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10/06 - FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DEI DIRITTI UMANI (FIDH) CHIEDE ALLA CPI DI APRIRE UN'INCHIESTA CONTRO GLI ALTI COMANDI DELL'ESERCITO COLOMBIANO IN MERITO AI "FALSI POSITIVI"
Il 29 maggio, la FIDH ha presentato alla Corte Penale Internazionale una documentazione relativa a 3345 esecuzioni extragiudiziarie, commesse tra il 2002 e il 2008 e conosciute in Colombia come "falsi positivi".
Sotto accusa ritroviamo gli alti comandi dell'Esercito colombiano, responsabili dell'assassinio di civili poi presentati come combattenti dell'insorgenza.
Nel documento si precisa che le informazioni
fornite dal governo colombiano devono essere considerate inaffidabili, data la partecipazione organica dell'apparato statale alla realizzazione dei crimini in questione. Crimini che continuano a rimanere impuniti.
La FIDH ha infatti segnalato come in Colombia la magistratura si limiti in alcune situazioni, considerate comunque "casi isolati", a condannare soldati di basso rango, occultando le responsabilità degli alti comandi delle Forze Armate in generale, e dell’Esercito in particolare.
Le esecuzioni vengono perpetrate dai militari in maniera sistematica e generalizzata. Le vittime sono prevalentemente giovani contadini o disoccupati, provenienti da famiglie povere, attratti con l'inganno da false promesse relative a possibilità lavorative.
Vengono poi sequestrate, senza nessun ordine giudiziario, fatte sparire ed uccise. I corpi sono in seguito manipolati e presentati come "falsi positivi", vestiti con uniformi militari e corredati da armi e munizioni.
Secondo la FIDH i procedimenti giudiziari colombiani, relativi a questi delitti, si svolgono senza la necessaria imparzialità e sono gestiti da tribunali militari anziché civili. Il documento si conclude individuando nei comandi militari dell'Esercito colombiano i massimi responsabili di questa barbarie, veri e propri crimini contro l'umanità.
La questione dei "falsi positivi" rappresenta solo un tassello della più ampia politica terroristica implementata dallo Stato colombiano. Politica dispiegata senza soluzione di continuità tra il governo Uribe e quello attuale, guidato da Santos. Quest’ultimo, come del resto il suo predecessore, è il comandante in capo delle Forze Armate, e pertanto primo responsabile e colpevole delle esecuzioni extragiudiziarie. Ed è altresì il principale garante degli interessi dell'oligarchia, che usa la violenza di Stato come arma per mantenere il potere, determinando la situazione di sistematica violazione dei diritti umani che regna in Colombia.