire.
*Le accuse? Ignote. In 3 anni Mahmoud non le ha mai conosciute, e non ha 
mai affrontato nessun tipo di processo*.
Per i cittadini di Gaza è in vigore la “Unlawful Combatant Law” (Legge 
sui Combattenti Illegali), strumento che consente ad Israele di 
imprigionarli alle stesse condizioni. Tempo indeterminato, fine pena 
potenzialmente mai.
*Mahmoud, come molti altri prigionieri prima di lui, 81 giorni fa è 
entrato in sciopero della fame. Una protesta – l’unica possibile – che o 
sta uccidendo. E, con lui, il miraggio di una giovane promessa del 
calcio di poter inseguire il suo pallone e il suo sogno. *
Spiega il legale, Mohammed Jabarin, che il termine per il suo arresto è 
stabilito al 22 agosto prossimo. Ma non ci sono garanzie che le autorità 
israeliane non lo rinnovino di altri 6 mesi, come hanno sempre fatto nel 
corso di questi 3 anni.
La storia di Mahmoud è un paradigma soprattutto perché non fa notizia. 
Se il club per il quale gioca fosse una squadra quotata, sostenuta da 
migliaia di tifosi; se Sarsak fosse una delle tante super-star 
calcistiche mondiali, se non fosse palestinese, se non fosse stato 
arrestato da Israele, la sua sarebbe una notizia da prima pagina.
Mahmoud è un giovane calciatore che sta giocando la partita della vita 
con uno sciopero della fame che lo ucciderà nel silenzio internazionale. 
Una promessa cui è stato vietato di segnare, di giocare, di sognare.
/di Cecilia Dalla Negra 7 giugno 2012/