[RSF] FW: [pace] Fwd: I a proposito di Avaaz

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Aihe: [RSF] FW: [pace] Fwd: I a proposito di Avaaz

parfe che la sinistra svizzera si più informata di quella italiana....


> Date: Tue, 21 Feb 2012 00:42:46 +0100
> From: davide@???
> To: pace@???
> Subject: [pace] Fwd: I a proposito di Avaaz
>
> Mi è stato segnalato questo articolo della Sinistra Svizzera che
> analizza in lungo e in largo Avaaz.
> Buona lettura!
> Davide
>
> -------- Messaggio originale --------
> -----
> http://www.sinistra.ch/?p=1627
>
>
> Sostenere il governo USA senza saperlo: il grave esempio di “Avaaz”
> <http://www.sinistra.ch/?p=1627>
>
>
> – 18 FEBBRAIO 2012
> L’associazione non governativa “Avaaz” sta spopolando su internet e nei
> circoli della sinistraliberal occidentale in nome della difesa dei
> diritti umani. Pochi conoscono però chi si cela dietro questa
> organizzazione che di umanitario ha solo l’apparenza e che è stata
> creata per “coprire a sinistra” gli interessi geopolitici ed economici
> dei poteri forti occidentali, soprattutto americani. La tattica è molto
> semplice: si promuovono decina se non centinaia di petizioni su temi
> umanitari, democratici, anti-corruzione che trovano immediato consenso
> fra il pubblico di sentimenti progressisti (ad esempio la lotta contro
> la censura su internet oppure il riconoscimento della Palestina). Fra di
> essi vi sono anche attacchi ai governi occidentali e contro lo
> strapotere delle banche, così da convincere questo pubblico particolare
> della bontà della ONG. Fra tutti questi temi – che poi non sortiranno in
> gran parte comunque nessun risultato – si inseriscono invece questioni
> strategiche per i padroni nascosti di “Avaaz” (governi, multinazionali,
> eserciti) che così potranno più facilmente superare la diffidenza da
> parte della popolazione genericamente di “sinistra”, che non sospetterà
> mai che dietro a questi presunti critici degli USA è nascosto proprio il
> Partito Democratico del presidente Obama e dell’ex-presidente Cliton,
> attraverso l’organizzazione “MoveOn” che sta alla base di “Avaaz”, e che
> ha ricevuto un finanziamento di 1,46 millioni di dollari da George Soros
> per utilizzarla nella battaglia elettorale contro il Partito Repubblicano.
> Una ONG schierata coi potenti
> “Avaaz” è infatti una ONG creata da Ricken Patel, personaggio
> politicamente ben schierato a destra che gode del sostegno finanziario
> del patron della multinazionale informatica “Microsoft” Bill Gates e
> della Fondazione Rockefeller (il cui ruolo a favore dei governi
> americani è ben spiegato in quest’altro articolo
> <http://www.resistenze.org/sito/os/mp/osmp5a13.htm>). Non è tutto:
> “Avaaz” collabora strettamente con la famosa Fondazione Soros, una
> struttura vicina all’attuale governo statunitense e ai suoi servizi
> segreti che viene utilizzata per organizzare disordini e golpi nei paesi
> che in qualche modo non ubbidiscono ai diktat di Washington oppure che
> non autorizzano le grandi aziende occidentali a entrare nel loro mercato
> nazionale. Non a caso la Cina, che dispone di un mercato ancora
> fortemente controllato dallo Stato, è una delle vittime preferite di
> Soros e della ONG di cui stiamo parlando. Naturalmente “Avaaz” non parla
> di “libertà economica mancante” ma attacca la Cina in altro modo, ad
> esempio strumentalizzando la questione della pena di morte o del
> separatismo feudale del Dalai Lama in Tibet. Secondo altre fonti dietro
> “Avaaz” vi sarebbero mandanti di ben più alta caratura come si evince ad
> esempio da Indymedia Barcellona
> <http://barcelona.indymedia.org/newswire/display/418173/index.php>,
> dalla discussione interna a PeaceLink
> <http://cafedehumanite.blogspot.com/2011/10/soros-dietro-avaaz-organizzazione.html>,
>
> oppure da questo blog molto dettagliato
> <http://ateaysublevada.over-blog.es/article-del-porque-no-me-sumo-a-las-campa-as-de-avaaz-92379397.html>.
>
> Proponiamo ora alcuni dei tanti esempi che rendono perlomeno poco
> credibile “Avaaz” per chi, come la nostra redazione, si dichiara di
> sinistra.
> Avaaz truffa gli ecologisti
> <http://www.sinistra.ch/wp-content/uploads/2012/02/bolivia.jpg>A fine
> 2011 dichiarazioni, articoli, lettere circolano su Internet chiedendo la
> fine della “distruzione dell’Amazzonia”: “Avaaz” si tinge insomma di
> verde per ingannare gli attivisti ecologisti che mai si sognerebbero di
> sostenere i veri mandanti della campagna. 
 L’obiettivo che queste
> iniziative si pongono, infatti, non è certo quello di colpire le
> corporazioni transnazionali o i potenti governi filo-americani che le
> appoggiano, ma il governo popolare del primo presidente indigeno della
> Bolivia, Evo Morales. Al centro del dibattito c’è la controversa
> proposta di Morales di costruire un’autostrada attraverso il Territorio
> Indigeno del Parco Nazionale Isidoro Sécure (TIPNIS).

