Autore: Antonio Bruno Data: To: forumsege, Forum Sociale Ponente Genovese, Mailing list del Forum sociale di Genova, amici barcellona, ambiente liguria, lilliput-ge Oggetto: [NuovoLab] 32 anni fa Romero
Tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta del secolo scorso, un piccolo Paese latinoamericano fino ad allora mai salito agli onori della cronaca, El Salvador, diviene improvvisamente famoso in tutto il mondo.
Anche a Pegli all'inizio del 1980 organizzammo una petizione per solidarizzare con cio' che stava succedendo non passava inosservato.
Lunedì 24 marzo 1980, verso le ore 18,25, mentre sta celebrando la Santa Messa nella cappella dell'ospedale di malati incurabili, appena terminata l’omelia, l’arcivescovo di San Salvador, Oscar Arnulfo Romero, è colpito al cuore da un colpo di arma da fuoco.
Caricato su una vettura, muore poco dopo in ospedale.
Pochi giorni prima aveva invitato i militari dell'esercito salvadoregno all'obiezione di coscienza contro la repressione violenta che il governo di destra stava effettuando in quegli anni.
Nell'ospedale dove viene ucciso, Oscar Romero ha la sua abitazione: una stanzetta dignitosa e graziosissima di pochi metri quadri.
Ai suoi funerali l'esercio attacco' la folla; molte furono le vittime.
Particolare curioso: per conoscere la posizione politica dell'arcivescovo in carica in San Salvador e' sufficiente visitare la Cattedrale e notare dove e' posta la sua tomba: il vescovo progressista la pone all'ingresso, quello conservatore la sposta nei sotterranei. :-)))
Con questo omicidio si e' preteso di mettere a tacere la voce che nella nazione centroamericana denunciava, senza paura, violenze, sequestri, omicidi, indicando responsabilità e complicità.
Una voce scomoda per le oligarchie politiche ed economiche che si definivano cattoliche e sostenevano di lottare per la difesa della civiltà cristiana contro il comunismo.
Per i poveri e gli oppressi era invece una voce amica e fedele, l’unica difesa contro i soprusi e le prepotenze.
Oscar Romero era conservatore, uomo della tradizione, pastore d’anime che aveva del vescovo una visione classica e tridentina, senza alcun interesse per la politica e per le questioni sociali, fino al momento in cui ha aperto gli occhi (di sua volonta' o casualmente)sulla realtaì di repressione e dolore in cui il popolo versava .
Ad un certo punto, rifacendosi al rapporto concreto con i suoi confratelli e i poveri salvadoregni oltre che ai documenti del Concilio, e' diventato, suo malgrado, il punto di riferimento dell'opposizione salvadoregna (che aveva anche il pregio di essere pluralista e guidata da Ruben Zamora che incontrai dopo molti anni all'Universita' Centro Americana UCA, dove furono trucidati 5 famosi gesuiti da un commando dell'esercito) e dell'autenticita' cristiana.
Cosa rimane oggi?
Migliaia di credenti e non si sono rifatti anche a lui per mettere in piedi l'opposizione sociale e politica al neoliberismo.
A 32 anni di distanza lo ricordo con affetto, consapevole che molto di cio' che sono e' dovuto anche a lui.
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antonio bruno.
capogruppo Sinistra Europea - PRC Comune di Genova (Federazione della Sinistra)
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