Ecco, perché il keinesismo ho cominciato a studiarlo.
Ma si fa fatica a capire, leggendo solo il testo costituzionale
e la proposta di modifica nuda e cruda.
E siccome i bambini che fanno le domande sceme son quelli
che poi ci pigliano, mi chiedo anche perché manchino i commenti
politici sulla stampa. O sono io che mi li sono persi?
Comunque ho trovato questo, così tanto per contribuire
Cos'è il pareggio di bilancio nella costituzione?
08 ago 2011 da Alberto Puliafito
Dalla conferenza stampa di Berlusconi, Letta e Tremonti emerge un
fatto: la politica prova a non andare in vacanza. Dai quattro pilastri
che hanno delineatoBerlusconi e Tremonti per far fronte alla crisi del
debito, ne emergono altri due: primo, i due parlano sempre come se non
fossero mai stati al governo prima d’oggi. Secondo: i grandi analisti,
in vacanza, ci sono già andati. Oppure in Italia non c’è più nessuno
in grado di fare opinione sul serio. Me ne sono reso conto perché,
personalmente, ho avvertito un enorme bisogno di voci a commento,
piuttosto che di cronache della conferenza stampa. Sconfortato da
queste constatazioni, ho deciso di provare a fare da me, mettere
insieme qualche battuta o opinione raccattata qua e là attraverso
varie fonti e provare a spiegare - prima a me che ai lettori - che
cosa ci aspetta da questi quattro pilastri. Quindi, se c’è qualche
imprecisione non me ne vogliate. Non ci si improvvisa pensatori così
su due piedi.
Cominciamo dal primo.
Che cos’è il pareggio di bilancio nella Costituzione?
In parole povere, significa che si imporrebbe, attraverso una modifica
della carta costituzionale, che le spese e le entrate dello Stato in
un anno si pareggino.
Il che può sembrare un’ottima cosa. Ma è necessario approfondire.
Intanto, viene subito in mente una domanda: possibile che i padri
costituenti non ci avessero pensato?
Il costituzionalista Gaetano Azzariti e il professor Francesco
Giavazzi lo spiegano.
L’art.81 della Costituzione italiana esiste, ovviamente, e stabilisce
(con la dicitura Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese
deve indicare i mezzi per farvi fronte.) il fatto che non siano
ammissibili spese prive di copertura finanziaria. A un certo punto,
però, negli anni ‘80, un certo uso creativo della finanza ha cambiato
l’interpretazione dell’articolo e ha reso di fatto prassi la copertura
delle spese attraverso l’emissione di ulteriore debito pubblico. Una
prassi in voga ancora adesso che ha contribuito a generare la risicata
situazione finanziaria in cui versa il nostro paese (almeno, per
coloro che vedono un male nella crescita del debito pubblico. I fatti
dimostrano che lo è diventato definitivamente, un male, dopo l’entrata
in vigore dell’Euro, moneta non sovrana dell’Unione Europea).
Ma è proprio vero che questo benedetto pareggio di bilancio nella
costituzione è la panacea di tutti i mali? Personalmente, direi
proprio di no. Andiamo a spiegare perché, analizzando tempi tecnici,
vincoli da porre e soprattutto altre possibili interpretazioni
creative del vincolo.
I tempi tecnici
La realizzazione del pareggio di bilancio nella Costituzione richiede
una modifica alla legge Costituzionale, secondo le norme stabilite
dall’art. 138 della Costituzione, che spiega i tempi tecnici e i
requisiti necessari.
Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi
costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive
deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a
maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda
votazione.
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro
tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei
membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli
regionali.
La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata
dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella
seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi
dei suoi componenti.
Quindi, doppio passaggio in Camera e Senato, ad almeno tre mesi da
un’approvazione all’altra. Possibilità di referendum, a meno che non
ci sia una maggioranza di 2/3 del Parlamento, quindi con la
collaborazione delle opposizioni. Che, in questo caso specifico,
potrebbero anche collaborare. Ma i tempi tecnici sono comunque molto
lunghi e non raccontano, dunque, una soluzione che abbia a che fare
con il breve termine. Potrebbe esserlo per il futuro?
I vincoli da porre
Cerchiamo di non farci coinvolgere dal tifo e di capire se si tratti o
meno di una cosa buona e giusta. Ci sono costituzionalisti e
economisti che accolgono con plauso e senza riserve l’idea. Altri che
si dicono contrari a priori. In mezzo, ci sono le spiegazioni.
Azzariti afferma che la modifica:
irrigiderebbe il sistema costituzionale, che deve invece funzionare in
situazioni di crisi come quella di oggi, ma anche in momenti diversi.
C’è già l’articolo 81 che prevede il controllo del Parlamento come
limite costituzionale alla spesa, e dice anche che ogni legge di spesa
deve prevedere la sua copertura. Sappiamo, purtroppo, che il deficit
di bilancio che ci ritroviamo si è creato perché negli anni questo
obbligo non è stato sempre seguito.
