Mi atterrò ai fatti in questa email come quando tante volte c'è toccato guardare fare indagini su vittime dal potere fatte a pezzi.
Il governo ha cancellato il beauty contest, le frequenze tv saranno messe all'asta. Il governo non ha mosso un dito per le 200 tv comunitarie che quindi chiudono. L'informazione tv che non fa business è silenziata con legge dello stato. Il 25 aprile mio è listato a lutto, non ci resta che denunciare con forza quanto è accaduto nel silenzio della politica tutta, della tv di stato e delle tv nazionali che fanno business, dei giornali nazionali e dei loro siti che preferiscono parlare se resta spazio a quanto gli detta il potere o alle notizie di calcio, del gossip del giorno o dei reality targati P2 lodge Costanzo family e affini, dirci se piove e c'è sole tra 15 giorni e inondarci di ricette di cucina..... Ognuno si chieda se dopo aver zittito l'informazione comunitaria viviamo in un regime capitalista fascista o in una democrazia.... se vanno solo commemorati i partigiani o se è necessario essere partigiano ognuno di noi tutti i giorni dell'anno e fare una nuova resistenza... la risposta che si darà la maggioranza degli italiani non è indifferente x questo Paese: o resterà in catene l'Italia come da Portella in avanti potrebbe essere avendo cambiato solo padrone o si libererà dalle catene costruendo un futuro x questo popolo e e la nostra terra dove al primo posto c'è la tutela dei diritti dell'Uomo e il rispetto assoluto della Dignità umana.
Ecco l'annuncio:
http://www.antimafiaduemila.com/2012042236659/focus/no-al-digitale-per-le-tv-onlus-telejato-chiude-lla-mafia-non-ci-ha-fermato-lo-stato-sir.html#.T5U8wpP76kY.facebook No al digitale per le tv onlus, Telejato chiude. «La mafia non ci ha fermato, lo Stato sì» da ctzen.it - 23 aprile 2012 - VIDEO
A
giugno 2012 la piccola emittente di Partinico è destinata a chiudere
perché «per le televisioni che non fanno affari non è previsto il
passaggio al digitale terrestre». «Non ci è stato concesso fare
domanda», denuncia il direttore Pino Maniaci in video pubblicato su
RadioBici, in cui parla anche della «saldatura tra potere politico e
mafia» e dell’emigrazione degli affari di Cosa Nostra al Nord.
«Non sono riuscite a fermarci le intimidazioni mafiose e ci ferma una legge dello Stato». A dirlo è Pino Maniaci, direttore di Telejato, piccola emittente con sede a Partinico, in provincia di Palermo, famosa per l’impegno costante di contrasto alla mafia sul territorio. A fine giugno 2012, infatti, il passaggio al digitale terrestre costringerà la tv più piccola del mondo a chiudere i battenti.
«Non ci è stato concesso di fare domanda, i termini scadevano proprio
oggi», racconta il giornalista in un video pubblicato ieri su RadioBici. Il motivo lo spiega lo stesso Maniaci: «Le cosidette onlus,
le televisioni che non fanno affari, con bilancio a zero, devono
chiudere. Per loro non è previsto il passaggio. In Italia non chiude
solo Telejato, ma circa 200 emittenti».
Laura Picchi associazione antimafie Rita Atria
Maniaci racconta di cosa significa fare il giornalista antimafia in Sicilia e, a vent’anni dalle stragi mafiose in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino,
ricorda che da allora «E’ cambiato tantissimo. Il fatto che io sia
vivo già la dice lunga». Ad essere cambiata, secondo il giornalista, è
la mentalità dei giovani siciliani: «Da quel momento sono cominciati a
nascere gli anticorpi: le associazioni antimafia, i ragazzi di Addiopizzo, Libero Futuro.
Quel dire no alla mafia pubblicamente che le ha fatto perdere
terreno». Ma la criminalità organizzata esiste ancora, forte di una
«saldatura con il potere politico», afferma. Anche se, da Roma in su,
si fa ancora fatica ad accettare che Cosa Nostra non è un fenomeno solo
siciliano: «Come fai a spiegare la cultura mafiosa ad un ragazzo che
viene da Trieste, Firenze, Torino?
E’ una mentalità lontanissima dalla loro. Ormai il problema della
mafie è un problema di tutti, perché è emigrata al Nord, insieme a
tutto quello che di illecito c’è qui da noi».[Video di RadioBici]:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=XsmES6gjGn0
Tratto da: ctzen.it