Mercoledì  16 maggio dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di 
Genova, 520° ora in silenzio per la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito.
Altre info su 
www.orainsilenzioperlapace.org
*_lo show dei soldati lontani dalle guerre che affascina i turisti_*
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*__*di Ascanio Celestini
Vado per lavoro in un Paese straniero. A mezzogiorno mi trovo a passare 
davanti al castello che fu dimora di re, galera, caserma e museo. I 
turisti attendono il trio di colorati gendarmi che zompettano fuori 
dalla grande porta per prendere, negli ultimi metri, un incedere più 
maschio. Altri due saltelli e le sentinelle nelle garitte si danno il 
cambio.
Io non ho fatto il soldato, non ho mai ascoltato conferenze o letto 
saggi specifici, né conosciuto esperti di camminate militari, ma qualche 
volta, al cinema e in televisione, mi è capitato di vedere marce. Ce ne 
devono essere molte, di queste camminate. Qualcuno si muove con le gambe 
dritte come quelle dei burattini venuti male. Qualcuno con un mezzo 
passetto, che ricorda qualche danza arcaica di pastori isolati sulle 
montagne, come se fosse un milite di una caserma sperduta al limite di 
deserti di tartari. Qualcun altro addirittura corre e i più bravi 
suonano la tromba. In queste attività sono un'attrazione per turisti che 
se li vengono a guardare e ci si fotografano insieme. Da una parte, ci 
sono le divise sgargianti con luccicanti spadini e lunghi pennacchi. 
Dall'altra, i turisti in canottiera e pantaloncini.
Peccato che i militari veri non siano così. Hanno tute mimetiche e 
strisciano nel fango sotto le bombe o arrancano nel deserto sudando per 
le temperature esagerate e per la ferraglia che si trascinano dietro. 
Con lo spadino non infilzerebbero nemmeno una salsiccia. Non hanno 
cappelloni piumati, né colori arcobalenanti. Si devono mimetizzare. Meno 
si fanno vedere e più scampano al destino di tornarsene a casa avvolti 
nelle bandiere. I turisti non li vanno a fotografare quando si fanno 
sparare in testa da un altro soldato sporco di fango o quando fanno 
saltare in aria una scuola elementare scambiandola per un obiettivo 
strategico. Quei soldati che ammazzano e si fanno ammazzare vengono 
ritratti da fotografi sporchi di fango come loro. Fotografi disarmati 
che però corrono lo stesso il rischio di finire al camposanto.
Eppure anche quei soldati certe volte diventano turisti. Le loro foto 
sono sul Los Angeles Times: foto di militari americani in Afghanistan 
che si ritraggono sorridenti accanto a cadaveri di soldati uccisi o 
tenendo in mano pezzi di essi. Ne abbiamo viste molte altre con i 
torturati e gli umiliati di tutte le guerre.
Quand'è che le caserme diventeranno musei? Quand'è che le divise 
diventeranno solo un allegro folclore per turisti pacifici?
Fonte : Il Venerdì di repubblica 11/05/2012