Giavazzi, che pure si dice favorevole (ma con distinguo) al
provvedimento, chiarisce ulteriormente:
Occorre capire se il pareggio è al netto o no del ciclo economico. Che
significa? Che l’economia attraversa varie fasi. Di espansione e di
recessione. In una fase di recessione, come questa, le spese aumentano
e le entrate diminuiscono. Questo è un punto su cui occorre tenere una
certa prudenza, e il rischio è che il vincolo diventi troppo stretto,
imponendo tagli eccessivi e alla lunga controproducenti
E poi ci sono gli investimenti pubblici:
Anche qui, occorre vedere se la modifica sarà al netto degli
investimenti. E non solo. Occorrerà stabilire come saranno
classificati investimenti di questo tipo. Anche qui, c’è molto
arbitrio e occorrerebbe un punto di riferimento chiaro. Entrambi i
vincoli, però non possono essere mantenuti. In Germania, ad esempio,
nel bilancio si considera la componente ciclica, e il vincolo di
bilancio è al netto di essa, e non quella degli investimenti.
Finanza creativa e tagli
Ragionando in concreto, poi, il vincolo al pareggio potrebbe portare
come diretta conseguenza misure ancor più restrittive in finanziaria.
Bisogna pareggiare? E allora c’è bisogno di tagliare, dirà il Ministro
dell’Economia di turno.
E arriveranno, come è facile prevedere, tagli non già agli sprechi ma
alla spesa sociale. E sicuramente misure fiscali che andrebbero a
colpire, fatalmente, le classi meno abbienti.
Ora. Visti tutti i distinguo che occorre fare - il discorso sugli
investimenti pubbllici e sui cicli economici mi pare, fra l’altro, di
mero buon senso al di là di ogni schieramento politico - pare che la
riforma costituzionale sia un po’ troppo, forse, per far fronte alla
crisi.
E che il pareggio di bilancio nella costituzione sia l’ennesimo slogan
da sbandierare mediaticamente e non centri minimamente il punto. Con
buona pace di Bce e G7 che approvano le misure correttive nostrane.
http://www.polisblog.it/post/10993/pareggio-di-bilancio-nella-costituzione
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Il terrore della tirannia finisce una volta cha ha
paralizzato
completamente la vita pubblica e trasformato tutti
i cittadini
in individui privati, spogliandoli di ogni
interesse e legame
con gli affari pubblici.
Hannah Arendt
Il giorno 10/apr/12, alle ore 18:04, Tommaso ha scritto:
> Con l'obbligo del pareggio di bilancio anche chi ha nella testa
> politiche sociali e del lavoro che vanno nella direzione opposta a
> quelle liberiste se non cambia la legge non potra' farle se
> miracolosamente gli italiani gli affidassero' il governo. Se va'
> avanti cosi' prima o poi forconi o ghigliottine ., io mi organizzo
> imparando le ricette dei bomboloni e ...hai visto mai .. Delle
> brioche.
>
> Riccardo Panigada
>
> Il giorno 10/apr/2012, alle ore 16.44, ilaria sabbatini
> <violun@???> ha scritto:
>
>> Mi dispiace Aldo, ma così non si capisce granché.
>> Qualche spiegazione non guasterebbe.
>>
>> ilaria
>>
>>
>>
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>>
>> Il terrore della tirannia finisce una volta cha
>> ha paralizzato
>> completamente la vita pubblica e trasformato
>> tutti i cittadini
>> in individui privati, spogliandoli di ogni
>> interesse e legame
>> con gli affari pubblici.
>>
>> Hannah Arendt
>>
>> Il giorno 09/apr/12, alle ore 21:08, Aldo Zanchetta ha scritto:
>>
>>> Carissimi amici,
>>>
>>> di seguito il testo tra i tanti che circolano in queste ore su un
>>> fatto gravissimo che avverrà in Senato.
>>> Il pareggio di bilancio imposto e inserito in Costituzione.
>>> Un saluto a tutti
>>> Claudio
>>>
>>> Tratto da Voci dall'estero
>>>
>>> Leggo adesso con costernazione: mercoledì votano il pareggio di
>>> bilancio modificando l'art. 81 della Costituzione. E' il secondo
>>> passaggio in Senato, alla Camera l'hanno già approvato. Se anche i
>>> Senatori votano con i 2/3 non si ha diritto a fare Referendum, e le
>>> politiche Keynesiane antirecessive diventeranno non solo fuorilegge,
>>> ma addirittura anticostituzionali, blindando e rendendo
>>> difficilissimo
>>> da attuare (per vie legali) un futuro cambiamento.
>>>
>>> Che fare?
>>>
>>> Un'idea minima minima è che tutti quelli che condividono diffondano
>>> questa notizia, e scrivano ai senatori della propria regione
>>>
>>> Ecco il link al sito del Senato dove appaiono i Senatori regione
>>> per regione:
>>>
>>> http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Attsen/Regioni/01.html
>>>
>>> Io ho scritto così a ciascun senatore della mia regione, voi
>>> scrivete
>>> come volete - Non servirà a niente, ma almeno li abbiamo avvisati.
>>>
>>> Caro Senatore,
>>> Le scrivo perché mercoledì ci sarà in Senato la seconda votazione
>>> per
>>> la modifica dell'art. 81 della Cost.
>>> Ritengo che una modifica così importante, che vieta l'attuazione
>>> delle
>>> politiche keynesiane che hanno tanta importanza nelle fasi di
>>> recessione grave come quella in cui ci troviamo sia assolutamente
>>> deleteria per il paese.
>>> Non dovete approvarla coi 2/3. Almeno dateci modo di fare il
>>> referendum e discuterne tra i cittadini.
>>> Siamo nelle vostre mani.
>>> Saluti
>>> Firma
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