[RSF] Clamori dalla Colombia

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Autore: Associazione nazionale Nuova Colombia
Data:  
To: forumroma
Oggetto: [RSF] Clamori dalla Colombia

         13/05 – MASSACRO DEI TRE BAMBINI DI TAME PER MANO DEI MILITARI:
LA DIFESA DELL'ESERCITO PRESENTA UN FALSO TESTIMONE
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/2777-1305-massacro-dei-tre-bambini-di-tame-per-mano-dei-militari-la-difesa-dellesercito-presenta-un-falso-testimone.html>


Giovedì 3 maggio 2012, nel tribunale di Paloquemao, a Bogotá, la
difesa del militare dell'Esercito colombiano Raúl Muñoz Linares ha
presentato come testimone dei fatti Elainer Payares Martínez,
presunto disertore delle FARC.

La testimonianza è stata accettata da un compiacente magistrato
come elemento di prova in merito al processo per i bambini di Tame,
Arauca, violentati e uccisi nell'ottobre 2010 dai

militari, nonostante Payares non abbia mai dichiarato di essere stato
testimone oculare dell'omicidio. Le dichiarazioni del presunto
disertore delle FARC sono state piene di contraddizioni ed
imprecisioni, rendendo palesi la non credibilità e l'inconsistenza
del suddetto testimone, usato strumentalmente dalla difesa per
addebitare l'atroce assassinio alle FARC e, contestualmente,
scagionare l'ufficiale dell’Esercito colombiano.

Di fronte alla richiesta dell'accusa di verificare l'identità di
Elainer Payares Martínez attraverso una prova grafologica,
l'avvocato della difesa ha reagito in modo aggressivo opponendovisi.

Il processo è stato poi sospeso a causa del rifiuto di alcuni
militari di comparire come testimoni, mentre la difesa ha chiesto di
rinviare l'udienza prevista per il 4 maggio 2012, nonostante fosse
già stata fissata con largo anticipo. Si tratta di comportamenti
finalizzati a rallentare e insabbiare il procedimento giudiziario.

A questo clima si sommano le infami dichiarazioni dell'avvocato
difensore del militare, che in varie occasioni ha fatto riferimento
alla vita sessuale, personale e intima dei bambini uccisi e dei loro
familiari. I rappresentanti delle vittime hanno sollecitato il
giudice a prendere provvedimenti contro questa infame strategia
difensiva, volta ad infangare la dignità delle vittime.

E’ d’obbligo ricordare che i militari di Arauca, dipartimento
dilaniato dalla miseria nonostante le abbondanti risorse petrolifere
del suo sottosuolo, minacciano quotidianamente la popolazione locale
che resiste, ed in particolare la comunità nei pressi di Tame che ha
già denunciato e dimostrato una verità che tutti conoscono: a
stuprare e massacrare tre bambini di un’umile famiglia contadina
furono i soldati del locale battaglione. Una verità che, nelle aule
giudiziarie colombiane e sulle pagine dei media oligarchici, viene
negata al fine di garantire ai doberman militari del regime una
sostanziale e pressoché assoluta impunità.

         10/05 - FARC CONFERMANO LA DETENZIONE DEL GIORNALISTA FRANCESE
ROMEO LANGLOIS, E CHIEDONO UN AMPIO DIBATTITO SULLA LIBERTA'
D’INFORMAZIONE
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/2767-1005-farc-confermano-la-detenzione-del-giornalista-francese-romeo-langlois-e-chiedono-un-ampio-dibattito-sulla-liberta-dinformazione.html>


In un comunicato del 30 aprile, un comandante di squadra del Fronte
15 delle FARC ha confermato che il giornalista francese Romeo
Langlois è nelle mani dell'insorgenza, "catturato nel pieno dei
combattimenti, vestito con abiti militari".

Nel video pubblicato su youtube, il comandante "Monazo" descrive i
fatti accaduti lo scorso 28 aprile, quando unità del Blocco Sud
della più poderosa guerriglia latinoamericana hanno

attaccato Esercito e Polizia nel comune di La Libertad, dipartimento
del Caquetá. Langlois viene qualificato come prigioniero di guerra;
ferito ad un braccio, è stato sottoposto a cure mediche ed ora è
fuori pericolo. In una dichiarazione pubblica diffusa il 9 maggio
scorso, il Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC pone
al centro del dibattito alcuni punti, che considera indispensabili ai
fini del chiarimento dei fatti.

