Autore: Annamaria Medri Data: To: SNOQ Lucca, la città donne, forum lucca Oggetto: [Forumlucca] Lettera di palestinesi di Aqaba
Ho trovato su Facebook questo intervento di Elisa Frediani e la lettera
dei palestinesi che mi sembra importante
annamaria
Ieri l'esercito israeliano ha nuovamente distrutto le strade che
collegano Al Aqaba nella Valle del Giordano (Area C) ai villaggi vicini.
Questa è la lettera che il sindaco Haj Sami Sadiq ha scritto ieri. Le
sue parole accorate fanno presagire une fine molto vicina...
LETTERA DEL SINDACO PALESTINESE DI AL AQABA
Noi, i 300 abitanti della comunità di Al Aqaba, esistete ormai da
generazioni, che possedevamo e abitavamo queste terre anche prima
dell'arrivo dell'IDF (l'esercito israeliano), vi stiamo indirizzando
questo appello come nostra ultima risorsa. Per decenni i soldati
israeliani hanno usato il nostro villaggio come una zona di
addestramento, un parco giochi in cui sono stati utilizzati proiettili
veri, che hanno causato la morte di otto dei nostri concittadini,
ferendone altre 38. Tra loro il sindaco del nostro comune Haj Sami
Sadik, che come risultato è ora paralizzato dalla vita in giù.
Nonostante questi atti di aggressione, non abbiamo mai fatto ricorso
alla violenza, nessun atto di terrorismo è venuto dal nostro popolo,
nessuna pietra è mai stata lanciata e continuiamo a chiedere coesistenza
e pace. Nel 2003, dopo una petizione alla Corte Suprema, il campo di
addestramento è stato evacuato dal villaggio ma il risultato è stato
l'emanazione nel 2004 da parte dall'amministrazione civile (israeliana)
di numerosi ordini di demolizione sulla maggior parte dei nostri
edifici. Inclusi in questi ordini di demolizione erano la moschea, la
scuola materna e l'ospedale locale, additando come ragione che le
strutture in questione erano state costruite senza permesso. Nella zona
C, che comprende oltre il 60% della Cisgiordania, compresa Al Aqaba,
l'amministrazione civile ha respinto il 94% dei permessi di costruzione
richiesti dai palestinesi. Nel frattempo, le colonie israeliane si
espandono rapidamente. Nel 2007 abbiamo consegnato alla Corte Suprema
una domanda per la cancellazione degli ordini di demolizione, insieme ad
un nuovo piano di urbanizzazione per la comunità. In risposta
l'amministrazione civile ha offerto di approvare i permessi per la
piccola zona centrale dove si trovano la maggior parte delle strutture
pubbliche, ma più della metà delle aree residenziali avrebbe comunque
dovuto essere demolita, in rispetto degli ordini di demolizione. Questa
offerta esclude la zona residenziale dove si trovano la maggior parte
delle case della nostra popolazione , così come tutta la terra
coltivata. Ovviamente questo è in contrasto con gli obblighi di Israele
come forza occupante, che secondo l'articolo 43 della Convenzione
dell'Aia sulla legge di guerra, parte integrante del dritto umanitario
internazionale, deve "ripristinare e garantire l'ordine pubblico e la
sicurezza" nei territori occupati.
Oggi 18 Aprile 2012 alle ore 11:00 i soldati israeliani, accompagnati da
agenti di compagnie militari private sono arrivati al villaggio e senza
una notifica preventiva hanno distrutto 2 strade di accesso al
villaggio, la "Strada della Pace" e la "Strada di Spostamento ". Le
strade che abbiamo costruito con le nostre stesse mani per poter
esercitare il nostro diritto alla libertà di movimento. Queste strade
sono la nostra ancora di salvezza, visto che la nostra unica fonte di
reddito si basa sulla nostra capacità di far giungere i nostri prodotti
agricoli al mercato. Questa è la 3 ° volta che la "Strada della Pace" è
stata demolita. Le volte precedenti non abbiamo intrapreso alcuna
azione. Questa volta la demolizione è venuta con una minaccia. Un
ufficiale abusivo in una jeep numerato 65.539 ha fatto sapere al nostro
Sindaco che starebbero tornati per ulteriori demolizioni su larga scala
e questo come punizione per il fatto che la demolizione stradale era
stata osservata da internazionali. Queste minacce sono state fatte a un
uomo che si trova in una sedia a rotelle che esortava un piccolo gruppo
di meno di 10 curiosi di andarsene. Siamo sconvolti e sconcertati che i
nostri figli abbiano visto questa atrocità e temiamo per gli effetti
psicologici che essa potrà avere su di loro in futuro.
Noi, la comunità di Al Aqaba, i nostri ospiti internazionali e
israeliani, vi chiedono di visitare e vedere di persona le difficili
condizioni in cui siamo costretti a vivere ogni giorno come conseguenza
di tali vessazioni. Aiutaci a diffondere queste parole e a vivere in pace.
I cittadini di Al Aqaba.
traduzione dall' inglese di Elisa Reschini - AssoPacePalestina