[NuovoLab] Doria tiene a bada i partiti «Prima ilvoto, poi l…

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Author: ugo
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Subject: [NuovoLab] Doria tiene a bada i partiti «Prima ilvoto, poi la squadra»»»i
il manifesto 2012.02.28 - 07 ITALIA


Genova/I
Doria tiene a bada i partiti «Prima il voto, poi la squadra»»»i


TAGLIO MEDIO - Alessandra Fava - GENOVA
«Mi danno etichette anacronistiche, ma non dico sempre no. Ci sono anche infrastrutture utili. La Gronda? Abbiamo cinque anni per decidere, tutti insieme»



Accanto i suoi mandarini (i frutti, arancioni come la sua campagna elettorale) e cinque sostenitori della prima ora (due medici, un avvocato, un esperto di sport e un rinomato politico), a lato l'homo tecnologicus che si occupa dei social network, il portavoce della comunità di Don Gallo e l'ufficio stampa: così Marco Doria, il candidato sindaco del centro-sinistra, si è riconcesso alla stampa dopo un lungo silenzio costellato da incontri con esponenti locali e nazionali dei partiti che lo sostengono. E' a loro che manda i primi messaggi. Uno: «sono un indipendente, è un dato di fatto che non ho tessere di partito. Ora sono i partiti che devono proporre idee e coagulare i cittadini». Due: «Per formare la squadra degli assessori è giusto tenere conto del voto delle amministrative, dunque andrà proposta dopo. Molti mi potrebbero aver dato prova di avere competenze importanti, ma questo mi sembra limitato rispetto all'importanza del voto dei cittadini». Tradotto caro partito x e y, vediamo quanti voti prendono i tuoi candidati poi ne parliamo.
Per il resto l'incontro è un gioco di fioretto. I giornalisti domandano, lui schiva o tira le orecchie: «Mi danno etichette anacronistiche, tipo che sono un talebano che dice sempre di no. Ma posso dire no a una infrastruttura e sì ad altre tre». Gli piacciono il polo tecnologico degli Erzelli, la variante del ponte di Cornigliano che dovrebbe smaltire un po' di traffico portuale, il nodo di San Benigno dove confluisce un pezzo di viabilità cittadina. Sulla circonvallazione autostradale della Gronda si era dichiarato contrarissimo in campagna primarie, ora è meno tranchant: «Il ministero dell'ambiente ha appena avanzato 38 osservazioni, tra cui quella che non è stata contemplata l'ipotesi zero. Ci saranno cinque anni per decidere, tutti insieme».
Le altre certezze: farà una sua lista, il programma sarà del centro-sinistra e verrà ufficializzato ad aprile.
Tra i temi su cui sta riflettendo: la mobilità e nuovi sistemi per sostenere il trasporto pubblico, ridurre gli sprechi, ripensare le esternalizzazioni, occuparsi del verde e degli impianti sportivi. Sullo sviluppo pensa che il comune dovrebbe destinare aree ad insediamenti produttivi per le piccole e medie imprese. E a sorpresa rispolvera una parola che da queste parti non si sentiva da tempo: democrazia partecipata. Era uno degli slogan del sindaco Pericu che andò pure a Porto Alegre... risultati pochi. Doria immagina di dare voce alle associazioni attive sul territorio, tipo Prà Viva che ha gestito la fascia di rispetto del ponente cittadino facendone un giardino, un'area sportiva e mantenendo attività amatoriali. A proposito del filo diretto con i cittadini che vuole tener vivo anche dopo la sua eventuale vittoria, esclude gli incontri mattinali stile Veltroni, «lo trovo comico. È una parodia del rapporto tra cittadini e amministratori» e continuerà ad andare in giro.
Se Doria dice «mi dà fastidio la ricerca del potere, la disonestà intellettuale e quella da codice penale» o promette che se perderà farà il consigliere comunale senza nessun'altra carica, a chi non può piacere? Il suo team conta sul mix sociale e culturale che lo può votare e vuole coinvolgere, attraverso la rete, gli astensionisti, quel 38,25% di elettori che non si sono presentati alle urne nel 2007. E l'opposizione è spaccata: contro di lui si stanno schierando un candidato leghista (l'ex deputato Edoardo Rixi), uno del Pdl (probabilmente il manager bancario Giancarlo Vinacci), una lista civica appoggiata dall'Udc e baciata dall'ex Margherita, anche se non troppo gradita alla chiesa perché a favore di un quartiere a luci rosse (quella del senatore e consigliere comunale Enrico Musso), più Susy De Martini per La Destra.