Le ragioni per 
non firmare il contributo dell'8 per mille alla Chiesa 
Valdese
Non 
vogliamo che la Chiesa Valdese con i nostri contributi dell'8 per mille finanzi 
il Centro Peres
Manda un tuo 
messaggio alla Chiesa Valdese:
http://www.stopagrexcoitalia.org/iniziative/online/289-centro-peres.html
Qualche mese 
fa abbiamo saputo che la Chiesa Valdese, attraverso i fondi dell'8 per mille, 
intende continuare a finanziare il progetto del Centro Peres “Saving Children”, 
giustificando questa decisione con la volontà di permettere la cura di bambini 
palestinesi malati in ospedali israeliani. Il progetto sembra del tutto nobile e 
generoso, ma la realtà si presenta molto differente.
La nostra 
opposizione al progetto ha portato all’invio di molte lettere ai valdesi, 
abbiamo prodotto un dossier di documentazione che abbiamo spedito ai 
responsabili della Chiesa, abbiamo avuto un incontro a Roma l'8 marzo scorso 
presenti i massimi responsabili della Chiesa. Per spiegare le motivazioni che ci 
vedono nettamente contrari all'uso dei fondi dell’8 per mille (che molti di noi 
affidano ai Valdesi) al Centro Peres ci siamo affidati alla competenza del Prof. 
Stefanini, che è stato per anni responsabile dell'OMS per i Territori Occupati, 
nonché responsabile della Cooperazione Italiana, e che ha avuto rapporti sia con 
il Centro Peres, sia con il progetto “Saving Children” (da non confondere con 
Save the Children).  Inoltre abbiamo individuato progetti palestinesi, 
alternativi a quello del Centro Peres, per curare i bambini palestinesi, e molto 
probabilmente uno o due progetti palestinesi verranno finanziati dai 
Valdesi.
Tuttavia né 
quest’ultimo finanziamento né la decisione definitiva rispetto a quello a favore 
di “Saving children” verranno decisi prima di luglio, e quindi non sarà 
possibile sapere in tempo utile per la dichiarazione dei redditi del corrente 
anno se il nostro intervento ha sortito gli effetti sperati. Per questa ragione 
chiediamo a chi solidarizza con la causa palestinese di sospendere per l’anno in 
corso la destinazione dell'8 per mille alla Chiesa Valdese, nella convinzione 
che, se si vogliono aiutare i bambini palestinesi, è alla sanità palestinese che 
vanno destinati gli aiuti, e non a strutture israeliane.
Inviteremo a 
riprendere la devoluzione dell’8 per mille alla chiesa valdese se e quando 
verranno accolte le nostre obiezioni e le nostre proposte.
Non si può 
tacere il disegno politico che soggiace a una simile operazione. Il Centro Peres 
si fa bello del dialogo tra palestinesi e israeliani, ma si astiene dal 
criticare la politica del governo che sotto gli occhi della comunità mondiale si 
fa beffe del diritto internazionale, favorendo l'espansione delle colonie con il 
furto dell'acqua e della terra palestinese. Il cosiddetto “dialogo”, così come 
inteso da progetti come “Saving children”, serve principalmente a rendere 
accettabile il regime di occupazione. Ben altro sono quelle associazioni 
israeliane e i loro attivisti che insieme ai palestinesi si impegnano per 
resistere in modo nonviolento al regime di apartheid e di occupazione, ai quali 
va la nostra solidarietà.
Vogliamo 
chiarire in modo inequivocabile che la nostra azione  intende  sostenere la 
Chiesa Valdese nel prendere una decisione evidentemente difficile, consapevoli 
del suo forte contributo nel sostegno ai progetti sociali e della sua netta 
collocazione nel campo democratico. 
Movimento BDS 
Italia 19 aprile 2012
bdsitalia@???
Scrivi 
alla Chiesa Valdese:
http://www.stopagrexcoitalia.org/iniziative/online/289-centro-peres.html
Sintesi 
della lettera del Prof. Angelo Stefanini alla Chiesa 
Valdese
In sintesi, 
il Prof. Stefanini sostiene quanto segue:
 
