[Forumlucca] LA MORTE DI BEN BELLA : CHI ERA COSTUI?

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Autore: Aldo Zanchetta
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To: forumlucca
Oggetto: [Forumlucca] LA MORTE DI BEN BELLA : CHI ERA COSTUI?
BEN BELLA, CHI ERA COSTUI?

La notizia della morte di Ahmed Ben Bella ha riportato d’un colpo la
mia memoria agli anni giovanili quando alcuni leaders politici di vari
paesi avevano fatto sognare, noi ventenni di allora, l’inizio di una
“nuova” storia del mondo. Per i ventenni di oggi, salvo quello di Che
Guevara, quei nomi dicono poco o niente. Probabilmente mai sentiti
nominare. Non è una colpa, in un mondo in cui la storia profonda dei
popoli viene taciuta e vengono esaltati altri astri aventi altri
obbiettivi che non quello dell’emancipazione dei propri popoli. Ma
spero che qualcuno voglia leggere questo ricordo di Ben Bella. Per
rendere un onore postumo a un grande lottatore per la dignità dei
popoli. A.Z.



LA MORTE DI AHMED BEN BELLA
(Articolo tratto dal sito di “Stato e Potenza”)


Nella tarda serata dell’11 aprile è stata data la conferma ufficiale
della morte di Ahmed Ben Bella, leader del FLN nella lotta al
colonialismo francese e primo presidente dell’Algeria indipendente.
Gravemente malato, già lo scorso 23 febbraio s’era temuto per la sua
vita, con un momentaneo ricovero in ospedale a cui aveva seguito un
breve miglioramento del quadro clinico. Anche in quell’occasione aveva
circolato la notizia della sua morte, poi smentita dalla figlia e da
alcuni membri del suo éntourage. Troviamo così doveroso, onde
degnamente commemorare una figura che tanto ha contribuito alla storia
ed all’identità del socialismo e dell’antimperialismo nel ’900,
offrire ai nostri lettori una breve biografia: più che un necrologio,
una rievocazione.
Nato il 25 dicembre del 1918 a Maghnia, nella parte occidentale
dell’Algeria, negli Anni Trenta Ben Bella corona quello che allora è
il suo sogno di gioventù: diventare un giocatore di calcio. La sua
carriera, interrotta dalla guerra, sarà tutt’altro che disprezzabile e
lo porterà a ricoprire il ruolo di centrocampista nell’Olympique di
Marsiglia fra il ’39 e il ’40. Giunto il momento del dovere, si
distingue nelle fila dell’Armata Francese durante la battaglia di
Monte Cassino, dove dimostra doti di umanità e di valore per le quali
viene insignito della Médaille Militaire della Repubblica Francese. Ma
nel maggio del 1945, a seguito della sanguinosa repressione da parte
delle forze armate francesi dell’insurrezione della cittadina algerina
di Setif, non esita a restituire l’onorificenza e a rifiutare una
promozione del grado militare.
E’ il periodo in cui il giovane Ben Bella prende coscienza della
questione nazionale algerina: aderisce così al movimento nazionalista
algerino di Messali Hadj, uno dei padri delle lotte di liberazione del
paese, da cui non tarderà comunque ad uscire per costituire un proprio
movimento, la Organisation Spéciale, braccio armato del Partito del
Popolo Algerino anch’esso fondato da Hadj. Com’è noto l’OS,
considerato a tutti gli effetti il padre del più conosciuto Fronte di
Liberazione Nazionale, verrà quasi del tutto smantellato dai francesi
nel ’51, quindi dopo soli quattro anni di vita operativa, mentre la
maggior parte dei suoi membri e dirigenti saranno arrestati. E’ la
sorte che toccherà anche a Ben Bella, per il quale verrà emessa una
sentenza di otto anni di prigionia: riuscirà comunque ad evadere dal
carcere di Bilda per trovare rifugio dapprima in Tunisia e quindi in
Egitto, dove nel frattempo la rivoluzione portata avanti dagli
ufficiali di Neguib e Nasser ha destituito la dinastia turco-albanese
di Farouk I e Fuad II ed instaurato un regime socialista,
progressista, nazionalista ed antimperialista.
L’esperienza rivoluzionaria egiziana è decisiva per il poco più che
trentenne Ben Bella, che infatti da quel momento definirà sempre se
stesso come un nazionalista nasseriano. Si tratta anche di una
profonda esperienza umana, perchè a causa della sua biografia fino a
quel momento Ben Bella ha percepito se stesso più come un francese che
come un arabo. Della lingua araba, addirittura, ha una padronanza
molto scarsa: durante un convegno al quale Nasser lo invita a parlare
agli ospiti egiziani, Ben Bella piangerà vergognandosi per il fatto di
non saper parlare l’arabo bene quanto il francese. Per questo motivo,
