100.000 PERSONE IN CORTEO A BOGOTÁ PARTORISCONO LA ‘MARCIA
PATRIOTTICA’!
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Dopo tre giorni di assemblee, dibattiti e delibere, che hanno visto
protagonisti più di 4000 delegati in rappresentanza di oltre 1700
organizzazioni sociali, politiche e popolari di tutto il paese, e che
si sono concluse con la formalizzazione del Consiglio Patriottico
Nazionale quale organo di direzione del nuovo movimento Marcia
Patriottica, una gigantesca manifestazione nazionale, che si è
snodata da tre diversi punti di Bogotá, ha partorito questa nuova
speranza
per il popolo colombiano.
Oltre 100.000 persone, molte delle quali hanno attraversato per
giorni le cordigliere, le selve e gli imponenti fiumi del paese
andino-amazzonico per giungere nella capitale, hanno marciato sino ad
una stracolma Plaza de Bolívar in cui contadini, lavoratori, studenti
medi e universitari, donne, indigeni, senza tetto, venditori
ambulanti, sfollati e difensori dei diritti umani hanno detto senza
paura basta al regime oligarchico colombiano, al terrorismo di Stato
e ad un ingiusto modello economico.
Significativa e variegata anche la presenza di delegazioni
internazionali, che hanno portato la loro solidarietà a questo nuovo
movimento politico e sociale che irrompe sulla scena nazionale: dal
PSUV venezuelano al FMLN salvadoregno, dal MAS boliviano al Frente
Amplio uruguayano, dal FSLN nicaraguense al PC cileno, dal MST
brasiliano alla sinistra patriottica basca.
Uno dei tanti esponenti internazionali è Asier Altuna,
rappresentante della Izquierda Abertzale, arrivata a Bogotá per
partecipare alla “Marcha Patriótica por la segunda y definitiva
independencia”. Con l'adesione a questa importante iniziativa la
sinistra indipendentista basca ribadisce il suo impegno per la
costruzione della pace, la democrazia e la giustizia in Colombia.
Impegno già dimostrato con la partecipazione a diverse iniziative,
come l'Incontro Internazionale per la pace e la soluzione politica
del conflitto colombiano tenutosi a Losanna, in Svizzera, il Foro
Colombia celebrato in marzo a Bogotá sulla situazione dei
prigionieri politici o il ruolo giocato da Maite Aristegi nella
liberazione unilaterale da parte delle FARC-EP degli ultimi militari
prigionieri di guerra.
Alla Marcia Patriottica si sono uniti anche settori politici liberali
colombiani, guidati da Piedad Córdoba e riuniti nella Izquierda
Liberal en Marcha, così come il Partito Comunista Colombiano e i
Colombiani/e per la Pace , tra gli altri.
La Marcia Patriottica, che ha una vocazione di potere ed un carattere
antimperialista, anticapitalista ed unitario, sarà un fattore
determinante nella lotta per la soluzione politica del conflitto
sociale ed armato colombiano, propedeutica alla costruzione della
pace con giustizia sociale.
28/04 - NUOVE MANIFESTAZIONI IN COLOMBIA CONTRO LE POLITICHE DEL
GOVERNO SANTOS
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Un'altra giornata di mobilitazioni in Colombia, dopo la grande
manifestazione di lancio della “Marcia Patriottica” a Bogotá; lo
scorso 25 aprile, infatti, diversi settori sociali colombiani sono
scesi in piazza contro le politiche neoliberiste ed antipopolari del
presidente “Jena” Santos.
Nella capitale, forti sono state le proteste di migliaia di medici e
impiegati della sanità, che hanno scioperato e manifestato contro
la famigerata legge 100 sulla Sicurezza Sociale, che ha veicolato la
privatizzazione della sanità e favorito il furto di risorse
pubbliche da parte del capitale finanziario.
Proteste anche di autisti di camion e taxi a Buenaventura, nel Valle,
di 14.000 lavoratori dell'Istituto di Benessere Familiare, mentre i
dipendenti pubblici hanno annunciato uno sciopero nazionale per il
rispetto dei propri diritti sindacali.
Non passa giorno in cui nelle strade colombiane non si riversino
migliaia di lavoratori, studenti, popolazioni indigene o
afrodiscendenti per contestare il neoliberista regime colombiano; e
mentre la “Marcia Patriottica” si organizza per canalizzare tutte
queste esperienze di lotta e il ventaglio di soggetti sociali
resistenti, “Jena” Santos appare sempre più solo, arroccato a
difesa dei privilegi dell'oligarchia e delle multinazionali.
02/04 - TERRORISMO DI STATO MIETE 4 VITTIME NELLE FILA DELLA
MARCIA PATRIOTTICA
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/2730-0204-terrorismo-di-stato-miete-4-vittime-nelle-fila-della-marcia-patriottica.html>
Contro il Movimento della Marcia Patriottica, il terrorismo di Stato
colombiano passa dalle minacce, neanche tanto velate, ai fatti; sono
già almeno quattro le vittime accertate del regime, che usa tutti
gli strumenti di cui dispone per tentare di abbattere il nuovo
soggetto politico colombiano.
I soci di questa impresa criminale sono sempre gli stessi: governo,
Forze Armate, Polizia, media di regime, narcotrafficanti, oligarchi,
latifondisti e multinazionali; gli strumenti del terrore assumono
diverse sigle (AUC, Águilas Negras, Bacrim, Rastrojos, ecc.) ma
hanno sempre lo stesso scopo: reprimere nel sangue il dissenso
sociale, e l'opposizione al regime stesso.
Lo scorso 18 aprile è stato fatto sparire Herman Henry Díaz, leader
contadino del Putumayo, mentre organizzava la partecipazione dei
contadini alla Marcia Patriottica del 23 aprile a Bogotá.
Martha Cecilia Guevara Oyola, leader comunitaria di San Vicente del
Caguán, nel Caquetá, è scomparsa 2 giorni dopo, durante i
preparativi della Marcia.
La terza vittima è Mao Enrique Rodríguez, membro del Partito
Comunista Colombiano, capo della scorta di Carlos Lozano (direttore
del settimanale “Voz” e dirigente della Marcia Patriottica),
crivellato di colpi da “ignoti” la sera del 27 aprile a Bogotá.
Praticamente in simultanea, nel municipio di Pradera (dipartimento
del Valle del Cauca) veniva ammazzato da sicari del terrorismo di
Stato il compagno Daniel Aguirre, carismatico leader sindacale dei
tagliatori della canna da zucchero.
Secondo un ben noto copione, le stigmatizzazioni, le accuse e le
minacce del presidente “Jena” Santos, degli alti comandi militari
e dei pennivendoli di regime contro il movimento Marcia Patriottica,
equivalgono a ordini di sterminio, ben compresi dall'esercito di
assassini che agisce in Colombia su mandato del governo, e quindi
nella più totale impunità.
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