1) Ragioni 
di opportunità. In un contesto come 
quello palestinese, non si può prescindere dal contesto generale. Ogni 
intervento deve rispettare la legalità internazionale e tener conto 
dell’eventuale impatto sul conflitto. In questo progetto viene eluso totalmente 
l’obiettivo di contribuire al rafforzamento delle istituzioni destinatarie 
locali, ossia quelle palestinesi. Al contrario, vengono favoriti, anche dal 
punto di vista economico, gli ospedali israeliani, penalizzando invece i 
nascenti centri specialistici palestinesi, in cui operano gratuitamente con 
regolare frequenza anche valenti professionisti italiani. Inoltre “Saving  
children” non prende in considerazione gli ospedali presenti in Giordania ed 
Egitto, ma solo quelli israeliani, per i diversi interventi terapeutici sui 
piccoli pazienti palestinesi.
 
2) 
Perplessità di carattere tecnico. 
All’inzio non è stata coinvolta nessuna istituzione palestinese, poi si è fatto 
ricorso all’ONG locale “Panorama”, sconosciuta ai palestinesi. Nel caso del 
progetto 'Saving Children', l’opposizione continua del Centro Peres al 
coinvolgimento attivo del Ministero della Salute palestinese e il fatto di non 
aver coinvolto, almeno fino al 2008, il Consolato italiano a Gerusalemme ha 
avuto effetti negativi sul progetto, tra cui l’uscita dalla scena della 
Cooperazione Italiana, compresa la Regione Emilia-Romagna, che nel 2011 ha 
deciso di non continuare il finanziamento.
Non si sono 
prese in considerazione le innumerevoli, e a volte insormontabili, difficoltà, 
di movimento dei piccoli pazienti e delle loro famiglie a causa della struttura 
di controllo dell’occupazione israeliana nei territori 
occupati.
Infine, il 
Peres Centre incassa una consistente percentuale (almeno il 14%) per individuare 
l’ospedale più idoneo in Israele, che a sua volta trattiene la sua parte. 
Così, fondi destinati alla ‘cooperazione con paesi in via di sviluppo’ finiscono a finanziare strutture private di un paese ricco e tra i primi al mondo per sviluppo tecnologico. 
 
3) Ragioni 
di principio. Il Centro Peres per la 
Pace sostiene di favorire la collaborazione ed il dialogo tra le parti in 
conflitto, per facilitare la pace e la riconciliazione. Ciò prescinde dalle 
vicende storiche che stanno alla base del problema e questa amnesia rappresenta 
uno dei maggiori successi della propaganda israeliana. Questi progetti finiscono 
per dare l’idea di una situazione di uguaglianza tra i due parti in conflitto. 
Si tratta di una finzione. Questi progetti sono funzionali al mantenimento della 
disparità di condizione tra i contendenti. Importanti personalità israeliane, 
come l’ex vice sindaco di Gerusalemme Meron Benvenisti, hanno denunciato questo 
aspetto delle attività del Centro Peres, volte ad  “addestrare la popolazione palestinese ad accettare la sua inferiorità”.
4) Va infine 
rilevato che il fondatore del Centro, Shimon Peres, è da sempre uno dei maggiori 
artefici e sostenitori delle politiche di occupazione dei territori occupati e 
delle  azioni militari più sanguinose messe in atto da Israele. Risulta per lo 
meno paradossale che si presentino alla popolazione palestinese delle attività 
umanitarie e a favore della pace utilizzando il suo nome.
Per 
maggiori informazioni, scarica il documento "Le ragioni di una opposizione al 
finanziamento al Centro Peres"
http://www.stopagrexcoitalia.org/images/stories/pdfs/CentroPeres.pdf
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