Re: [NuovoLab] sul dramma della Siria come di tanti altri pa…

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著者: giacomo casarino
日付:  
To: pino coscione, forumgenova inventati
題目: Re: [NuovoLab] sul dramma della Siria come di tanti altri paesi di cui non si vuol parlare

Non c'è bisogno di video (veri o falsi che siano) per decidere da che parte stare, in linea di massima; così come (si parva licet comparare magnis) non ci dovrebbe essere bisogno di miracoli per credere in una divinità.

giacomo casarinostoricogenovacontatto skype: gicasarino

Date: Sun, 11 Mar 2012 15:56:34 +0100
From: coscione43@???
To: forumgenova@???
Subject: [NuovoLab] sul dramma della Siria come di tanti altri paesi di cui non si vuol parlare



Analisi del video sugli effetti delle torture che sta girando in rete in queste ore
di Alessandro Marescotti





Il video è possibile vederlo al seguente link: http://www.agoravox.it/ E' sconsigliato per persone impressionabili.
Ho cercato di fare un'analisi attenta di questo video.

Prima di tutto questo video è in inglese e non riporta alcuna fonte.

Si legge la seguente didascalia: "Per la prima volta un giornalista britannico è riuscito a entrare nell'ospedale militare di Homs, Siria, e a filmare con una telecamera nascosta le stanze di degenza e la situazione di molti oppositori, torturati barbaramente dal regime. Le immagini mostrano uomini feriti, incatenati ai letti, e strumenti di tortura".

Non si specifica quale sia il giornalista britannico che sarebbe riuscito a entrare nell'ospedale.

In nessun modo possiamo controllare che questo video sia stato effettivamente girato in Siria e specificamente nell'ospedale di Homs.

Ciò che tali video ci chiedono è un semplice "atto di fede".
Io non sono in grado di verificare l'autenticità delle immagini, che potrebbero essere state girate in un ospedale di un'altra nazione.

Tutto questo ritengo che non sia buon giornalismo, che rispetta il principio di verificabilità delle fonti.
Il giornalismo autentico si basa sulla scrupolosa ricostruzione con le fonti.
Il giornalismo autentico si offre ogni tipo di verifica che appuri la veridicità del documento prodotto.
Il giornalismo autentico mette nel conto le accuse di falsificazione e produce le prove della verità del documento rendendone trasparenti le fonti.

Ciò che abbiamo visto in questo video non è giornalismo: chiunque può costruire filmati come questi e spacciarli per veri.

Su http://www.cadoinpiedi.it/ leggiamo:

"La notizia è stata diffusa dall'Huffington Post. In questo filmato, girato di nascosto, vengono mostrati gli interni dell'ospedale militare di Homs, in Syria. La città è stata al centro di una dura repressione militare per le proteste contro il governo del presidente Bashar al-Assad. Secondo le Nazioni Unite più di 7.500 civili sono morti in un anno di conflitto. La tv britannica Channel 4 sostiene di aver avuto il video da un fotoreporter francese che lo aveva ottenuto da un dipendente dell'ospedale".

Notate come è poco trasparente il percorso di questo video: non conosciamo il nome del fotoreporter francese. Questo fotoreporter dice di averlo ottenuto da un dipendente dell'ospedale. Ma come... non era stato un giornalista britannico ad entrare nell'ospedale e a filmare con una telecamera nascosta? Già da questo emerge una discrepanza che non depone a favore dell'autenticità del video.

Ma la fonte della notizia è l'Huffington Post che lo passa a Channel 4?

Come si può vedere il pasticcio è grande ed è tutto confuso. Si punta su fatto che chi si trova di fronte a queste immagini non abbia il tempo e la preparazione per poter verificare.

Da notare: l'onere della prova spetta al giornalista, non a me. Non sono io che devo trovare prove per smentire. L'onere della prova è di chi produce la notizia, non è il destinatario della notizia che deve farsi carico della prova schiacciante per affermare che quella notizia è un falso.