sentendo quanto importante sia riappropriarsi dell’identità araba ed
algerina strappatagli dal colonialismo francese, pretenderà che sua
figlia impari prima di tutto l’arabo affinchè sia questa, e non il
francese, la sua prima lingua.
Durante la sua permanenza in Egitto, nel ’54, in Algeria scoppia la
guerra contro l’occupazione coloniale francese ed ovviamente il suo
nome è tra i nove che compongono il «Comitato Rivoluzionario di Unità
ed Azione» alla guida del Fronte di Liberazione Nazionale. Per i
francesi, alle prese non soltanto con la rivoluzione algerina ma anche
con la Crisi di Suez dove l’appoggio del FLN a Nasser è fin troppo
evidente, diventa così vitale mettere le mani su Ben Bella. Ci
riusciranno nel ’56 con modalità decisamente illecite, intercettando e
costringendo all’atterraggio l’aereo su cui Ben Bella sta viaggiando.
Si tratterà comunque di una vittoria di Pirro perchè a partire da quel
momento la guerra di liberazione algerina diventerà letteralmente
irrefrenabile, destabilizzando tutta la Francafrique con la nascita e
la crescita anche nelle altre colonie (non solo francesi ma pure
inglesi e portoghesi) di movimenti analoghi a quello algerino.
L’Algeria otterrà finalmente l’indipendenza nel 1962, a seguito degli
Accordi di Evian che stabiliranno anche la liberazione di Ben Bella,
nel frattempo divenuto un eroe ed un mito vivente per le masse non
solo algerine ma arabe ed africane in generale. «Ben-Bel-La» è il
grido di battaglia che viene ben scandito e sillabato tanto dai
combattenti del FLN quanto dalle folle algerine che accolgono adoranti
il loro leader, proclamato presidente dell’Algeria indipendente a
furor di popolo.
La sua presidenza sarà breve ma intensa, interrotta dal colpo di Stato
del più moderato Houari Boumédiènne nel 1965. A favorire ed
addirittura determinare la sua caduta furono certamente la rottura con
i comunisti della fazione filosovietica del FLN, poco favorevoli verso
il progetto caldeggiato da Ben Bella di perseguire una via algerina al
socialismo, e soprattutto quella con gli elementi più moderati del
movimento, ostili alla rapidità ed alla pervasività del processo
rivoluzionario messo in atto. Quei tre anni, comunque, saranno sempre
ricordati dagli algerini come i più belli e significativi della storia
del loro paese e della loro rivoluzione: basti pensare alla grande
mobilitazione popolare che vi fu nell’ottobre del ’63 quando,
esattamente ad un anno dalla proclamazione dell’indipendenza algerina,
scoppiò la «Guerra delle Sabbie» col Marocco che rivendicava i
territori di confine del Tindouf e del Béchar, ricchi di giacimenti di
ferro. Quella guerra, che vide il Marocco venir sconfitto malgrado il
forte e dichiarato appoggio ricevuto dagli Stati Uniti e dalla
Francia, passerà alla storia anche per essere stata la prima a vedere
contingenti cubani giungere su espressa volontà di Fidel Castro in
aiuto degli algerini, inaugurando una tradizione che nei decenni a
seguire si confermerà con analoghi interventi in aiuto ai movimenti di
guerriglia anticolonialisti in Guinea Bissau, a Capo Verde, in
Mozambico, in Angola, in Namibia, nella Rhodesia/Zimbabwe ed in
Etiopia.
Vissuto in residenza sorvegliata dalla sua deposizione fino al 1980,
Ben Bella andrà quindi a vivere in esilio in Svizzera, a Losanna, dove
nel 1984 fonderà il MAD (Mouvement pour la Démocratie en Algerie), per
poi ritornare in Algeria dieci anni più tardi nuovamente accolto come
un eroe dai suoi compatrioti. Il MAD, riconosciuto in Algeria nel ’90
a seguito dell’adozione del multipartitismo, ha come scopo un ritorno
al nazionalismo e al socialismo delle origini, quelli dai quali il FLN
sotto Boumédiènne, Bitat e Bendjedid s’è allontanato per adottare una
linea decisamente molto più moderata e conservatrice.
In questi ultimi anni Ben Bella è stato molto attivo contro le guerre
imperialiste dell’amministrazione Bush in qualità di Presidente della
«Campagna Internazionale Contro l’Aggressione all’Iraq», un organismo
facente parte del più vasto movimento antimperialista ed antiliberista
noto come «Conferenza del Cairo contro la Guerra». Allo scoppio della
guerra neocolonialista di Obama, Cameron e Sarkozy alla Libia, ha
ribadito le sue posizioni rivoluzionarie ed antimperialiste
schierandosi completamente e senza alcuna esitazione con Gheddafi e la
Jamahiriya. […]