 Quest’ultimo,
> che copre una superficie di più di 1 milione di ettari di foresta, ha
> ottenuto lo statuto di territorio indigeno dal governo di Evo Morales
> nel 2009. Circa 2’000 persone vivono in 64 comunità all’interno del
> TIPNIS.

 Il 15 agosto, rappresentanti di tali comunità hanno iniziato
> una marcia verso la capitale, La Paz, per protestare contro il piano
> dell’autostrada.

 Sono subito partite petizioni internazionali da
> parte, naturalmente, di “Avaaz” che solidarizzando con gli indigeni,
> condannano il governo boliviano per avere indebolito i diritti
> indigeni.

 La gente del TIPNIS ha preoccupazioni legittime sull’impatto
> dell’autostrada. 

Disgraziatamente, però, la campagna di “Avaaz”
> strumentalizza queste preoccupazioni per indebolire politicamente
> Morales, il cui sentimento ostile al capitalismo americano non piace ai
> padroni di “Avaaz”. Con una lettera aperta firmata da più di 60 gruppi
> ecologisti, in maggioranza però fuori dalla Bolivia, “Avaaz” distorce i
> fatti e con una retorica progressista afferma “che le imprese straniere
> si spartiscano l’Amazzonia… e si scatenerà una febbre depredatrice su
> una delle selve più importanti del mondo”. Ma non menziona il fatto che
> la distruzione ha già luogo nell’area e che proprio il governo di
> Morales sta promuovendo una legge per aggiungere nuove norme protettive
> del parco nazionale. 

La legge proposta comminerebbe pene detentive tra
> i 10 e i 20 anni di carcere per insediamenti illegali, la coltivazione
> della coca o il taglio degli alberi nel parco nazionale.

