"Insieme per Anna Maria". In aula a Cinquefrondi lunedi' 27 febbraio ore 15.00
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25/02/2012 13:42
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Cari amici,
la
prossima udienza del processo in corso a Cinquefrondi sulle ingiurie e
le minacce subite da Anna Maria Scarfò si terrà lunedì 27 febbraio alle
ore 15.
La scorsa settimana eravamo in ventitré accanto a lei, giunti da Reggio Calabria, Catania, Milazzo e Palermo.
L'abbiamo
accompagnata e sostenuta in silenzio, in un'aula affollata dai parenti
dei sedici imputati e dagli stessi imputati. I quali sono tutti a piede
libero tranne due, in carcere non per le violenze perpetrate ai danni di
Anna Maria, ma per reati di droga.
Le
loro donne li hanno riempiti di baci e sorrisi a distanza. Mamme,
suocere, mogli, sorelle, figlie che, di fronte agli stupri iniziati da
quegli "uomini" ai danni di Anna Maria quando era appena tredicenne e
proseguiti per tre lunghi anni, non hanno mostrato reazioni, se non
quella di colpevolizzare la ragazza e marchiarla come una "poco di
buono" da isolare, ingiuriare, minacciare, tanto da costringerla a
vivere ora nascosta in località segreta lontana dalla sua terra.
Sei
di quelle dodici "belve" sono state già condannate con sentenza
definitiva. Ma la battaglia di Anna Maria non si è ancora conclusa.
Altri sei sono stati condannati in primo grado e si attende l'appello,
mentre a Cinquefrondi è appunto in corso il processo sulle ingiurie e le
minacce, subite da lei e dalla sua famiglia per la sola "colpa" di aver
parlato, di aver trovato il coraggio di denunciare il branco e di
"infangare" il paesino di San Martino di Taurianova, dove i fatti sono
successi.
Noi
vogliamo ancora una volta dire NO alla violenza fisica, ma anche alla
violenza morale usata da un'intera comunità, che, nel silenzio e
nell'indifferenza di tutti, si è schierata e scagliata contro la vittima
e a favore dell'aggressore.
Vogliamo
ancora far parlare la nostra presenza. E lunedì pomeriggio saremo di
nuovo al fianco di Anna Maria, contenti di aver già ricevuto altre
adesioni alla nostra iniziativa.
Per
la prima volta in dieci anni, dalla sua prima denuncia, Anna, oggi
ventiseienne, non si sente più sola. Si sente finalmente protetta dal
calore delle persone che hanno avuto la voglia e il coraggio di entrare
con lei in quell'aula di Tribunale, dinanzi agli sguardi torvi di chi
era lì, per l'ennesima volta, a giudicarla come una "malanova".
Vi
chiediamo quindi di aderire al nostro appello. Di venire assieme a noi a
Cinquefrondi, perchè la solidarietà non sia solo a parole, non sia solo
il solito messaggio vuoto e sterile.
Stare
in aula accanto ad Anna Maria significa dare la forza ad altre donne,
che hanno subito e subiscono violenze, di denunciare e ribellarsi.
Significa ribellarci noi stessi di fronte a chi, con la sopraffazione e
una mentalità mafiosa, si è impadronito della nostra terra. Significa
riappropriarsi di questa terra e contrastare quel destino di migrazione a
cui sembra "condannato" chi non vuol rimanere inerte di fronte alle
ingiustizie e vuole vivere la sua vita onestamente senza dover
"scappare".
Diamo appunto voce alla parte onesta della società e isoliamo quella "marcia".
Iniziamo a farlo partendo da Anna Maria.
Fondazione "Giovanni Filianoti"
Associazione Antimafie “Rita Atria”
Le autrici di "Non è un paese per donne"
Le Siciliane – Casablanca
Libera – Reggio Calabria
Comitato "Se non ora quando?" – Reggio Calabria
Associazione "Jineca" Reggio Calabria
Stopndrangheta.it
Centro antiviolenza sulle donne e sui minori "Margherita"
Arcigay "I due mari"
Associazione Auser Palmi