[RSF] FW: [pace] La «kill list» di Obama

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Szerző: pilar anita quarzell castel
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Címzett: forumroma, poemaleo, trev, checchino, Teatro Valle Occupato, renata
Tárgy: [RSF] FW: [pace] La «kill list» di Obama

aiuto, un drone nel mio letto?


> To: pace@???
> From: a.marescotti@???
> Date: Sun, 3 Jun 2012 23:46:31 +0000
> Subject: [pace] La «kill list» di Obama
>
> La Kill list è la lista degli esseri umani da uccidere che Obama personalmente redige
> ogni settimana.
>
> www.peacelink.it
>
> -----Original Message-----
> From: glry@???
> Sender: disarmo-request@???: Sun, 03 Jun 2012 23:58:37
> To: <disarmo@???>
> Reply-To: disarmo@???
> Subject: La «kill list» di Obama
>
> Fonte: il manifesto
> Autore: Marco D'Eramo
>
> L´orrore più spaventoso è quando nessuno s´inorridisce più per l´orrore. È quel avviene da
> giorni nei mass media mondiali a proposito della Kill list di Barack Obama. Dove Kill list non
> è un film di Quentin Tarantino che il presidente degli Stati uniti si godrebbe in poltrona nello
> Studio ovale della Casa bianca.
> No, la Kill list è la lista degli esseri umani da uccidere che Obama personalmente redige
> ogni settimana. In quello che il New York Times definisce «il più strano dei rituali
> burocratici», «ogni settimana circa, più di 100 membri del sempre più elefantiaco apparato
> di sicurezza nazionale si riuniscono in videoconferenza segreta, per esaminare le biografie
> dei sospetti terroristi e raccomandare al presidente quale dovrà essere il prossimo a
> morire».
> I burocrati raccomandano, ma l´ultima parola spetta a Obama che firma di sua mano la
> condanna a morte di questi «sospetti terroristi», che essi siano cittadini americani o
> stranieri. Da notare che nessuno di loro è stato mai condannato da nessun tribunale.
> Letteralmente, il presidente degli Stati uniti si arroga l´insindacabile diritto di vita o di morte
> su qualunque essere umano di questo pianeta. Già, perché una volta emanata, questa
> «strana» sentenza è inappellabile, né criticabile (visto che è segreta).
> In fondo, la Bastiglia era stata rasa al suolo per molto meno: i monarchi assoluti dell´Ancien
> Régime si limitavano a firmare lettres de cachet, arbitrari e insindacabili ordini di
> carcerazioni, certo, ma non assassini.
> In fin dei conti il calunniato George Bush jr era stato più fedele allo spirito della costituzione
> americana quando si era «limitato» a ordinare la detenzione arbitraria di qualunque sospetto
> al mondo: se proprio doveva essere ucciso, il malcapitato andava almeno processato da
> una corte marziale americana. Ora invece abbiamo il paradosso di un presidente che è
> stato eletto promettendo di chiudere la prigione di Guantanamo, e di non permettere più che
> i sospetti siano detenuti indefinitamente senza giudizio, ma che conclude il suo primo
> mandato stilando personalmente la lista degli assassini di stato. Detenerli senza processo,
> no. Ma ucciderli senza processo sì. Tenete conto che la lista comprende non solo terroristi
> accertati, ma anche «fiancheggiatori».
> Per dirla tutta: mentre in base al decreto presidenziale di Bush poteva succedere che un
> commando irrompesse all´improvviso in casa mia in Italia, mi portasse in Egitto (o nella
> vituperata Siria) a farmi torturare da regimi più esperti in questa pratica e poi mi trasferisse
> in una base Usa d´oltremare, come Diego Garcia, per farmi processare da una corte militare
> Usa ed eventualmente uccidermi, facendomi così scomparire per sempre dalla faccia della
> terra all´insaputa di tutti, adesso, con i poteri che Obama si è arrogato, mentre io sto in
> Italia, qualcuno alla Casa bianca scorre la mia biografia, decide che sono un pericoloso
> fiancheggiatore, firma la mia condanna a morte; a questo punto in una base militare del
> Midwest un impiegato in maniche corte (che amo immaginare paciosamente obeso) si siede
> a un computer e con lo stick dei videogiochi dirige da 9.000 km di distanza un drone sulla
> terrazza di casa mia e mi spiana con un missile.
> Perfino il sussiegoso New York Times protesta flebilmente che questo «è troppo potere per
> un presidente», ma ipocrita propone solo di «stabilire criteri certi» per includere qualcuno
> nella Kill list.
> Siamo davanti al potere assoluto. Ma, come dicevo, ancora più terrificante del fatto in sé è
> la sua accoglienza da parte dell´opinione pubblica mondiale. Siamo ormai tutti assuefatti,
> non ci stupisce più nulla. Di questo nessun indignato s´indigna! Che altro ci serve per darci
> una sveglia?
> Un primo assaggio della «crudeltà umanitaria», della «ferocia buonista» in cui siamo
> scivolando sempre più anestetizzati ce l´ha dato l´immagine marcante della prima
> presidenza Obama: quella della riunione di notabili e amici invitati ad assistere in tv non alla
> finale del Super Bowl ma all´uccisione in diretta di Osama bin Laden, e a esultare non per
> un gol ma per una pallottola.
> Ma ancora più da brivido è la battuta riferita dal New York Times: dopo aver firmato
> l´uccisione di un cittadino americano che nello Yemen incitava alla jihad, il premio Nobel per
> la pace ha commentato: «Questo qui è stato facile».
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