著者: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO 日付: To: autorgstudbo, espress 題目: [autorgstudbo] #AbbiamoUnPiano: giovedì 29/3 piazza tematica
#AbbiamoUnPiano
GIOVEDI' 29MARZO ore 9
Sotto la statua di Garibaldi in via Indipendenza
Davanti all'Arena del Sole
Piano strategico metropolitano?
La nostra visione del futuro è un'altra, diamogli voce!
PIAZZA TEMATICA
Ci prendiamo il sole, voi tenetevi l'arena!
Il 29 marzo all’Arena del sole si svolgerà il primo Forum del Piano
Strategico Metropolitano, il percorso promosso da Comune, Provincia di
Bologna e Regione Emilia-Romagna per costruire “una visione del futuro del
nostro territorio- recita la presentazione ufficiale- e mirato al suo
posizionamento sulla scena regionale, nazionale e internazionale”. Oltre
ai promotori, finora hanno aderito al progetto Unindustria, Legacoop,
l’Università di Bologna, la Camera di Commercio, l’Ascom, la Cna,
Confcooperative e alcuni comuni della provincia. Si attende l’arrivo di
altre associazioni di categoria, come l’Ance dei costruttori edili, nonchè
di Cgil, Cisl e Uil. Tutti insieme
allegramente, istituzioni pubbliche e soggetti privati, poteri forti e
fortissimi, per pianificare i prossimi anni in tema di lavoro,
ambiente, urbanistica, welfare, mobilità, cultura, conoscenza… A metterci
il faccione sarà anche questa volta Romano Prodi, ormai immancabile
“padre nobile” di qualsiasi iniziativa per la quale sotto le Due torri ci
sia la necessità di non far litigare troppo le mille anime del Pd o i
diversi comitati d’affari.
I lavori per la realizzazione di questo Piano strategico sono
cominciati almeno un anno fa, con tanto di denari spesi per la
struttura organizzativa. Anzi, a dire il vero tutto era stato
già lanciato quando sulla poltrona di sindaco siedeva Flavio Delbono,
voluto guarda caso dallo stesso Prodi, ma poi il progetto fu rimesso
sotto al tappeto a causa dei suoi guai giudiziari e successive
dimissioni. Il concetto di “futuro” non è che ebbe poi molta strada
davanti a sè. Questa volta invece c’è l’inchiesta sul presidente della
Regione, Vasco Errani, a minacciare di nuovo l’operazione: ma questa è
un’altra storia, il lavoro dei magistrati ci appassiona poco.
Eppure, nonostante il Piano strategico aleggi sulla città da tempo,
finora se n’è parlato poco. Si attende la giornata del 29 per
cominciare a battere la grancassa ed invadere la città con fiumi di
retorica, assicurando nel frattempo che al percorso possono
partecipare tutti ma proprio tutti, attraverso associazioni o
comitati, iscrivendosi ai “tavoli progettuali” e seguendone le regole
(decise da chi?). Bene. Ma c’è qualcuno che crede davvero che precari,
disoccupati, migranti o studenti potranno influenzare i succosi disegni di
politicanti e potentati economici? Noi crediamo di no. Siamo convinti,
invece, che in questo gioco a noi sia riservato un
altro ruolo: quello di coprire e avallare con una finta partecipazione, in
cui non sarà consentito il dissenso, le scelte che verranno prese dai
potentati attraverso il Piano, quello di subire tali scelte e trasformare
gli scintillanti progetti in profitti destinati ai soliti pochi.
Del resto “loro”, quelli del Piano strategico, sono gli stessi che
appalto dopo appalto spingono sempre più forte sull’acceleratore della
precarietà, che stanno smantellando il welfare cittadino, che
sgomberano le idee dai cinema abbandonati solo per restituirli
all’abbandono, che continuano a cementificare gli ultimi spazi verdi e
vitali della nostra città, che sognano grandi opere inutili (dal
defunto Civis al People mover) e difendono la Tav, che se ne fregano
di quanto stabilito con il referendum sull’acqua e che, nel loro
piccolo, prima hanno contribuito a creare la crisi e oggi sostengono
la cura “tagli&sacrifici” del per niente tecnico governo Monti. La
nostra “visione del futuro” è diversa. Divergente. Opposta. Il nostro
futuro parla di sciopero precario e reddito di base incondizionato, di
rifiuto del debito, di una casa per tutt*, di beni comuni, di
condivisione dei saperi, di libertà di movimento, di desideri senza
confini. Eh già, ce l’abbiamo anche noi un piano. Con lettera
minuscola, ma grandi obiettivi. Vogliamo dargli voce, vogliamo che
partiti e affaristi sentano bene e prendano appunti.