From: dwbsco@???
To: comitatonodebito-liguria@???
Subject: RE: [appellodobbiamofermarli-liguria:227] "LIBIA LIBERA " VIDEO DI RAITRE
Date: Tue, 15 May 2012 19:15:24 +0200
I documentari " a tesi", come dice la stessa qualificazione, vogliono dimostrare l'assunto da cui partono, assolutizzandolo, e trascurando/oscurando tutto il resto, considerato come ininfluente. Mi ha colpito l'asimmetria : da una parte un Presidente, nell'intervista apparso come ragionevole ma dominato dalle riottose milizie che si rifiutano di consegnare le armi, prima che avvengano le elezioni (e forse a ragione, considerando il crollo verticale dello Stato gheddafiano); dall'altra le vittime dei soprusi (neri, città messe al bando ecc.). Interviste di "gente comune", in particolare di militanti dell'insurrezione a Bengasi, Tripoli e tutte le altre città, a partire dal 17 febbraio (e anche prima), zero. Del lunghissimo assedio di Misurata, nulla. Movimenti dell società civile, riformarsi dei partiti, rinascita della stampa, anche qui zero. Il protagonismo delle donne , che esigono (ed hanno ottenuto) il 40% delle candidature, nulla. Io considero un falso storico sussumere un'insurrezione che covava da tempo e che si è concretizzata nella prima metà di febbraio sotto la cifra dell'intervento militare. Senza contare che se si fosse trattato di una rivoluzione bolscevica, subito ci avrebbe soccorso qualche autorevole marxista ortodosso, tipo Domenico Losurdo, che avrebbe giustificato le violenze e gli eccessi come sacrosanto "Terrore Rosso." Chi voglia documentarsi altrimenti, a partire da un personaggio autorevole (collaboratore di Radio Popolare, del Manifesto di un tempo) può leggere Farid Adly, La rivoluzione libica, Ed. Il Saggiatore, euro 15.
, To: sergiocasanova@???
Subject: [appellodobbiamofermarli-liguria:227] "LIBIA LIBERA " VIDEO DI RAITRE
Date: Tue, 15 May 2012 15:43:28 +0000
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-deebde50-7aef-4ed8-82b6-84a2f0212ced.html
a questo indirizzo segnalo un servizio televisivo andato in onda ieri sera alle 23, su RAITRE.
Racconta una verità lontana mille miglia da quella sostenuta dalla stessa rete durante l'intera durata della guerra alla Libia.
Salvo poi seppellire tutto sotto una spessa coltre di silenzio....perché in Libia c'è stata una guerra?
Eppure una parte di questi misfatti erano stati denunciati subito, anche se i media di regime li hanno assolutamente ignorati.
Troppo alta la posta in gioco, troppo "autorevoli" gli sponsor locali (capeggiati dall'ineffabile Napolitano) e internazionali.
Alle strette, i sostenitori della guerra biascicavano risposte del tipo: "Comunque, se la guerra è servita a salvare
gli abitanti di Bengasi dai bombardamenti di Gheddafi, ne è valsa la pena!". Evidentemente, per costoro, gli abitanti
di Tripoli non avevano lo stesso diritto alla vita. Naturalmente non è in discussione il fatto che ci siano stati gravissimi
atti di violenza ed aggressione da parte del regime di Gheddafi. Il punto è se si pensa davvero che comportamenti
uguali (o, parrebbe, addirittura peggiori) e contrari vadano sostenuti con le bombe dalla "comunità internazionale".
Il punto è se qualcuno può davvero credere che la guerra in Libia sia stata fatta per instauravi la "democrazia".
O se qualcuno può essere fiero di essersi schierato dalla parte di chi ha inflitto, e continua ad infliggere, queste tragedie,
motivandole con le tragedie di matrice gheddafiana?
Anche se Raitre assomiglia molto al famoso coccodrillo e certo è ben lontana dall'aver emendato i falsi sostenuti
quando qualcosa, forse, si sarebbe potuto ancora evitare.........meglio tardi che mai!
Sergio Casanova
QUESTA LA PRESENTAZIONE DEL VIDEO:
In Libia si è veramente affermata la democrazia?
I diritti umani sono oggi patrimonio di tutti i libici? Le enormi risorse di quel paese sono finalmente a disposizione di tutti i suoi abitanti? Ed ancora, era veramente necessaria l'ultima delle cosiddette guerre umanitarie ed è vero che i suoi costi umani sono stati praticamente nulli come affermano i comandi della Nato?
A questi, e ad altri interrogativi, prova a rispondere "Libia libera", un viaggio-documentario di “C'era una volta” firmato da Silvestro Montanaro.
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