[NuovoLab] Strage di Brescia: una proposta

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Autor: ugo
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Assunto: [NuovoLab] Strage di Brescia: una proposta
fate girare nelle vostre listeugo Carissimi, carissime,

non mi dilungo sulla sentenza bresciana. Credo che la maggior parte di voi ne sappia già abbastanza, purtroppo.
Attiro l’attenzione sul documento allegato (a firma mia, ma devo un ringraziamento a Maria Iannucci e Lydia Franceschi, che cito nel pezzo, per questa idea, che ho ripreso e adattato secondo la mia sensibilità).
Leggetelo: vi chiede solo 2 minuti di attenzione, di cui vi sarò grato. E poi regolatevi come meglio credete opportuno.
Preciso solo che l’appello allegato sarà pubblicato (appena riesco: stasera o domani) su reti invisibili, sul mio blog, su facebook eccetera, contando sull’effetto “rete”.
Un caro saluto
Strage di Brescia: una proposta a tutti e tutte

Alcune date scandiscono questa mia proposta: 28 maggio 1974, 14 aprile 2012… Ma anche le ormai prossime date del 25 aprile e primo maggio…
Il 28 maggio 1974 sapete cosa significa. A Brescia, una serie di attentati portò alla mobilitazione dei sindacati e del comitato permanente antifascista. Venne indetta una manifestazione per il 28 maggio, con comizio conclusivo in Piazza della Loggia. Durante il discorso di Franco Castrezzati, sindacalista della Cisl, alle 10,12 l’esplosione di una bomba provocò 8 morti e oltre cento feriti.

Anche del 14 aprile 2012 conoscete il significato. La Corte d'assise d'appello di Brescia ha confermato la sentenza di assoluzione per gli imputati emessa in primo grado nel 2010. Quella che si è recentemente conclusa (fatto salvo il ricorso in Cassazione) era la quarta istruttoria sulla strage; la quinta contando “l’inchiesta stralcio-Bonati”.
Di 25 aprile e primo maggio non starò a spiegare il significato. Ricorderò però – ancora – che la manifestazione del 28 maggio 1974 era stata indetta dai sindacati (CGIL, CISL e UIL insieme: le tre maggiori organizzazioni sindacali unite; cose d’altri tempi…) e dal comitato permanente antifascista bresciano. Quel giorno in piazza c’erano la Costituzione nata dalla Resistenza antifascista e il lavoro: due elementi su cui dovrebbe essere fondato il nostro Paese.

Dopo 38 anni quella strage non ha colpevoli. L’attentato che nel 1993 il Giudice Istruttore Gianpaolo Zorzi descrisse come “un vero e proprio attacco diretto e frontale all’essenza stessa della democrazia” è ancora impunito. Pasolini disse “Io so i nomi dei responsabili delle stragi … Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi”. Oggi abbiamo gli indizi. E un discreto numero di prove. Ma nessun tribunale che abbia voluto o saputo scrivere i nomi dei colpevoli in una sentenza definitiva…

Nelle ultime ore sono stati scritti molti commenti sulla sentenza bresciana. Lucide analisi, testimonianze di solidarietà, scoramento, rabbia... Alcuni interventi sono molto belli e utili. Però – almeno credo – sarebbe davvero un importante gesto di “cittadinanza attiva”, fra tante altre ugualmente doverose e sentite testimonianze, se ognuno di noi volesse ricordare la strage di Piazza della Loggia nelle ormai prossime ricorrenze del 25 aprile e primo maggio. I motivi mi sembra d’averli spiegati a sufficienza.

In queste ore ho sentito Maria Iannucci e, attraverso lei, Lydia Franceschi. Altre due splendide persone che portano dentro di sé quei valori che migliaia di persone volevano difendere il 28 maggio 1974 a Brescia (quando 8 di loro rimasero sul selciato). A loro due devo l’idea di questo appello: dedicare alla strage di Brescia, nelle prossime ricorrenze del 25 aprile e primo maggio, una parola, un gesto concreto (un fiore, un discorso, un messaggio, uno striscione… quel che volete). Per ricordare che la recente sentenza bresciana è un’altra ferita proprio verso i valori che quelle persone, ormai 38 anni fa, volevano difendere con la propria presenza in piazza.

Non scrivo questo appello perché mi sento investito di chissà quale autorità morale; non lo scrivo come “scrittore” o “intellettuale”. Lo scrivo come cittadino; che ha sentito come un dovere dire ciò che vi ha detto. Ognuno si senta libero di dare seguito alla mia proposta – se la ritiene valida – nelle forme che riterrà più opportune.

Francesco “baro” Barilli