 Avaaz questo
> non lo dice, ma trasmette l’idea alla sinistra e agli ecologisti che
> Morales (che è di sinistra e pure ecologista) non vada sostenuto. Al
> resto ci penseranno poi i “dissidenti” interni alla Bolivia.
> Dalla Bolivia all’Iran: il caso Sakineh
> A fine 2010 parte un appello mediatico globale che chiede di salvare
> dalla condanna a morte per lapidazione una donna iraniana, Sakineh
> Ashtiani. In quello stesso periodo l’Iran era il nemico numero uno
> dell’amministrazione Obama, si stava preparando una possibile guerra e
> occorreva che l’opinione pubblica avesse un’immagine demoniaca del
> paese. Ecco allora che “Avaaz” entra in gioco e inventa il caso Sakineh,
> subito dato in pasto ai giornalisti occidentali (sì, perché i giornalsti
> latinoamericani e orientali, invece, hanno evitato questa figuraccia
> andando a verificare le informazioni!). Sakineh sarebbe condannata alla
> “lapidazione” perché “adultera”. In realtà si verrà a sapere che Sakineh
> è stata condannata per aver assassinato il marito, non per averlo
> tradito; e in ogni caso la lapidazione nel codice penale iraniano non
> esiste più da decenni. Queste confutazioni sono state documentate non
> solo da siti di approfondimento come quello di “Come Don Chisciotte
> <http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7459&mode=thread&order=0&thold=0>“,
>
> ma ha suscitato qualche dubbio infine anche ai giornalisti dei
> quotidiani italiani come “La Stampa
> <http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=305&ID_articolo=22&ID_sezione=693>”.
>
> Insomma “Avaaz” ha strumentalizzato politicamente questa vicenda e
> pochissimi media occidentali, dopo aver demonizzato l’Ira, raccontando
> notizie non verificate, hanno però avuto l’etica professionale di
> scusarsi e di rettificare, cosa che peraltro non ha fatto nemmeno l’ONG
> stessa, a dimostrazione che non si è trattato di un errore in buona fede.
> Pacifisti che preparano la guerra
> <http://www.sinistra.ch/wp-content/uploads/2012/02/avvaz-libia1.jpg>Di
> recente di fronte alle rivolte di alcune tribù feudali contro il governo
> della Libia Popolare, “Avaaz” – sempre con la scusa dei diritti umani –
> ha sostenuto e diffuso la rivendicazione di una “Non-Fly-Zone” contro la
> Libia, la quale altro non era che il primo passo per l’invasione
> militare del paese nordafricano da parte delle truppe della NATO che,
> con bombardamenti a tappeto, hanno ucciso migliaia di civili e hanno
> permesso ai rivoltosi di assumere il controllo del Paese e di uccidere
> Muammar Gheddafi. Una scelta duramente condannata, ad esempio, dal
> gruppo anti-militarista di Alicante (leggi
> <http://www.grupotortuga.com/Carta-de-denuncia-contra-Avaaz>). Va
> ricordato che oggi in Libia il governo “democratico” sostenuto da
> “Avaaz” e dalle diplomazie occidentali è di carattere liberista (vedi
> filmato <http://www.youtube.com/watch?v=KOSLCihNd6g>), ha riabilitato
> non solo la figura del dittatore fascista Benito Mussolini, ma ha pure
> definito quale “periodo fiorente” l’epoca in cui il fascismo italiano
> aveva colonizzato e saccheggiato la Libia. Sul fronte dei diritti umani,
> inoltre, la Libia odierna si caratterizza per violenza di vario genere
> spesso di tipo razziale contro i neri accusati di essere tutti
> “mercenari al soldo di Gheddafi”, come documentato dai video pubblicati
> dal sito di “Fortresse Europe
> <http://fortresseurope.blogspot.com/search/label/Rivoluzionari%20e%20razzisti%3F%20I%20video>“.
>
> Stranamente, però, “Avaaz” ora della Libia non si occupa più,
> evidentemente ha raggiunto il suo vero scopo.
> Esportare la democrazia e rubare il petrolio
> <http://www.sinistra.ch/wp-content/uploads/2012/02/siria_petrolio.png>“Normalizzata”
>
> la situazione libica al volere delle multinazionali occidentali, ora
> “Avaaz” si è spostata su altri fronti: anzitutto inventare notizie false
> su quanto accade in Siria. Secondo l’ONG il governo siriano guidato dal
> presidente Assad (e composto – guarda caso – da socialisti e comunisti
> particolarmente invisi a Washington e a Bruxelles) starebbe massacrando
> la popolazione civile e la starebbe opprimendo. Una falsità smentita non
> solo dallo stesso ex-cancelliere statunitense Henry Kissinger che anzi
> ha espresso stupore (e rammarico) per il fatto che il popolo siriano sia
> fortemente schierato a favore di Assad, ma anche da altre fonti, come il
> sito d’inchiesta indipendente “Informare per resistere
> <http://www.informarexresistere.fr/2012/02/16/siria-ecco-le-dettagliate-prove-di-tutte-le-menzogne-della-nato-2/#axzz1mglhVHcv>”
>
> e come la Federazione Sindacale Mondiale, la quale parla di diritti
> sociali a favore dei lavoratori molto avanzati grazie al governo siriano
> che cerca di frenare il capitalismo europeo ed americano. “Avaaz” queste
> cose non le dice, così come non dice che i ribelli siriani hanno già
> promesso petrolio gratis alla Francia se invaderà il paese come abbiamo
> scritto qualche mese fa su questo stesso sito
> <http://www.sinistra.ch/?p=1218>. Al contrario, “Avaaz” impropriamente
> si fa passare per paladina dei diritti umani, quando i suoi promotori
> non sono affatto dei benefattori. Il lavoro di “Avaaz” in Siria è molto
> pericoloso poiché qualora si scatenasse una guerra dell’Unione Europea,
> di Israele e degli USA contro questo paese mediorientale, molto
> probabilmente la Cina e la Russia dichiarerebbero guerra per impedire
> agli occidentali di colonizzare il bacino mediorientale e asiatico.
> Ognuno, soprattutto chi si dichiara a favore della pace e dei diritti
> umani, dovrebbe operare non per riscaldare gli animi, ma per
> disinnescare l’odio fra i popoli. Invece in una situazione esplosiva
> come questa “Avaaz” ha il compito ideologico di far passare come una
> lotta per la democrazia e la libertà nella mente dei cittadini dei paesi
> occidentali e nella sinistra europea e americana, così che non si
> mobiliti contro la guerra.
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