Inutile dire che Rainews 24 ha diffuso la notizia del video pur non potendone verificare l'autenticità (http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=162361). Ma Corradino Mineo è convinto che per una buona causa si possa sempre fare qualche strappo alla regola.

Nella Carta dei Doveri del Giornalista (FNSI 8/7/1993) è specificato:

Le fonti
Il giornalista deve sempre verificare le informazioni ottenute dalle sue fonti, per accertarne l'attendibilità e per controllare l'origine di quanto viene diffuso all'opinione pubblica, salvaguardando sempre la verità sostanziale dei fatti.
Nel caso in cui le fonti chiedano di rimanere riservate, il giornalista deve rispettare il segreto professionale e avrà cura di informare il lettore di tale circostanza.
In qualunque altro caso il giornalista deve sempre rispettare il principio della massima trasparenza delle fonti d'informazione, indicandole ai lettori o agli spettatori con la massima precisione possibile. L'obbligo alla citazione della fonte vale anche quando si usino materiali delle agenzie o di altri mezzi d'informazione, a meno che la notizia non venga corretta o ampliata con mezzi propri, o non se ne modifichi il senso e il contenuto.

Per concludere questo video viene meno alla Carta dei Doveri del Giornalista che è stata concepita al fine di garantire un'informazione veritiera e verificabile.
Con questi sistemi (assenza delle fonti, ecc.) è possibile diffondere ogni genere di informazione manipolata manipolando l'opinione pubblica.
Nulla di quanto vediamo ci garantisce che quanto è dichiarato nella didascalia corrisponda a verità.
Alessandro Marescotti

PS - Lo sapete che il campo di detenzione (e di tortura) di Guantanamo non è stato più chiuso da Obama? E' ancora aperto!
Vedere http://www.ilpost.it/2011/05/04/perche-obama-non-ha-chiuso-guantanamo
Non mi risulta vi siano proteste di pacifisti italiani. L'ultima marcia pacifista per la chiusura di Guantanamo è del 2007. Per le turture a Guantanamo si legga questo articolo del Manifesto http://www.forumdelteatro.org/spip.php?article197

M. Begg ricorda: "Qui, gli americani ci strappavano tutti gli indumenti da dosso utilizzando un coltello. Durante gli interrogatori che duravano anche 20 ore consecutive, di giorno e di notte. Le forme di tortura erano molteplici e sistematiche. Ci picchiavano ed eravamo presi a pugni in ogni parte del corpo fra grida, ed insulti. Una volta denudati ci davano calci, ci facevano stare in posizione fetale con le mani legate alle gambe. Per giorni senza cibo e trattati come animali. Oltre alla privazione del sonno, anche per 36-72 ore, durante gli interrogatori i comandanti del carcere, uomini e donne, ricorrevano ad ogni tipo di violenza sessuale. Siamo stati sodomizzati con dei pezzi di legno. Ci soffocavano stringendo il cappuccio che avevamo in testa. Gli americani si divertivano a fotografarci. Ci riprendevano, nudi, incappucciati. Uno ammassato all’altro. A volte, durante gli interrogatori ci legavano mani e piedi con una corda e ci appendevano per le mani legate ad una barra al soffitto. Rimanevamo appesi in aria, per giorni sino al collasso".

A leggere queste cose mi sembra che gli americani, in fatto di tortura, non abbiano nulla da imparare dal regime siriano. Sono dei maestri della tortura. Non a caso hanno creato una scuola di tortura e, se qualcuno mette il naso in quella scuola, lo arresta, anche se è un francescano... Leggere per credere http://www.peacelink.it/pace/a/32460.html

Ma da tempo il movimento pacifista italiano non segue più queste storie vere e tende a farsi manipolare con facilità dalle PSYOP, le operazioni psicologiche militari. Su questo si veda: http://www.peacelink.it/pace/a/35793.html

Giovedì 08 Marzo,2012 Ore: 16:34
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