Innanzitutto, la direzione fariana ribadisce che i giornalisti che le
Forze Armate colombiane portano con sé non hanno come obiettivo
l'informazione imparziale, ma la manipolazione al servizio della
guerra contro il popolo, e si chiede quale sarebbe la sorte di un
giornalista che accompagnasse unità guerrigliere nel caso in cui
fosse catturato in seguito ad uno scontro con l'Esercito.

Nel comunicato si legge inoltre che “la libertà di pensiero, di
espressione e d'informazione non può funzionare a esclusivo
beneficio dei proprietari del capitale e della terra”; d'altro
canto, la guerriglia ricorda come vengano permanentemente bloccati i
propri siti web, e bombardate le proprie emittenti radio.

A proposito della libertà d'informazione, si ribadisce un dato di
fatto, e cioè che “il regime colombiano assassina, minaccia,
incarcera o esilia i giornalisti nazionali o stranieri che provano ad
indagare o informare sulla versione non ufficiale del conflitto”.

Sempre in riferimento al giornalista francese al soldo dei media
borghesi Le Figaro e Canal 24, l'insorgenza ritiene che “il minimo
che ci si può aspettare per il recupero della sua piena libertà è
l'apertura di un ampio dibattito nazionale ed internazionale sulla
libertà d'informazione”, e si augura che l'Esercito non si
avventuri in irresponsabili e rischiose operazioni di riscatto manu
militari, col deliberato proposito di causare la morte del
prigioniero per poi addossarne la colpa alla guerriglia.

L'Esercito ha commesso l'ennesima grave violazione del diritto
internazionale, portando in un'azione militare un civile, peraltro
con abiti militari.

Quanti, anche in Europa, lamentano la cattura di un giornalista
-omettendo di ricordare che è avvenuta durante un’azione militare
dell'Esercito- farebbero bene a preoccuparsi anche della sorte di
tutti i giornalisti non allineati alle politiche del governo, che
subiscono quotidianamente gli attacchi del regime, le inchieste della
magistratura, le minacce e le violenze dei paramilitari di Stato; e
che, come il direttore di ANNCOL Joaquín Pérez Becerra, marciscono
in una cella colombiana vedendo calpestati tutti i loro diritti, in
virtù di assurde montature giudiziarie.

         05/05 - MAGISTRATO GENERALE DENUNCIA NOMINA FRAUDOLENTA DEI MEMBRI
DEL CONSIGLIO SUPERIORE DI GIUDIZIO
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/2742-0505-magistrato-generale-denuncia-nomina-fraudolenta-dei-membri-del-consiglio-superiore-di-giudizio.html>


Secchiata d'acqua gelida al Vertice dei Poteri al palazzo
presidenziale, in presenza di “Jena” Santos, sul progetto del
governo di riforma della giustizia, che prevede l'eliminazione del
CSJ, il Consiglio Superiore di Giudizio.

Eduardo Montealegre, Magistrato Generale, ha infatti denunciato di
fronte agli alti papaveri del governo e della magistratura gravi
frodi nelle nomine dei magistrati della Sala Disciplinare, organo
appartenente proprio al CSJ, che si

occupa delle indagini sui comportamenti dei magistrati: “Si stanno
indagando per ora sei nomine, ma vogliamo sapere se si tratta di
fatti isolati o se ci sono altri casi, o se questo è solo una parte
di un fenomeno generalizzato”.

La maggior parte delle designazioni fraudolente sarebbe avvenuta alla
presenza dei magistrati Ovidio Claros, Angelino Lizcano, Henry
Villarraga e Julia Emma Garzón; tre di loro -Villarraga, Garzón y
Claros- sono indagati per altri scandali legati a stipendi d'oro di
magistrati ausiliari.

Tutte le istituzioni colombiane sono marce fino al midollo, e la
magistratura non fa eccezione, come dimostra il fatto che i membri
del suo stesso organo di controllo sono stati nominati in modo
fraudolento; e mentre il popolo è quotidianamente protagonista di
proteste e manifestazioni per rivendicare i propri diritti ed aprire
il cammino alla costruzione di un nuovo paese, il narcogoverno
colombiano affonda sempre più miseramente negli scandali.


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