Szerző: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO Dátum: Címzett: espress, autorgstudbo Tárgy: [autorgstudbo] Stati Generali della Precarietà 4.0: Un passo avanti!
Condividiamo il documento finale prodotto dalla due giorni di incontro
nazionale tenuti il 17-18 marzo a Napoli
Vag61
*Stati Generali della Precarietà 4.0: Un passo avanti!*
Il 17 e 18 marzo 2012 diverse realtà provenienti da tutta Italia si sono
incontrate all’Officina99 di Napoli per animare la quarta edizione degli
Stati Generali della Precarietà. La scelta di Napoli non è stata casuale:
non solo perché questa città è stata di recente il teatro di mobilitazioni
importanti, come quella dei precari del sociale che hanno dato vita a una
lunga vertenza contro Comune e Regione o la mobilitazione di diverse realtà
del lavoro e del non lavoro, culminata con l’assedio della Regione
Campania, ma anche perché la costruzione di un punto di vista precario si
misura con la sfida di dare visibilità e voce alle esperienze di precarietà
più diverse, come quelle che vestono i panni del lavoro nero e informale, e
di connettere le diverse realtà di organizzazione e lotta che attraversano
tutto il paese e che per noi rappresentano l’essenza dell’intelligenza
precaria collettiva.
A tre giorni dall’inizio della primavera, gli Stati Generali della
Precarietà 4.0 hanno potuto annunciare l’arrivo della primavera precaria: è
la stagione della nostra accelerazione verso le giornate di mobilitazione
globale del prossimo maggio. Si tratta di dare pratica alla scommessa dello
sciopero precario, uno sciopero politico contro la precarietà che sia
capace di colpire i precarizzatori e i profitti, di accumulare e fare
sentire la forza di quanti vivono in forme diverse la precarietà del lavoro
e della vita e di affermarla in modo concreto. Mentre una riforma del
mercato del lavoro che stabilizza la precarietà viene concertata alle loro
spalle, precarie, operai, migranti e studenti di certo non restano a
guardare.
I tre workshop – dedicati alle esperienze dei Punti San Precario, delle
agenzie del conflitto e delle realtà territoriali di intervento nella
precarietà, alla definizione di una piattaforma precaria e agli strumenti
di comunicazione – sono stati espressione di questa volontà di
accelerazione. Le diverse vertenze, le mobilitazioni locali degli ultimi
mesi, i percorsi di connessione delle diverse figure del lavoro sono stati
condivisi non solo nella prospettiva di un’espansione delle diverse
modalità di intervento dove ancora non siano presenti, ma anche per portare
alla luce le difficoltà e le possibilità che la pratica dello sciopero
precario si trova di fronte. Si tratta di questioni che sono state
considerate centrali anche nella discussione attorno alla piattaforma
precaria. La rivendicazione di un reddito di base incondizionato a partire
dalle lotte per il salario e sui tempi di lavoro, la pretesa che sia
abolita la Bossi-Fini e il legame tra permesso di soggiorno e contratto di
lavoro, la volontà di riappropriarsi di quei beni comuni che vanno dalla
formazione ai trasporti, dalla casa alle risorse ambientali e di sottrarli
alle logiche del profitto, la capacità di difendere le tutele esistenti
come l’articolo 18 ma anche di guardare in avanti per conquistare
attraverso un nuovo welfare la possibilità di sottrarsi alla precarietà
come condizione di sfruttamento non possono prescindere dall’accumulazione
della forza necessaria a farle valere.
Lo sciopero precario, perciò, non è solo una rivendicazione in sé per tutti
coloro che non possono scioperare proprio perché precari, ma anche la
condizione di possibilità affinché la piattaforma precaria possa essere
avanzata con forza. Anche in questo senso è necessario dotarsi di mezzi di
comunicazione adeguati: il sito scioperoprecario.org e gli strumenti capaci
di far circolare il sapere precario – quello che riguarda le diverse
condizioni della precarietà ma anche esperienze di lotta contro la
precarietà che possano diventare patrimonio comune – come wikistrike,
precaleaks, e i vademecum che possano comunicare che e come lo sciopero
precario si può fare, devono essere rilanciati per dare circolazione e
visibilità al processo che porterà alle prove generali del mese di maggio.
Ciascuno dei gruppi che hanno dato vita ai workshop tematici farà circolare
in modo più dettagliato gli esiti delle discussioni e dei lavori.
Nel corso della plenaria di domenica, si è condivisa la necessità di dare
continuità al percorso di consolidamento dei punti di intervento e
conflitto precario con degli appuntamenti regolari, il primo dei quali avrà
luogo sabato 31 marzo e domenica 1 aprile, nel corso del prossimo
HubMeeting di Milano. In quell’occasione, il punto di vista precario e la
nostra scommessa di realizzare uno sciopero politico contro la precarietà
potranno essere rilanciati in una cornice transnazionale, verso le
mobilitazioni di maggio che – dalla MayDay (diventata ormai il primo maggio
globale) alla giornata d’azione e attivazione sociale globale del 15
maggio, nel primo anniversario dell’inizio del movimento delle “acampadas”
spagnole alle giornate di blocco dei centri del capitale finanziario a
Francoforte il 17 e 19 maggio – stanno in modo diverso riaffermando e
rinnovando la pratica dello sciopero nell’era della precarietà e della
crisi globale. La primavera precaria sarà costellata di iniziative che ci
porteranno alle grandi mobilitazioni transnazionali di maggio con
l’obiettivo di potenziare questo processo di costruzione e dargli voce nel
contesto dell’imminente approvazione della riforma del mercato del lavoro.
Noi non staremo a guardare. e contribuiremo anzi a trasformare in assedio
sociale l’esclusione dei soggetti interessati, precari, precarizzati e
futuri precari, da decisioni che ora, nel solo intetesse dei
precarizzatori, tonano nelle mani di un Parlamento e di partiti
delegittimati.E lo sciopero precario abbiamo intenzione di farlo.
*
Stati Generali della Precarietà*